Buongiorno amic* lettor*!
Anche questo mese siamo in ritardo con le recensioni dei libri che abbiamo letto, ma credo che ormai questa sarà la nostra nuova abitudine.
CAMILLA
Il primo libro della serie dedicato alla famiglia Eden vede come protagonista il maggiore dei fratelli, Griffin, e il nuovo capo della polizia, Winslow. I due si incontrano in un bar la prima sera che la ragazza passa in città e entrambi pensano che l'altro sia un turista e quindi decidono di passare la notta insieme. Qualcosa di innocente, no? Tra due persone che non si vedranno mai più, vero? Sbagliato, perché oltre al fatto che tutti e due abitano nello stesso piccolo paesino, il destino sembra metterci lo zampino continuando a farli incontrare. Lo stile della Perry è semplice e coinciso. Non si dilunga in descrizioni infinite, anzi tutte le sue scene risultano scorrevoli e minimali. Quindi non aspettatevi pagine e pagine di dichiarazioni d'amore, ma piccoli momenti che vi scalderanno il cuore. I due personaggi risultano ben delineati singolarmente e insieme sono una coppia interessante e ben assortita che riesce a conquistare chi legge. Nel romanzo è presente anche uno sottotrama mystery. È proprio marginale e quindi non consiglio di leggere la storia principalmente per questo aspetto. Però è qualcosa di più che mi ha interessato e devo ammettere di non aver indovinato il colpevole. Indigo Ridge è un libro da cui non mi aspettavo tanto, ma che mi ha completamente conquistato. Ho adorato i personaggi e la loro storia d'amore: dolce, avvincente e anche un pelino drammatica. Consiglio il libro a chi ha apprezzato Cose che non abbiamo mai superato.
Questo secondo romanzo è dedicato al secondo fratello della famiglia Eden, Knox, e la madre single appena arrivata a Quincy, Memphis. Ho iniziato questa serie solo per poter leggere questo libro, perché ho un debole per il trope single parent e Juniper Hill mi veniva sempre consigliato, per questo mi aspettavo davvero tanto e devo ammettere che sono rimasta un pelino delusa. Lo stile della Perry è come nel precedente minimo e coinciso, con una narrazione veloce che se nel primo volume non mi aveva creato problemi, qui ho trovato che la storia necessitasse di più respiro. Soprattutto per l'evoluzione dei sentimenti dei due protagonisti. Mi sembra che passino troppo velocemente dall'essere amici ad avere una relazione. Per quanto riguarda l'inserimento del bambino è fatto abbastanza bene, ma non sono completamente soddisfatta. Sono super pignola su questo argomento e adoro i bambini nei romance, quindi non ne ho mai abbastanza. Mi è piaciuto il rapporto che si forma tra Knox e lui, ma sento che mi manca qualcosa. La storia dei due personaggi mi è piaciuta e l'ho divorata, ma non mi sono completamente innamorata com'è successo nel libro precedente. Comunque è una storia molto bella, che consiglio.Inoltre adoro come nell'ultimo capitolo viene introdotta la storia dei protagonisti del successivo volume nella serie, ti fa venire voglia di continuare immediatamente la lettura.
Ho letto una novella di Natale ad aprile? Assolutamente si. L'idea mi è piaciuta tantissimo. Un disastro prima di Natale, un countdown per poter consegnare tutti i regali in tempo e ovviamente una serie di imprevisti che sembra non aver mai fine. Questa parte della storia mi ha divertito tantissimo e mentre leggevo mi sembrava proprio di vedere il prossimo film natalizio di Netflix. La parte romance, invece, è quella che non mi ha convinto del tutto. Vuoi il fatto che i due già si conoscevano, ma non erano in buoni rapporti. O che ci sia poco tempo, sia temporalmente che di pagine, visto che questa è una novella. Fatto sta che non sono stata completamente coinvolta dalla storia d'amore. Soprattutto lui non mi ha conquistato come interesse amoroso. Sono carini insieme, ma mi sarebbe servito assolutamente qualcosa di più.
Ci troviamo in un mondo dove sognare è pericolo. Perché tutte le persone che lo fanno si risvegliano come il loro peggior incubo. Lo sa bene la protagonista della storia, Ness, la cui sorella un giorno dimenticandosi di prendere le medicine per non sognare si è trasformata in un ragno gigante. Quella degli incubi è una piaga che sta pian piano distruggendo questo mondo. La storia inizia in modo molto interessante e vieni immediatamente catapultato in questo mondo simil Gotham in cui l’unica cosa che Ness vuole fare è sopravvivere. Mi è piaciuta molto la protagonista perché mi ha ricordato Kaz Brekker per questo suo a volte essere spietata. Ma qui le paure che il protagonista della Bardugo nasconde vengono costantemente mostrate. Facendoci vedere in una scena una ragazza che minaccia di rompere la gamba ad una persona per avere quello che vuole e in quella successiva vederla immobile e terrorizzata davanti ad un incubo, di cui ha la fobia da quando la sorella è stata trasformata. È un personaggio complesso e che non fa mai annoiare. La storia all’inizio sembra molto un’introduzione al mondo, ai diversi incubi e devo ammettere che non avevo idea di dove volesse andare a parare, con lei che finisce in mezzo a varie situazioni in cui centra e non centra. Andando avanti però si continua a non delineare una storia che vada in progressione, ma sembra quasi un continuare aggiungere di elementi, per spostare l’attenzione verso diversi problemi. La narrazione sembra che sia solo il palco della scrittrice per fare critica sociale al nostro mondo. Mi è piaciuto quello che ha detto e sono anche d’accordo, ma mi è sembrato quasi un costante inserimento forzato di temi solo per poterne dare la sua opinione. Questo elemento diventa così la parte fondamentale di una trama che se anche inizia in modo interessante, continua quasi per inerzia solo per far fare critica sociale alla scrittrice. Per quanto riguarda la storia d’amore devo dire che in questo libro non è preponderante, si intravede solo l’inizio e anche se posso dire che mi piace, non è qualcosa di memorabile. Ho apprezzato i legami d’amicizia della protagonista, ma come tutto mi sembrano quasi sottotono per lasciare spazio ai messaggi sociali. Il libro ha un’idea molto interessante, che però non riesce ad essere sviluppata a dovere. Ci sono dei colpi di scena accattivanti e ancora alcune domande da rispondere, ma non credo che leggerò i seguiti.
As Good as Dead è un romanzo che chiude il cerchio, che ti riporta quasi all’inizio di tutto per mostrarti come Pip sia cambiata dopo quello che le è successo. Fin dall’inizio percepisci un tono di narrazione più cupo, una storia diversa da quelle precedenti, che però non capisci fino in fondo di cosa parlerà. La storia è divisa in due parti. La prima è quella più simile agli altri romanzi, con un mistero e gli indizi da trovare. Nella seconda la scrittrice prende una svolta inaspettata e devo ammettere coraggiosa. Mi sono molto piaciute le intenzioni, il cosa voleva scrivere, ma non mi ha convinto del tutto la realizzazione finale. Durante la prima parte il mistero risulta al lettore quasi fin troppo semplice e un pelino troppo conveniente ai fini della trama. La semplicità non sarebbe un problema se non fosse che Pip non riesce a captare i giusti indizi e rimane indietro rispetto a noi spettatori. Nei romanzi precedenti il lettore è sempre di pari passo alla protagonista, magari un attimo avanti o indietro, ma è sempre con lei, al di sotto della scrittrice che è onnisciente. Questa volta invece noi siamo con la scrittrice a guardare una Pip che fa veramente fatica a risolvere qualcosa che sembra davvero semplice. Non dico che avrebbe dovuto risolverlo immediatamente, ma mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca il fatto che non abbia minimamente preso in considerazione più di una persona per il caso. Capisco che questo può essere legato alla situazione mentale in cui si trova la protagonista, ma allora mi serviva un approfondimento maggiore sulla sua psicologia. La seconda parte è veramente interessante per la svolta che la scrittrice ha voluto compiere. Non è qualcosa che tanti avrebbero fatto e quindi tanto di cappello. Però anche se ho apprezzato l’idea, non mi è piaciuta l’esecuzione. Ho trovato la narrazione estremamente noiosa e non ha catturato la mia attenzione. Ad un certo punto l’unica gioia che avevo era raggiungere la fine del capitolo. Sfortunatamente poi ne iniziava un altro.
È una narrazione diversa da quella in cui abbiamo visto precedentemente la Jackson e personalmente non l’ho trovata brillante come quando scrive le parti mystery. La strada che ha intrapreso è molto più difficile da scrivere e devo ammettere che ogni tanto mi sembrava che avesse dimenticato qualche dettaglio. Inoltre anche il fatto che tutto avviene in un lasso di tempo breve per me non ha aiutato, avrei preferito quasi che staccasse la narrazione con ad esempio dei flashfoward o qualcosa del genere proprio per non creare questa pesantezza che io ho avvertito. Dall’altra parte capisco che la motivazione per cui abbia dovuto lasciare questo blocco narrativo intero è per creare angoscia in chi legge. Ho sentito tante persone dichiarare di essere stati ansiosi durante la lettura e che un senso di angoscia li abbia seguiti anche finito il libro e so che questo è quello a cui puntava la scrittrice, ma parlandone soggettivamente io non ho provato nessuna di queste sensazioni. Dopo un po’ ho cominciato ad annoiarmi e poi è arrivata anche l’apatia. Forse avrei preferito che la narrazione fosse stata divisa in due libri. La prima parte volume tre e la seconda volume quattro. Così da poter approfondire entrambi i temi trattati. Centro focale del romanzo è il rapporto tra Pip e Ravi. Sono davvero contenta che lui sia ritornato in un ruolo più centrale in questo volume e loro proprio mi piacciono. Sono una di quelle coppie adorabili che tutte le volte che sono in scena non puoi che sorridere, perché sono perfetti l’uno per l’altra. Il finale non mi ha completamente soddisfatto. Penso che sia la scena che mostra di più quanto servisse un approfondimento psicologico nel romanzo. Con questo non voglio dire che non ci sia, ma in molte scene serviva una spinta in più per capire meglio che cosa pensava la protagonista. Tornando al finale, mi serviva di più. Per la scelta che la scrittrice ha fatto non può concludere così. Sembrano più dei puntini di sospensione che un punto vero e proprio. Finito questo romanzo devo dire che il mio preferito della trilogia rimane il primo. Lo trovo quello costruito meglio, si vede che era l’idea iniziale. Devo dire che la Jackson anche se ha aggiunto i volumi successivi in seguito non ha fatto un brutto lavoro ad inserire nuovi elementi collegandoli a quelli precedentemente creati. Ma qualche piccola spaccatura era stata creata e questo ultimo volume si basa proprio su queste. Non posso dire che è un brutto libro, ma sfortunatamente non è riuscito a conquistarmi e mi ha molto annoiato.
Avevo molte aspettative su questo romanzo e anche se mi è piaciuto, per certi versi mi ha lasciato con l'amaro in bocca. La storia è interessante e la coppia mi piaciuta, ma mi serviva di più. Trovo che la scrittrice sia proprio brava nei retelling. Lo avevo già notato in Una Cenerentola a Manhattan e con questa rivisitazione di Orgoglio e Pregiudizio ha solo confermato la mia opinione. È riuscita a prendere gli elementi focali della storia d'origine e darne una nuova versione, più fresca e moderna, ma che comunque richiama continuamente il lavoro della Austen. La coppia mi è piaciuta, ma ho trovato che il loro rapporto sia quasi iniziato troppo velocemente. Soprattutto visto che essendo narrato il libro in prima persona viene detto all'inizio che nessuno dei due prova dei sentimenti per l'altro. Quindi o si stavano mentendo e quindi alcuni comportamenti che hanno avuto non mi hanno convinto o siamo passati troppo velocemente tra le fasi della relazione. Nel romanzo ci sono anche tanti momenti carichi di dramma. Alcune cose che si potevano ben indovinare altre meno. Adoro questo elemento, ma qui credo che la scrittrice non sia riuscita a dare il massimo dell'intensità ai momenti rivelazione. Dovevano essere questo scoppio all'interno della trama e tra le relazioni dei personaggi e invece sono stati come un'onda che si sta per creare, ma poi si appiattisce immediatamente. Uno dei motivi per cui non vedevo l'ora di leggere questo romanzo era per il trope del single parent, uno dei miei preferiti di sempre e con cui sono super pignola. Devo ammettere che in questa storia non credo che il personaggio della figlia sia stato sviluppato al massimo. È un personaggio che compare solo quando serve e soprattutto all'inizio quando deve formare un legame con il personaggio maschile. I due hanno tre scene insieme e poi basta, di questo mi è dispiaciuto anche perché le loro interazioni sono alcune delle più divertenti all'interno della storia. Ma una volta che viene creato questo legame i due non hanno più scene insieme, quasi a simboleggiare che la presenza della ragazza non servisse più. La figlia mi è sembrata più un oggetto d'allestimento che un personaggio fondamentale. Non è un paese per single è un buon romanzo. Romantico, divertente e con quel pizzico di dramma che non può mancare, ma non rientra tra i miei preferiti della scrittrice.
Questo libro aveva tanto potenziale, che però poi sfortunatamente la scrittrice non è riuscita a sfruttare al massimo. La storia sembra abbastanza basilare se si pensa che gli elementi fondamentali sono i vampiri e la magia. Due elementi già visti e rivisti, ma a cui la Fuston è riuscita a dare nuova linfa trovando un modo originale per descrivere qualcosa che al giorno d'oggi nelle letture fantasy risulta scontato. Se la base della narrazione è interessante, non ritengo che la sua evoluzione sia stata all'altezza. Tutto il mondo risulta piatto. Dalla storia dell'origine alle sfide che la nostra protagonista deve affrontare niente mi ha mai fatto dire wow. I colpi di scena si dividono in quelli capibili e quelli sorprendenti, che però vengono appiattiti dalla narrazione. C'è un plot twist che proprio non mi aspettavo, che poteva essere uno dei momenti più esaltanti della storia e invece la scrittrice non è riuscita a crearci attorno un momento rivelazione all'altezza. Scrivendolo in due misere righe prima di andare avanti come se nulla fosse. Il triangolo amoroso mi ha sorpreso e non me lo aspettavo. Mi è piaciuta l'evoluzione che ha avuto. I personaggi sono carini, ma niente di memorabile. Alla fine Cruel Illusions è un libro carino, con tanti elementi promettenti, ma niente che mi rimarrà impresso a lungo.
Probabilmente il volume che mi è piaciuto di più della trilogia. È una conclusione in linea con i romanzi precedenti. La narrazione è molto veloce e quindi non da il tempo di poter sviluppare meglio nuovi rapporti o capire appieno i nuovi elementi magici introdotti, ma comunque riesce ad intrattenere, che è quello che volevo dal romanzo. Tella ha decisamente più spazio rispetto a Scarlett, anche perché la sua situazione sentimentale è più complicata. Il personaggio mi è piaciuto e anche come sono state gestite le sue relazioni con Dante e Jacks. Scarlett ha meno tempo per brillare, ma rimane un personaggio che mi piace e adoro la sua relazione con Julian. Un finale dignitoso per una trilogia leggera e accattivante che è riuscita senza problemi ad intrattenermi.
Questo libro è figlio del tempo in cui uscito e intendo questa frase sia nel bene che nel male. Nel male perché alcuni difetti ovviamente ce li ha, soprattuto nel comportamento del personaggio maschile verso la protagonista, ma anche positivi perché riesce ad intrattenerti come pochi romanzi oggi riescono. L'ho iniziato in audiolibro con l'intenzione di ascoltarlo in un paio di giorni come al solito e invece l'ho dovuto divorare e finito questo mi sono buttata sui sequel. Until Friday Night è una storia dolce, triste, drammatica. Che ti fa riflettere ed emozionare. E anche i piccoli difetti che ha vengono dimenticati davanti a questa travolgente narrazione. Per adesso il mio preferito della serie.
Ho riletto questo libro per un progetto universitario e devo dire che non avendo avuto fretta di arrivare alla fine per capire cos'era successo alla band, mi sono goduta di più la lettura e tanti comportamenti che la prima volta avevo detestato questa volta ho avuto più compassione. Non posso dire di amare Billy adesso, ma che lo comprendo di più questo si. Trovo che la Reid sia grandiosa a descrivere personaggi reali, che con i loro pregi e difetti riescono in qualche modo a farti riflettere e cominci pian piano ad apprezzarli proprio perché sono reali.
In questo secondo volume la scrittrice ha completamente abbracciato il suo lato drammatico da Baeutiful e dalla lettura anche del terzo volume posso confermare che non credo abbia intenzione di lasciarlo. Questo non intacca sul fatto che ho divorato anche questo libro perché è altamente avvincente e grazie ai capitoli corti non riesco mai a dire basta, ma certi argomenti importanti vengono trattati all'acqua di rosa e questo mi fa un po' storcere il naso. Devo dire che tutte le teorie che ho avuto durante la lettura del primo romanzo sulle future coppie sono andate in fumo e questa seconda storia ha come protagonista un triangolo amoroso. Personalmente non lo considero tanto tale perché si capisce fin da subito chi lei sceglierà e non c'è neanche tanta lotta o indecisione. Quindi ho trovato molto strano usare i pov di tutti e tre i personaggi. Quello della non scelta poteva benissimo non essere inserito. Non ha praticamente dato niente di più alla storia. Se devo però trovare la motivazione principale per cui il libro non mi ha conquistato è che finisce esattamente dove la storia inizia veramente. Abbiamo praticamente avuto trecento pagine di prologo per poi arrivare al vero inizio e il tutto viene concluso li. Mi ha molto dato la sensazione di una storia tagliata a metà. Peccato...
Questo terzo volume ha un po' i difetti del precedente, cioè che argomenti importanti vengono buttati nella narrazione senza un appropriato approfondimento emotivo, ma ormai sono immersa con tutti i piedi in questa telenovela e quando inizio un romanzo non riesco più a staccarmi. Ho preferito questa storia rispetto alla precedente perché l'ho trovata più completa, però la prima rimane la mia preferita. Il personaggio maschile non mi aveva convinto fin dal primo romanzo anche perché continua a definirsi un bravo ragazzo e ad un certo punto sono arrivata a pensare che gli avrei dato una testata se lo avesse ripetuto ancora una volta. Personalmente non lo ritengo tale per comportamenti precedenti avvenuti, ma devo ammettere che in relazione con la protagonista l'ho trovato più sopportabile e i due insieme mi sono piaciuti. Tutti i personaggi inseriti sono riusciti ad avere il loro spazio adeguato nella trama. Alcuni drammi potevano avere più spessore, ma non si può avere tutto dalla vita. Comunque questa rimane una serie avvincente che continua a tenere in vita il mio interessamento.
L'unico modo sensato che mi viene da usare per descrivere questo libro è questa immagine che mi rappresenta per l'intera lettura:
Personalmente non ho apprezzato nessuno dei personaggi, li ho trovati tutti estremamente problematici e che necessitassero una visita urgente da uno psicologo. Però questo lo considero un punto positivo della narrazione perché credo che sia quello che voleva trasmettere la scrittrice. Dall'altra parte credo che l'aspetto romance, invece, doveva essere apprezzato, ma i due proprio non mi sono piaciuti né singolarmente né in coppia... li ho trovati scialbi. Tipo delle amebe e perché vorrei mai vederli insieme? Il libro durante la lettura mi ha creato davvero tantissima angoscia, cosa super positiva, ma sfortunatamente ho trovato il finale sottotono. Mi aspettavo qualcosa di più esaltante e invece tutta questa adrenalina e paura è scemata dal mio corpo lasciandomi con un semplici 'okay' e niente di più. Ho apprezzato molto l'utilizzo del narratore inaffidabile e il pathos che la Hoover è riuscita a creare, ma non è uno di quei libri per cui mi strappo i capelli.
Se devo descrivere questo libro con una parola sarebbe noia. Avevo decisamente tantissime aspettative e alla fine mi sono trovata con un libro che non mi ha completamente soddisfatta. La relazione tra i due è carina, ma tanto del passato dei due non viene espressamente spiegato, ma solo accennato qua e là. Cosa che non ho trovato corretta perché quello che è successo ad entrambi è quello che li porta ad intraprendere questa finta relazione. Inoltre l'evoluzione dei sentimenti è stata un po’ troppo veloce e alcune volte vengono introdotti degli argomenti importanti in modo quasi random, buttandoli nella storia. Voglio fare un appunto ai personaggi secondari che sono stati probabilmente la mia parte preferita del romanzo. Mi hanno fatto morire dal ridere. La fine è troppo aperta per i miei gusti, mi servivano più pagine. Comunque il libro è carino, ma non leggerò i prossimi.
Queste sono le mie prime cinque stelle dell’anno?! Beh, il fatto che non me ne ricordi altre dovrebbe già dire abbastanza. Le scrittrici sono veramente brave quando scrivono di Rose e Connor. I pensieri e i momenti sono sviluppati veramente bene e hanno le trame più interessanti. Amo e adoro con tutto il cuore. Questa serie si è decisamente presa un pezzo del mio cuore e non credo che lo lascerà mai andare.
Questa prima novella mi ha detto tutto e non mi ha detto niente. Lo stile delle scrittrici mi piace ed è molto scorrevole. Anche se ogni tanto mi sembrava che passassero da un momento all’altro senza mettere un interconnessione nei movimenti dei personaggi in scena. Alcune volte mi chiedevo come fossero arrivati ad essere li, mi sembrava quasi che mancasse una frase. I personaggi per adesso non mi hanno detto niente di che. Ok, sono interessanti, ma non mi hanno fatto impazzire. Il mondo magico qui viene delineato solo in base a quello che serviva per mandare avanti la trama, cosa che mi aspettavo anche perché i protagonisti vivono in questo mondo fin dalla nascita e allora tutto lo spiegone non sarebbe stato sensato. Dalle poche informazioni sono curiosa di capirne di più e spero di avere più risposte nel primo volume della serie. È stata una lettura che mi ha decisamente intrattenuta, ma che non mi ha provocato grandi emozioni. Alcune frasi non mi hanno fatto impazzire e anche se una parte di me poteva capire il contesto devo dire di non aver apprezzato in pieno e questo mi fa molto preoccupare per l’aspetto bully dei prossimi romanzi. Leggerò il primo volume della serie, ma devo ammettere che non sono totalmente convinta di riuscire a passare oltre qualsiasi cosa succederà.
Questo è un libro che parte molto bene, ma che poi andando avanti mi sembra che abbia aggiunto degli elementi solo per poter diventare virale sui social. Mi spiego meglio…
La parte fantasy del romanzo mi è molto piaciuta. L’elemento dei fae può sembrare qualcosa di già visto e sentito, ma al contrario la scrittrice è riuscita a dare una sua versione che riesce a distaccarsi dalla massa e che personalmente ho trovato molto interessante. In questo primo romanzo il mondo viene solo accennato, perché viene dato più spazio al romance, però per quello che ho potuto leggere si prospetta qualcosa con potenziale, che spero venga sfruttato a dovere nei prossimi volumi. Passiamo alla parte romance, che è quella più predominante, ma anche quella che non mi ha convinto del tutto. La coppia mi è piaciucchiata, non posso nasconderlo, però tante volte ho trovato i loro comportamenti troppo e quasi spinti ad un’esagerazione solo per poter rientrare in un modello che possa unirsi alla moda del momento sui social. Inoltre da quando viene introdotto lui ho trovato che la qualità della storia sia peggiorata. Vuoi l'instalove che proprio non mi piace (anche se qui un pochino posso capirlo) o la possessività che lui mostra nei confronti di lei, fatto sta che anche se alcuni momenti mi sono piaciuti, in tanti altri ho costantemente alzato gli occhi al cielo. Manca anche una buona evoluzione nella loro relazione. Passiamo troppo velocemente tra passaggi solo per arrivare allo spicy, che a mio parere è troppo. Passando ai personaggi mi voglio soffermare un attimo sulla protagonista, Estrella. Mi è molto piaciuta per la sua storia e la sua forza. Ma nella relazione trovo che cambia quasi carattere per adattarsi ad un modello più consono a quello che la scrittrice voleva rappresentare. Per quanto riguarda il mondo, togliendo la parte dei fae, l’unica cosa che mi viene da dire è 'che schifo'. La situazione della donna in questo mondo umano è terribile e mi ha molto rattristato non vedere neanche uno spiraglio di luce. Di solito in questo tipo di storie vediamo la contrapposizione tra i buoni e i cattivi anche in base a come trattano le donne e invece qui, personalmente, non l'ho visto. I cosiddetti buoni non mi sembrano diversi su questo aspetto dai cosiddetti cattivi, anche se forse lo nascondono meglio. Questa cosa mi ha molto rattristato mentre leggevo, ma finita la lettura e avendo riflettuto a mente fredda devo dire che trovo questa rappresentazione più reale. Tutte le persone sono nate con le stesse credenze e trovarsi al momento su due fronti diversi non significa cambiare il pensiero radicato in loro fin da giovani. I plot twist del romanzo hanno veramente poco effetto sorpresa. Sono capibili fin dal primo momento. Questo non mi ha disturbato troppo durante la lettura se non sul finale. Qui mi aspettavo decisamente di più e non la rivelazione della cosa più scontata in assoluto. Il libro mi è piaciuto. Ha alcuni difetti, ma mi ha decisamente intrattenuto e devo ammettere di essere molto curiosa di andare avanti con la lettura… soprattutto per capire se ho ragione su altri colpi di scena.
Ho pareri contrastanti su questo romanzo. Da una parte certi elementi mi sono piaciuti molto, dall'altra qualcosina poteva essere migliorato. Ma ve ne parlerò meglio in una recensione approfondita.
CHIARA
Finalmente è arrivato il seguito di Misfit, che dovevo per forza leggere immediatamente visto il finale del primo volume. Devo dire che per quanto non mi dispiaccia questa corale di punti di vista diversi, che aiuta anche la transizione da un protagonista all'altro nei vari libri, ho sentito la mancanza di Sloane e RJ, benché abbiano comunque qualche piccolo capitolo. Sarà anche perché Casey è talmente piena di rabbia e rancore che in alcuni punti il libro risulta pesante e ridondante. Ciò non vuol dire che questo comportamento sia totalmente ingiustificato; anzi, comprendo perfettamente la necessità di sfogo della sorellina di Sloane, come anche la rabbia nel sentirsi presa in giro e voler finalmente reagire, o il sentirsi tradita. Questo giustifica tutte le scelte fatte, verbali e non? No. Fenn è stato fin troppo comprensivo. Tralasciando quindi il fatto che tutti i presenti siano ancora eccessivamente immaturi e che spesso facciano venire i capelli ritti in testa, la mia curiosità legata alla trama di base non è ancora sfumata. Quindi datemi il prossimo volume, grazie.
Datemi uno sport romance che parla di hockey e sicuramente lo leggerò. Tuttavia, qualsiasi romanzo di questa categoria verrà sempre paragonato alla Off Campus e alla Briar U, che per me rimangono sempre in cima alla vetta. Icebreaker ci va davvero, davvero vicino. Qui non si parla solamente di hockey, ma anche di pattinaggio artistico, che tra i due è quello che viene più approfondito, e devo dire che nonostante entrambi rimangano un po' sullo sfondo, non mi è comunque sembrato un dettaglio buttato a caso. Il focus narrativo rimane sulle vicende che gravitano attorno e/o coinvolgono Anastasia e Nate, che mi hanno costantemente sorpresa. Icebreaker è un libro che non si riesce a prevedere facilmente, pieno di colpi di scena e problemi che mettono a dura prova la relazione dei due protagonisti. Relazioni affettive tossiche, il rapporto atleti-cibo e crisi d'ansia caratterizzano un contemporary romance che potrebbe risultare banale, ma invece dà da riflettere senza essere eccessivamente drammatico. Certo, io Stasia ogni tanto l'avrei strozzata, ma non si può avere tutto immagino. Sarebbe stato carino forse avere qualcosina in più dal finale e un confronto ulteriore con la figura "antagonista", ma devo dire che nel complesso l'ho davvero adorato. Aspetto il secondo e il terzo volume.
Ho ricevuto questo arc da SOURCEBOOKS Casablanca, attratta da una trama che aveva tantissimi elementi che di norma sono proprio il mio genere: una scrittrice che si ritrova in blocco, una sua cotta del liceo alla quale scrive una mail per sbaglio, una corrispondenza che porta a qualcosa di più... insomma, c'eravamo. Purtroppo è stato un NO su tutta la linea. Il problema? Lo stile di scrittura. Io adoro l'ironia, mi piace il fatto che ci si possano inserire elementi divertenti in storie anche complesse o che hanno una certa profondità. Qui però si esagera. Alcuni scambi mi sono risultati a tratti volgari, determinate scelte inutili e poco credibili. Praticamente più andavo avanti e più perdevo interesse. Finito per miracolo.
Dopo la delusione del libro precedente dovevo rifarmi con qualcosa di bello e per fortuna l'ho trovato. Ringrazio #prhinternational per l'arc che ho recuperato con un po' di ritardo, che mi ha dato la possibilità di scoprire un'autrice davvero interessante. Nora Goes Off Script è un libro dall'atmosfera melanconica, che per quanto possa presentare una trama semplice (guardata nel complesso) fa riflettere sulle relazioni umane e sui risvolti del destino. Ho adorato il personaggio di Nora nella sua complessità, nei suoi dubbi, paure e difetti, la semplicità con cui Leo si inserisce nella sua vita e il modo in cui si relaziona coi suoi figli - anche loro altamente coerenti con la loro età, piuttosto che piccole "macchiette squillanti" dal poco spessore come spesso accade. Mi è piaciuto molto anche com'è stato gestito il punto interrogativo che caratterizza i risvolti da metà libro in avanti, quel farti capire che c'è qualcosa che non torna senza renderlo troppo palese fino al momento conclusivo. Molto bello. Sicuramente entrerà nel gruppo dei miei preferiti. Aspetto il prossimo libro della scrittrice a giugno/luglio.
Quanto ho adorato questo libro! Era da un po' che Camilla me lo consigliava, ma non pensavo che questo young adult mi piacesse così tanto. Sono totalmente innamorata di Liz e West, tanto che una parte di me non avrebbe voluto finisse. Per fortuna abbiamo l'annuncio di un seguito, perché decisamente non avevo abbastanza di questi due. Si tratta di un enemies to lovers fresco, pieno di riferimenti ai film d'amore degli anni '90 con cui sono cresciuta e che sono tra i miei preferiti di sempre, impreziosito con scene che mi hanno fatta davvero morire dalle risate. Ecco, rispetto a The Book Proposal, Better than the movies non sbaglia il tempismo, non risulta mai grottesco o fastidioso. Al contrario l'unica cosa che ti viene da pensare è solo "ma che sfortuna!" e "perché diamine non vedi che lui è quello giusto?" 😂. Vogliamo trovare il pelo nell'uovo? Avrei voluto un qualche approfondimento in più sul resto dei personaggi, e una Liz meno cattiva verso la sua matrigna, ma chi non avrebbe reagito alla stessa maniera? Poche persone credo. In ogni caso, direi che tirando le somme, la Painter ha trovato una nuova fan!
Ho ricevuto questo arc Andrews McMeel Publishing ed è finito troppo presto! Io adoro questi due orsetti, e devo dire che questa graphic novel mi ha intenerita ma anche divertito molto. Ci sono davvero delle scene stupende che rendono impossibile rimanere seri. Per di più l'aggiunta alla piccola famigliuola mi ha davvero uccisa 😂 C'è un secondo volume? Perché io mi prenoto subito.
Questo era il libro del mese da leggere con Cami ma, non ce l'ho fatta.
Fortuna che mi ha pure detto "lo finirai tu prima di me". No, in realtà nemmeno sono arrivata oltre pagina 100, temo. Per quanto lo stile di scrittura sia come al solito accattivante, stavolta l'autrice non mi ha convinta con la trama. Più infatti andavo avanti, più mi trovavo confusa da quello che stavo leggendo e dai personaggi presentati, tanto che per quanto mi rendessi conto di trovare il tutto "carino", ero anche consapevole che non stavo assolutamente seguendo le vicende presenti. Al che ho mollato.
Chi lo sa che non ritenti nuovamente in futuro.
Come dice la mia amica Veronica, ormai per me la Young è una conferma. Questo romanzo si distacca da tutti quelli che ho letto finora suoi, ma devo dire che questo cambio non mi è dispiaciuto. Con la fatica che sto facendo ultimamente a trovare dei fantasy che riescano a catturare la mia attenzione, Spells for forgetting mi ha rapita per la sua ambientazione cupa e misteriosa, che ti intrappola in questa piccola isola piena di segreti, oscuri presagi e violenza. Ho adorato il modo in cui l'elemento thriller si è via via infittito, portando alla luce zone d'ombra che non hanno fatto altro che aumentare i possibili colpevoli più che rendere immediatamente palese cosa fosse successo e chi fosse stato. I flashback ammetto che da una parte approfondiscono, ma dall'altra, non essendo in ordine cronologico, confondono, però l'insieme mi ha comunque convinta. La coppia protagonista poi... chef kiss. Avrei giusto voluto un po' più di spazio sul finale per capire dove siano finiti i vari personaggi (alcuni spero finiscano molto male), ma chissà, magari Saorsie farà ancora parlare di sé con qualche novella? Io ci spero.
Un debutto da un lato interessante, dall'altro caratterizzato da elementi che secondo me dovevano essere sfruttati meglio e invece risultano meramente abbozzati. Questo romanzo viene paragonato a Practical Magic, Gilmore Girls e anche a The Very Secret Society of Irregular Witches, e posso anche capire perché, però non ne regge il confronto. Ho fatto un po' di fatica a iniziare, ma mi sono sforzata perché nonostante non mi avesse conquistata dalle prima pagine, sia la scrittura che il modo in cui la magia viene unita al mondo reale erano effettivamente degni di nota. Ecco un urban fantasy in cui l'elemento magico risulta chiaro, coerente e soprattutto ben amalgamato alla vita quotidiana. Questo mi è davvero piaciuto molto (carina anche l'idea delle ricette - vere - che intervallano i capitoli). Il problema è la trama, che man mano dovrebbe andare a infittirsi e invece risulta piena di lacune o punti gettati a caso senza essere approfonditi. Al contrario, ne vengono persino aggiunti altri al calderone, così da andare a creare un miscuglio caotico che rende tutto l'insieme superficiale. Si potevano approfondire le relazioni umane, così come l'aspetto delle varie maledizioni, o la crescita stessa di Sadie e invece niente. Anche il triangolo "creatosi" mi è sembrato l'ennesima aggiunta che poteva essere evitata, visto poi come si conclude. Di granché non aggiunge. Peccato perché le figure prese da sole sono interessanti e secondo me era una storia che poteva dare ancora di più. Carino, ma per me si poteva fare molto meglio.
Vi consiglio comunque di dargli una possibilità, esce il 19 settembre! Io ringrazio Alcove Press per l'ARC.
Avete trovato qualche nuova lettura preferita questo mese?
- Team Spill the Book
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