Buongiorno amici lettori!
Oggi è il mio turno di parlarvi di Così si perde la guerra del tempo, libro acclamatissimo in America che domani sbarcherà anche nelle nostre librerie grazie a Oscar Mondadori. Anche se sotto alcuni punti di vista il libro è interessante, non mi ha convinto fino in fondo.
Titolo: Così si perde la guerra del tempo
Autore: Amal El-Mohtar & Max Gladstone
Data di uscita: 3 Novembre
Editore: Mondadori
Serie: autoconclusivo
Pagine: 216
Prezzo: 14€
Trama: Tra le ceneri di un mondo in rovina, un agente del comandamento trova una lettera: "bruciare prima di leggere". Inizia così la strana corrispondenza tra due agenti rivali, Rossa e Blu, emissarie di due fazioni in lotta, ciascuna desiderosa di controllare il passato per dominare il futuro. Ma quella che è iniziata come una sfida a distanza presto si trasforma in qualcosa di diverso, presto si trasforma in qualcosa di diverso. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico ... qualcosa che potrebbe farle uccidere. Perché in fine dei conti c'è una guerra in corso. E qualcuno deve vincerla. Non è così che funziona?
Recensione:
Voto: 2 stelle!
Iniziamo subito con la dura verità, cioè che Così si perde la guerra del tempo, oggettivamente, non è un brutto libro, ma io non sono un critico letterario. Al contrario sono una lettrice e valuto la maggior parte delle mie letture in base ai sentimenti che mi trasmettono e sfortunatamente questo romanzo non mi ha dato niente.
"Le parole possono ferire, ma sono anche ponti"
L'inizio è molto traumatico per il lettore che viene immediatamente catapultato nel mondo creato dagli scrittori. Tanti libri iniziano buttando chi legge all'interno della storia senza nessuna informazione, ma successivamente queste vengono date per comprendere appieno quello che sta succedendo ad un livello globale. Qui, invece, non accade, sono dovuta arrivare a metà libro per capire che non avrei mai potuto immergermi completamente nella narrazione per una continua mancanza di informazioni basilari indispensabili per la comprensione generale.
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Parte principale del romanzo è il romance e devo essere totalmente sincera dicendo che non mi ha fatto né caldo né freddo, ma credo che questo derivi dalla grande confusione che pervade il mondo creato dagli scrittori. Dovrebbe essere un punto fondamentale ed invece è stato trattato solo come sfondo. Le uniche persone che hanno chiara l'ambientazione del libro sono gli autori, tutti noi siamo ospiti, quasi non graditi, all'interno della storia. Non ci vengono dati dettagli se non piccolissimi che il lettore deve essere in grado di decifrare pian piano nella narrazione, ma sono ancora troppo pochi per poter concederci una visione completa d'insieme. Per fare un solo esempio di quello che intendo: le due protagoniste fanno parte di due agenzie avversarie che sono in guerra tra di loro, ma mai una volta viene spiegato la motivazione della guerra. Le due agenzie stesse sono molto offuscate nella mente di chi legge perché non abbiamo informazioni sulla loro struttura o come si distinguono tra di loro se non per minuscoli dettagli che vengono detti solo a favore dello svolgimento della trama.
Il mondo creato da El-Mohtar e Gladstone, secondo me, poteva rivelarsi uno dei più originali e interessanti del genere e sono convintissima che i due scrittori nella loro mente lo abbiano pensato in una maniera molto precisa, perché dovendoci dare poche e centellinate informazioni tu che scrivi devi sapere ogni minimo dettaglio e dove inserirlo nella trama, un po' come gli scrittori di gialli che devono lasciare degli indizi durante tutta la storia. Il problema qui sta proprio nel fatto che non arriva un grande momento di rivelazione come nei gialli, non si toglie il velo mettendo il tutto in una prospettiva più chiara, qui si rimane nell'oscuro e questo ha portato ad un mondo che al lettore sembra approssimato e davvero poco comprensibile.
"Comincia a far rotolare una pietra e tra trecento anni avrai una valanga."
L'altro punto che non mi ha convinto è lo stile di scrittura. Mi è sembrato per quasi tutto il tempo molto aulico, soprattutto nelle similitudini. La prima parola che mi viene in mente pensando a queste frasi è 'pesanti'. Così complesse che certe volte dovevi leggerle più di una volta per comprendere appieno il significato. A questi momenti se ne alternavano però alcuni più morbidi, rilassati, in cui la narrazione continuava in maniera più fluida e sono proprio queste le parti che mi sono piaciute; sfortunatamente, però, sono state troppo poche.
Sia lo stile che la storia, non di per sé, ma per le sensazioni che vuole invocare nel lettore mi ha ricordato Il Mare Senza Stelle di Erin Morgenstern. Da qui si può ben capire che visto che quest'ultimo non mi è piaciuto neanche il libro di El-Mohtar e Gladstone è riuscito a convincermi. Però può benissimo valere anche il contrario, cioè che chi ha apprezzato il lavoro della Morgenstern possa trovare un nuovo preferito in Così si perde la guerra del tempo.
Come vi ho parlato nel mio approfondimento (potete trovarlo qui) lo stile di narrazione è originale, in quanto metà narrazione avviene attraverso lettere che le due protagoniste si scambiano. Devo dire che questo stile, in questo libro, non mi ha particolarmente convinto. Credo che abbia quasi frapposto un vetro tra me e le protagoniste non facendomi creare un legame con loro. A questo ha contribuito anche il poco contesto. Parlandosi tra di loro le due comunicano con parole specifiche del mondo in cui si trovano e il lettore viene escluso, come se loro avessero un codice segreto di comunicazione. Per capire il significato di una parola certe volte serve leggerla una decina di volte, portando a creare un distacco tra la storia e chi legge che quasi non si sente ben accetto all'interno del romanzo.
"E nella tua assenza sei letale come un'arma"
Il libro è totalmente incentrato sul romance tra Blu e Rossa, ma io non ho sentito questa chimica tra di loro e non ho neanche capito come le due si sono innamorate. Per me la loro storia proprio non ha senso, forse sono stata offuscata durante tutta la lettura dallo stile e il mondo che non mi hanno convinto, ma adesso che ho finito il libro da un po' di giorni posso dire che non mi viene in mente nessuna scena in cui le due mi siano piaciute. Anche il finale, molto aperto, ha contribuito poco a mettermi chiarezza sia nei sentimenti che nei pensieri su queste due.
Ho concluso il romanzo non provando niente, né gioia, né rabbia, né tristezza, ma solo una grande apatia rivolta sia alla storia che ai personaggi.
Ho concluso il romanzo non provando niente, né gioia, né rabbia, né tristezza, ma solo una grande apatia rivolta sia alla storia che ai personaggi.
"Può darsi che sia pazza, ma morire per una pazzia è morire per qualcosa."
Così si perde la guerra del tempo è un libro molto particolare, che con una parola può farti innamorare o non convincerti del tutto. E' un romanzo che non puoi prevedere a chi piacerà o a chi no, perché ognuno deve iniziare questo viaggio per conto suo, alcuni ne rimarranno estasiati, altri non riusciranno mai ad immergersi totalmente nelle sue dolci parole.
Ringrazio infinitamente Cristina per avermi dato la possibilità di partecipare a questo Blog Tour e la Mondadori per avermi concesso di leggere il libro in anteprima. Qui sotto trovate gli altri appuntamenti di oggi!
- Camilla
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