Ciao lettor*!
Eccomi qui con la prima recensione tra le nuove uscite di febbraio che avete chiesto per il blog. L'altra arriva appena riesco a inserire il libro nelle prossime letture. Intanto qui approfitto per ringraziare la @PRHInternational per l'ARC, così sono riuscita a leggerlo un pochino prima che arrivasse la mia copia cartacea.
Autrice: Ali Hazelwood
Data d'uscita: 4 febbraio 2025
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 464
Prezzo: 17,90€
Trama: Scarlett Vandermeer ha sempre nuotato controcorrente. Studentessa
del terzo anno a Stanford, si sta concentrando sull'ammissione alla
facoltà di Medicina mentre si riprende dall'infortunio che ha quasi
messo fine alla sua carriera di tuffatrice dalla piattaforma. Non ha
tempo per le relazioni - o almeno questo è quello che ripete a sé
stessa. Anche Lukas Blomqvist vive di disciplina. Campione del mondo e
capitano della squadra di nuoto, è così che vince medaglie d'oro e batte
ogni record: massima concentrazione, a ogni bracciata. A prima vista,
fuori dalla piscina, Lukas e Scarlett non hanno nulla in comune, se non
la passione per l'acqua. Ma per pura combinazione, i due vengono a
conoscenza di un «segreto» che condividono e che è difficile da ignorare
quando finiscono a lavorare insieme allo stesso progetto di biologia. E
così, mentre la pressione per le Olimpiadi cresce, anche l'attrazione
tra loro aumenta. Stare lontana da Lukas diventa impossibile e Scarlett
si rende conto che il suo cuore potrebbe affondare in acque
pericolose...
Recensione:
*attenzione, presenza di spoiler minori*
Voto: 5 ⭐
Premettendo che mi aspettavo si andasse in ordine di pubblicazione e che quindi prima arrivasse Not in Love, sono davvero molto contenta che questo romanzo sia stato pubblicato in contemporanea in Italia.
Detto ciò, inizio comunque già col dirvi che questa storia si distanzia parzialmente dalle atmosfere più vannilla-romcom dei primi libri della Hazelwood, e penso che come Not In Love sarà abbastanza divisivo anche tra i fan di questa autrice, anche se ciò non toglie che non si sia persa l'ironia che la contraddistingue, né la sua delicatezza nell'affrontare tematiche più serie.
Deep End ci porta nel mondo dello STEM ma anche dello sport, visto che entrambi i protagonisti sono due atleti, rispettivamente una nella squadra di tuffi e l'altro capitano della squadra di nuoto. Devo dire che Ali Hazelwood rimane l'unica persona al mondo capace di farmi interessare alle scienze; ogni volta che parla di un qualunque argomento inerente mi ritrovo a pensare di volerne sapere di più, quindi qui avrebbe potuto tranquillamente allungare il libro di altre cento pagine mostrando ancora più concretamente il lavoro di Lukas e Scarlett nel laboratorio in cui collaborano e io ne sarei stata assolutamente estasiata. In Deep End, invece, l'aspetto scientifico è rimasto un po' in background rispetto ai libri precedenti, ma ciò non toglie che mi renda perfettamente conto che stavolta il focus del libro fosse altro, e quindi non riesco a considerare questa leggera "assenza" come un difetto, ma solo come una naturale conseguenza di scelte narrative differenti.
E quindi, com'è andata la Hazelwood nel suo primo romanzo sport romance? Molto bene. E lo dico tenendo come elemento di paragone la Kennedy e la Zapata, che per me sono tra le migliori nell'inserire davvero lo sport all'interno di una trama. In più, da grande amante dei tuffi da trampolino e piattaforma quale sono, vi lascio immaginare la mia felicità nel vederli al centro della narrazione. Credo che l'unico libro (di mia conoscenza, quindi nel caso sono apertissima ai suggerimenti) in cui si parla anche di nuoto a livello agonistico sia solo la serie Misfit della Kennedy, quindi era ora che anche qualcun altro portasse un po' di attenzione su questo meraviglioso sport.
E' anche vero che il traino di questa storia rimane la meravigliosa protagonista femminile che ci viene proposta.
Troviamo Scarlett in un momento in cui tutto sembra andare male: lei, con un talento nei tuffi e persona che di natura mira sempre alla perfezione e all'eccellenza, dopo un brutto infortunio capitato un anno e mezzo prima in gara, si ritrova ancora bloccata da un disturbo da stress post-traumatico che le causa dei twisties che le impediscono di riuscire a tornare a ripetere quello stesso tuffo che l'ha portata a farsi male. Fisicamente viene detto in maniera chiara da subito che non ha nulla, l'intervento fatto è andato bene e la fisioterapia l'ha riportata in una condizione fisica ottimale per poter continuare, quindi il problema è "nella sua testa". Peccato che per quanto continui ad allenarsi e usufruisca dello sportello psicologico, tutto questo pare portare a nessun risultato di miglioramento concreto.
Se a ciò si aggiunge una carriera scolastica che al momento non ha i risultati che vorrebbe si può immaginare come questa crisi inizi a mettere in discussione tutto ciò che Scarlett crede di sapere di sè, non solo come tuffatrice, ma anche come persona. Avendo sacrificato energie, impegno e tempo, anche a discapito dei rapporti personali (come spesso capita ad atleti di un determinato livello), ritrovarsi in qualche modo manchevole di qualcosa in tutti gli aspetti della propria vita non è sicuramente un colpo leggero da affrontare, soprattutto perchè sicuramente triggerano ferite emotive create dalle violenze verbali e psicologiche subite dal padre quando era più giovane.
Al contempo, per assurdo è proprio questa crisi e una serie di coincidenze che potremmo definire insolite la chiave per ritrovare se stessa e accorgersi davvero di quanto vale, perchè per quanto Scarlett abbia un carattere sotto certi punti di vista forte e determinato, ha ancora in sè anche molte fragilità legate al proprio passato che mi hanno davvero stretto il cuore. Il non aver paura di esprimere le proprie idee quando sa di essere nel giusto, il suo istinto di protezione verso chiunque giudichi in difficoltà e la lealtà nei confronti delle persone a cui vuole bene si sommano infatti al timore di essere sempre quella di troppo, al sentirsi l'anello "sacrificabile" della catena, o al pensiero di non essere all'altezza degli altri e delle loro aspettative, creando così un personaggio complesso ma allo stesso tempo facile da amare. Per questo credo che il percorso che fa Scarlett durante tutto il libro sia davvero bello, perchè in qualche modo è come se si riappropriasse finalmente di quella fiducia in sé che aveva perso, capendo al tempo stesso che ammettere di avere un problema e parlarne con le persone a cui si tiene non è sinonimo di debolezza, ma è solo qualcosa che ci rende umani, oltre che il primo passo concreto per affrontarlo. Anzi, aprirsi agli altri e renderli partecipi di ciò che proviamo e pensiamo è un modo per farli davvero essere parte della nostra vita.
Ho adorato come Lukas sia uno degli elementi fondamentali perchè ciò avvenga, sottolineando anche un altro messaggio fondamentale: vincere e arrivare a essere i migliori è sicuramente un obiettivo lodevole, ma
deve essere legato alle giuste emozioni perchè altrimenti rischia di diventare un'ossessione; al contempo, può essere anche che per quanto si eccella, le proprie aspirazioni nella vita siano altre, ed è giusto così.
Tenendo conto che nella propria categoria è il migliore e che pare davanti a sé avere una carriera assolutamente ancora in ascesa, lasciar dire queste parole a Lukas risulta ancora più d'impatto, non solo per il lettore, ma anche per Scarlett stessa, che trova così la spinta giusta per indagare su cosa c'è all'origine del proprio infortunio, e anche per uscire da quella muraglia che involontariamente si è creata attorno.
Tenendo conto che nella propria categoria è il migliore e che pare davanti a sé avere una carriera assolutamente ancora in ascesa, lasciar dire queste parole a Lukas risulta ancora più d'impatto, non solo per il lettore, ma anche per Scarlett stessa, che trova così la spinta giusta per indagare su cosa c'è all'origine del proprio infortunio, e anche per uscire da quella muraglia che involontariamente si è creata attorno.
Mi soffermo ancora un secondo su questa figura perchè secondo me Lukas vale davvero tanto, e non solo per l'aspetto kinky della storia. Quello che per me funziona tanto di questo personaggio è il fatto che lo si percepisca come "vero" fin da subito. E' una persona che non parla troppo, ascolta molto, osserva altrettanto e soprattutto non ha bisogno che qualcosa gli venga sempre detto perchè la capisca (o possa intuirla) da sé. Sembra comprendere immediatamente la fragilità emotiva di Scarlett e per quanto non si faccia problemi a esprimere ciò che vuole e desidera, non invade mai i suoi spazi con prepotenza e anzi, dimostra una grande pazienza nell'aspettare i suoi tempi. Ci sono tanti piccoli gesti, silenzi o attenzioni che rendono palese quanto Lukas ci tenga a lei e la voglia nella sua vita, fugando eventuali dubbi e timori senza praticamente battere ciglio, e posso dirvi? E' stata anche questa una ventata d'aria fresca.
Al contempo non riesco a considerarlo un ordinario cinnamon roll, perchè Lukas ha una schiettezza netta e diretta, quasi ruvida alle volte, che me l'ha reso ancora più interessante: non è uno che si nasconde dietro a eccessiva cautela nel dire le cose, anche se non sono belle da sentire, e non ha paura di affrontare eventuali problemi o discussioni, portando Scarlett a fare altrettanto. Per lo stesso motivo ho amato vedere Lukas relazionarsi anche ad altre
persone così da notare sempre diversi aspetti della sua persona:
riservato con chi non ha rapporti ma sempre educato nel porsi; leale con
le persone a cui vuole bene, e in grado di smentirne bugie o
sottolineare comportamenti sbagliati quando ncessario; il suo essere
un grandissimo maniaco dell'ordine e della pulizia, tanto da risultare
una sorta di dittatore coi suoi coinquilini, per non parlare del fatto che non abbia il minimo problema a riconoscere che Scarlett sia più brillante di lui in determinati ambiti.Per di più è uno che non si prende neanche troppo sul serio (ma questo vale anche per Scarlett). Lukas è il primo a prenderla in giro senza farsi alcun problema a riguardo, e questa cosa mi ha fatto scappare una risata in più di un'occasione. D'altra parte, le interazioni tra loro mi hanno davvero divertita molto proprio perché si distanziano dall'essere solo eccessivo flirt o smancerie, ma risultano proprio molto reali nella loro semplicità.
Privo di difetti, quindi? No, perchè anche Lukas ha le sue ferite e dei modi di reagire a determinate situazioni o emozioni, e devo dire che questo aspetto legato anche alla questione del "controllo" mi è piaciuto davvero molto, perchè ha ancora più senso inserito in tutto il resto del contesto.
Vogliamo poi parlare dell'elefante nella stanza?
Come già vi accennavo prima il romance qui si distanza da scene più vanilla oriented e ci porta a spaziare nelle dinamiche di scambio di potere e di BDSM, dettaglio che viene specificato nella prima pagina del libro. A mio parere non sono scene eccessivamente forti da poter sconvolgere ma potrebbero toccare la sensibilità di qualcuno se non sono argomenti che si apprezzano, quindi valutate voi se voler provare o meno a leggerlo.
Detto ciò, ci tengo anche a specificare che qui si parla sempre di rapporti consensuali avvenuti dopo averne necessariamente discusso in maniera corretta, e che Lukas stesso continui a ricordare costantemente a Scarlett che basta che lei dica "stop" per fermare qualsiasi cosa e anche nelle scene che non riguardano il sesso in sé, se si sta attenti si capisce chiaramente come Lukas lasci sempre a Scarlett l'ultima parola, senza mai forzare nulla.
Altro elemento che ho apprezzato e non era scontato è stato il fatto di dare lo stesso valore a entrambe le preferenze sessuali citate: che si propenda per dei rapporti più vanilla o qualcosa di diverso, nessuno può e deve essere giudicato o sminuito per quello che sente più affine.
Passando invece a un parere più personale, vorrei dire che capisco perfettamente perchè la Hazelwood avesse proposto come titolo "Whet". Santo. Cielo. Chissà se prima o poi riusciremo a vedere la lista di Scarlett e Lukas per intero, ormai sono curiosa.
Passando invece a un parere più personale, vorrei dire che capisco perfettamente perchè la Hazelwood avesse proposto come titolo "Whet". Santo. Cielo. Chissà se prima o poi riusciremo a vedere la lista di Scarlett e Lukas per intero, ormai sono curiosa.
In ultimo, Pen. La sua amicizia con Scarlett inizia in maniera abbastanza inconsueta e devo dire che ho amato come, in modo diversa che con Lukas, le ragazze si completino e supportino in modo assolutamente naturale. Alcuni momenti erano così teneri che sembrava si conoscessero davvero da sempre, anche per questo mi ha fatto ancora più male iniziare a notare una certa tossicità nel rapporto quando purtroppo le cose per qualcuno hanno iniziato a non andare benissimo.
Questa faccenda (e anche la relazione passata di Scarlett) solleva però un atteggiamento non così raro, purtroppo, tra le persone, ovvero quello di non riuscire ad arginare il proprio egocentrismo ed egoismo, nascondendosi poi dietro finti vittimismi o giustificazioni. Ho odiato ogni singola parola e atteggiamento rivolti in primis a Scarlett in questo senso e ho sofferto ernomemente nel vedere la nostra protagonista incassare tutto come se, nonostante fosse lei la parte lesa, chi l'aveva ferita avesse di fondo ragione.
Questa faccenda (e anche la relazione passata di Scarlett) solleva però un atteggiamento non così raro, purtroppo, tra le persone, ovvero quello di non riuscire ad arginare il proprio egocentrismo ed egoismo, nascondendosi poi dietro finti vittimismi o giustificazioni. Ho odiato ogni singola parola e atteggiamento rivolti in primis a Scarlett in questo senso e ho sofferto ernomemente nel vedere la nostra protagonista incassare tutto come se, nonostante fosse lei la parte lesa, chi l'aveva ferita avesse di fondo ragione.
Per fortuna la Hazelwood mi ha sorpresa ancora una volta, prima di tutto non eccedendo nel drama o nel creare ulteriori "villain" nella storia, lasciando piuttosto spazio a Scarlett per avere più di un confronto necessario per chiarire le cose e andare avanti, e poi optando per reazioni non-cliché soprattutto in una determinata scena, cosa che ho apprezzato moltossimo.
Il finale poi è di una dolcezza infinita, compresa la scelta del POV finale nell'epilogo.
Continuo a sperare che prima o poi Ali ci regali un libro di novelle con tutti i protagonisti delle sue storie. Nel frattempo, ci "consoleremo" con Mate, in arrivo in autunno eee.... a quanto pare Problematic Summer Romance A MAGGIO!😍Se avete amato Not In Love come me state pronti a rivederne i personaggi!
Continuo a sperare che prima o poi Ali ci regali un libro di novelle con tutti i protagonisti delle sue storie. Nel frattempo, ci "consoleremo" con Mate, in arrivo in autunno eee.... a quanto pare Problematic Summer Romance A MAGGIO!😍Se avete amato Not In Love come me state pronti a rivederne i personaggi!
Comunque, ricapitolando, Deep End è un new adult forse non adatto a tutti, ma che secondo me regala tanto a livello emozionale, portandoci sì nel mondo delle competizioni sportive, ma lasciandoci anche più di una riflessione riguardo chi siamo e come ci percepiamo rispetto a noi stessi e agli altri e che forse, almeno ogni tanto, anche noi un po' di felicità e di amore ce li meritiamo, senza metterci sempre al secondo o terzo posto. Basta solo capire per cosa o chi vale la pena lottare.
Voi l'avete già letto? Nel caso fatemi sapere qui o su IG cosa ne pensate!
Intanto, alla prossima recensione!
Chiara
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