Ciao a tutti lettrici e lettori!
Oggi la nostra rubrica unpopular verrà occupata da un tema un pò particolare su cui ammetto, sto riflettendo da un pò di tempo.
Oggi la nostra rubrica unpopular verrà occupata da un tema un pò particolare su cui ammetto, sto riflettendo da un pò di tempo.
Quando cercate un libro da leggere, seguite di più i consigli di qualche vostro amico/bookblogger/booktuber oppure andate più a istinto? Qual è la scelta più vincente?
Io direi entrambe.
Seguire il parere di un'altra persona è utile per diversi motivi: prima di tutto se ha i nostri stessi gusti
è un pò come se facesse per noi da "filtro". Possiamo evitare di incappare in delusioni libresche perché qualcuno ci aiuta ad evitarle e ci da' la possibilità di concentrarci su altro. Comodo e indolore. Al contempo, un libro altamente raccomandato da qualcuno che ha i nostri stessi gusti può darci la spinta nel momento dell'indecisione!
è un pò come se facesse per noi da "filtro". Possiamo evitare di incappare in delusioni libresche perché qualcuno ci aiuta ad evitarle e ci da' la possibilità di concentrarci su altro. Comodo e indolore. Al contempo, un libro altamente raccomandato da qualcuno che ha i nostri stessi gusti può darci la spinta nel momento dell'indecisione!
E questo non vale solo per quanto riguarda i pareri affini. Per quanto mi riguarda, il pensiero di persone che hanno preferenze diametralmente opposte alle proprie rimane comunque molto interessante. Spesso permette di aprirci ad argomenti o testi che altrimenti avremmo lasciato perdere o quantomeno di uscire un attimo dal solito genere di comfort al quale siamo ormai fin troppo abituati. Insomma, possiamo dire che porta una ventata di freschezza ad un'abitudine piuttosto consolidata!
Vogliamo invece seguire l'istinto e "fare da noi"? Perché no!
Ogni tanto temo che seguendo i gusti del momento si accantonino spesso i propri per libri risultano sono di moda. E attenzione, non sto dicendo che non valgano a priori o non si debbano leggere (vedete Nevernight o The Priory of the Orange Tree, altamente raccomandati da chi li aveva già letti con tanto di ragion di causa!). Quello che intendo è che spesso ho l'impressione che nel seguire le opinioni altrui e nel voler mostrare di essere "al passo" con le letture attualmente di moda, si perdano invece spunti personali che potrebbero essere interessanti non solo per sè, ma anche per gli altri.
Evita che la cerchia delle nostre letture si chiuda attorno a pochi titoli lasciando fuori tutti gli altri, che finiscono inevitabilmente in un irragionevole dimenticatoio. E nuovamente, se un libro di successo fa successo, è palese che ne parlino in tanti e che abbia un suo momento. A maggior ragione se questo testo c'è piaciuto, se ne potrà parlare tanto e discuterne, andando oltre i soliti quattro commenti stringati e superficiali che invece spesso si incontrano. E anche in questo caso non vuol dire che un libro non possa essere "bello", "emozionante" e qualsiasi altro aggettivo o superlativo che ci viene in mente, tuttavia argomentare e spiegare effettivamente ciò che ci piace (o meno) di un libro fa la differenza. Permetterà a qualcun altro di capire se è il suo genere oppure di lasciar stare ,o ancora, potrebbe diventare argomento di conversazione con altri lettori che porteranno magari ad aprirci ad altri punti di vista o aspetti riguardo le nostre letture di cui non ci eravamo accorti.
A voi non è mai capitato? A me spesso.
Il limitarsi (come molto spesso accade) alla critica senza alcuna spiegazione o all'eccessiva espressione di pareri negativi non fa altro che generare attrito e chiusura, quando invece il bello della lettura è proprio la libertà di generi, idee e percezioni.
Sarebbe bello non perderla e soprattutto ritrovare quella nostra "identità" libresca che spesso si perde nei meandri della collettività.
Siate sinceri, siate voi nelle scelte letterarie e nell'esprimere le vostre opinioni. Potranno non piacere a tutti, ma d'altra parte se la pensassimo sempre allo stesso modo, che gusto ci sarebbe a parlarne?
- Chiara
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