Thursday 13 January 2022

RECENSIONE: "Spin the Dawn" di Elizabeth Lim

Buongiorno lettor*!
E' stata lunga (penso capirete poi perchè) ma ecco che finalmente vi porto la recensione del libro che avete scelto per il mese di settembre.
Visto che è passato un pochino, direi di rinfrescarci la memoria riguardo cosa si trattasse! 


Titolo: Spin the Dawn (Il sangue delle stelle, #1)
Autore: Elizabeth Lim
Casa editrice: OscarVault (Mondadori)
Data di uscita: 31 agosto 2021
Numero di pagine: 396

Trama: Maia Tamarin lavora come cucitrice nella bottega del padre, un tempo rinomato sarto. Ciò che desidera è diventare la migliore sarta del paese, ma sa che come donna il massimo cui può ambire è un buon matrimonio. Quando un messaggero reale convoca a corte il padre, gravemente malato, Maia finge di essere suo figlio e si reca al Palazzo d'Estate al suo posto. Sa che perderebbe la vita se venisse scoperta, ma correrà il rischio per salvare la famiglia dalla rovina e diventare sarta imperiale. C'è però un problema: Maia è solo una dei dodici che aspirano all'incarico. E nulla avrebbe mai potuto prepararla alla sfida che la attende: cucire tre abiti magici per la promessa sposa dell'imperatore, uno intessuto con la risata del sole, uno ricamato con le lacrime della luna e uno dipinto con il sangue delle stelle. In compagnia di Edan, il misterioso stregone di corte, i cui occhi penetranti sembrano vedere oltre il suo travestimento, Maia intraprenderà un viaggio che la porterà fino agli estremi confini del regno, alla ricerca del sole, della luna e delle stelle. Ma troverà qualcosa che non avrebbe potuto mai immaginare…

 Recensione:

Voto: 2.5 stelle! ⭐

Devo dire che quando è stato scelto questo libro nel quartetto del mese di settembre sono stata molto contenta, perchè era da un po' che volevo leggerlo e continuavo a procrastinare. Ne avevo sentito parlare molto come retelling di Mulan e Aladdin, un mix sicuramente particolare ma anche pericoloso, se vogliamo dirla tutta, ed ero curiosa di vedere se fosse vero e come l'autrice se l'era giocata.
Mi aspettavo un libro che mi intrattenesse, pieno di avventure entusiasmanti che riuscissero a catturarmi, invece purtroppo non è stato così.
In tutta onestà, che non fosse il periodo giusto per leggerlo o meno, devo confessarvi che ho pensato molteplici volte di interromperne la lettura, ma visto che vi avevo promesso una recensione ho deciso di andare fino in fondo. D'altra parte c'è sempre la possibilità che una storia possa migliorare, no?
In questo caso per me è stato proprio un grande no.

Il libro si divide in tre parti, le prime due forse più importanti del pezzo finale, che sanciscono tre momenti diversi della narrazione: la competizione, la ricerca di determinati oggetti e, potremmo dire, le conseguenze di quest'ultimo viaggio (riassumo molto genericamente per evitare spoiler a chi non l'ha ancora letto).

Tra tutti, forse l'incipit è la parte che mi ha convinta di più, con una narrazione da favola che in qualche modo mi ha catturata un sacco (peccato poi appunto per com'è proseguito). La gara in sè con gli altri Mastri sartoriali è stata molto carina, non lo nego, e alcune dinamiche mi sono piaciute molto, ma non mi ha convinto la descrizione. L'uso delle forbici magiche è stato secondo me non sfruttato al meglio ed è risultato parecchio confusionario. Aggiungo anche il fatto che nella presentazione inglese questo libro veniva in qualche modo associato a Project Runway. Ora, da fan di quel programma, secondo me, se si puntava davvero a quello, la parte di gara e competizione sarebbe dovuta essere un attimino più approfondita, perchè così proprio non ci siamo (mai fare paragoni che non si riesce a sostenere.. attirerai subito più gente, sì, ma poi la delusione sarà maggiore se non funziona). Per di più, molto spesso, la narrazione mi è risultata piuttosto impersonale, non permettendomi di entrare totalmente in empatia con la protagonista. Quella sorta di magia che avevo percepito all'inizio si è persa nel giro di poco e con l'arrivare della seonda parte le cose hanno iniziato a peggiorare. Tralasciando alcuni punti carini, tutto il resto mi è sembrato piatto, le nuove prove da superare mal descritte e poco coinvolgenti e i dialoghi un po' vuoti. Il finale, infine, non mi ha portato grandi nuove emozioni. E non lo dico con leggerezza, perchè l'idea di base era buona e mi spiace che non sia stata sfruttata al meglio o, quantomeno, che lo stile di scrittura di questa autrice personalmente non mi arrivi nè colpisca. Anche il definirlo un retelling mi sembra abbastanza azzardato. Su Mulan ovviamente posso concordare per l'idea del presentarsi al posto del padre a corte vestita da uomo, ma ci fermiamo lì, sinceramente. Aladdin? Un tappeto e un jinn non mi sembrano sufficienti per poter fare un collegamento, se non banale, e io credo che quello che viene definito retelling debba avere in sè ben altro. A questo punto, suppongo mi aspettassi troppo.
Allo stesso tempo, tenendo conto che è ambientato in un mondo di ispirazione palesemente cinese, penso che si sarebbe dovuto puntare di più su questo fattore, approfondendo maggiormente le credenze, le usanze e le tradizioni, nonchè le leggende popolari, il tutto presente sì, ma era come se scivolasse tra le dita piuttosto che darmi quella chiave in più per potermi sentire maggiormente coinvolta.
C'è comunque un "ma" (positivo, per una volta): credo che il personaggio di Edan sia davvero interessante. E non perchè descritto come un bel ragazzo, ma piuttosto per il carattere che gli è stato dato e il suo modo di porsi. L'ho trovato atipico e allo stesso tempo affascinante. I suoi dialoghi con la protagonista sono uno dei pochi punti che mi hanno spinta comunque a continuare. Da divertenti e intriganti, i loro confronti sono diventati più profondi, più attenti, e questo mi è piaciuto davvero molto.
Il resto dei personaggi purtroppo mi è sembrato abbastanza dimenticabile o, nel caso di Lady Sarnai, addirittura fastidioso.
 
In ultimo, altro punto a favore del libro è il modo in cui viene gestita la magia e la figura dello stregone: chi la possiede e la sviluppa è certamente dotato di grande potere che però dovrà vincolare, così da evitare che i deliri di onnipotenza prendano il sopravvento. Non è qualcosa che si legge spesso in un'opera, dove si punta ad avere personaggi perfetti e formidabili piuttosto che verosimili, quindi devo riconoscere che su questo la Lim mi ha veramente sorpresa.

Ho il timore però che non basti a farmi continuare questa serie. Che gran peccato. Ammetto di essere indecisa se tentare comunque con Six Crimson Cranes o meno.

Voi avete letto Spin the Dawn? Come vi è sembrato?

Fatemi sapere!

Alla prossima recensione💙

Chiara

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