Buongiorno amic* lettor*!
Torno sui vostri schermi in questa fredda giornata di novembre per parlarvi della dilogia Forgotten Gods di Marie Rutkoski, che ho letto e amato il mese scorso. In questo articolo potrete trovare le informazioni dei due romanzi e il mio parere su di loro.
INFORMAZIONI GENERALI:
Trama primo libro: Nel mondo in cui vive Nirrim il crimine dilaga, nonostante la durezza con cui viene punito, e i piaceri non esistono. O meglio, sono riservati all'Alta Stirpe. Per le persone di basso rango, gli abitanti del Rione, come Nirrim, la vita è solo cupezza e castigo, è vietato anche soltanto assaggiare dolci o indossare abiti colorati. Due sono le scelte possibili: seguire le regole oppure pagare pegno e sopportare le conseguenze. E così Nirrim ha imparato presto a tenere la testa china, e a nascondere il pericoloso segreto che custodisce. Fino al giorno in cui non incontra Sid, che giunge da lontano, le racconta che l'Alta Stirpe possiede una magia, e la sprona a conquistare quello stesso potere per sé. Ma per farlo, Nirrim deve abbandonare la sua vecchia vita e riporre tutta la sua fiducia in una persona sconosciuta che sembra chiedere, più di tutto, di non darle fiducia. Un fantasy epico e romantico assieme che ci mostra come liberarci dalle bugie che ci raccontano gli altri, e da quelle che raccontiamo a noi stessi.
Serie:
Serie:
1. The Midnight Lie (in italiano La bugia di mezzanotte)
2. The Hollow Heart
- Genere: fantasy YA
- Storia d'amore principale: f/f
- Trope: strangers to allies to friends to lovers
- Pov (punti di vista):
The Midnight Lie: Nirrim
The Hollow Heart: Nirrim, Sid, God
- Per adesso solo il primo dei due volumi è uscito in italiano. Non si sa ancora niente di una possibile pubblicazione del secondo romanzo.
- Livello di inglese: intermedio
(Se non siete sicur* di riuscire a leggerlo in lingua, vi suggerisco di provare l'estratto che potete trovare anche su Amazon)
- La dilogia è ambientata 20 anni dopo le vicende della The Winner's Trilogy e i personaggi della trilogia originaria vengono nominati e compaiono.
Serve aver letto la Winner's Trilogy prima di leggere questa?
Tecnicamente no, perché tutti gli eventi necessari alla comprensione vengono ripresi. Ma io consiglio di farlo perché è sempre meglio vivere in prima persona certi eventi, rispetto ad un resoconto addolcito.
PUNTI FORTI E DEBOLI:
PUNTI FORTI:
- Lo stile della Rutkoski, riuscirà a stregarvi completamente.- La storia d'amore tra Sid e Nirrim. Fin dal primo incontro senti la chimica tra i due personaggi.
- Il mondo narrato dalla scrittrice è sia vecchio che nuovo per i lettori di lunga data. Vecchio perché ci troviamo nello stesso universo della The Winner's Trilogy, ma allo stesso tempo nuovo perché andiamo all'esplorazione di un luogo completamente diverso. Ancora una volta la scrittrice riesce a creare qualcosa di così vicino alla realtà che non può che farti stringere il cuore.
- Il sistema magico/delle divinità è qualcosa che era stato solo accennato precedentemente e che qui invece ha la possibilità di sbocciare.
PUNTI DEBOLI:
- Certi punti della narrazione sono troppo veloci. La scrittrice poteva prendersi più tempo per elaborare il tutto. Ne risente soprattutto la parte finale del secondo volume. Finisce in modo appropriato? Si, ma un approfondimento non avrebbe fatto male.- Tante persone si fermano al primo libro o decidono di non finirlo per come vengono rappresentati i personaggi della trilogia originaria. A me aveva interessato questa "luce negativa" su di loro, perché mostra come la scrittrice non abbia paura di osare. Per chi non è sicur* di leggere la dilogia per questa motivazione ci tengo a rassicurarvi che la scrittrice ha la situazione completamente sotto controllo e che non tutto è quello che sembra.
MINI RECENSIONI:
- THE MIDNIGHT LIE/ LA BUGIA DI MEZZANOTTE - 4.5 stelle!
Arrivare al primo dieci percento di questo romanzo mi è sembrato come un parto: lungo ed estenuante. Prima di iniziare la lettura sapevo che questa dilogia è ambienta nello stesso mondo di The Winner’s Trilogy, però mentre leggevo non mi ci ritrovavo per niente. Questo aggiunto allo stile particolare della scrittrice mi ha mandato totalmente fuori fase e pensavo che non sarei mai riuscita a finirlo.
Poi il miracolo: l’introduzione di Sid.
Finalmente mi è sembrato di rientrare in careggiata e la nebbia sull’ambientazione ha cominciato lentamente ad evaporare.
La narrazione avviene vent’anni dopo la trilogia originaria e ci troviamo in una parte di mondo totalmente inesplorata, cosa che comporta un vento di novità, se non quasi di confusione iniziale per chi legge.
Il punto focale della storia è proprio il rapporto tra Nirrim e Sid. Due persone totalmente diverse, ma che riescono a trovarsi e a stringere un legame meraviglioso. La prima è una ragazza insicura e succube delle persone che la circondano e sfruttano senza che lei prenda veramente posizione perché non vuole essere abbandonata e anzi pensa che tutto questo sia amore. Sid, al contrario, è scappata da una difficile situazione familiare, che però non le impedisce di decide di essere se stessa al cento per cento. Mi ha ricordato molto Anna Lightwood, credo che le due potrebbero essere facilmente migliori amiche: vestite sempre bene, sbarazzine e sciupafemmine.
La storia tra le due a volte mi è sembrata un pelino troppo veloce e servivano due o tre informazioni in più sui loro pensieri, ma dopo il primo dieci percento dove ero sicura che avrei abbandonato, la Rutkoski è riuscita a coinvolgermi completamente e non ho potuto che apprezzare enormemente il romanzo. Tutto questo grazie alla sua magnifica prosa. Ci impieghi un attimo ad abituarti, ma quando lo fai nessuno più ti fermerà.
La storia in sé sembra veramente iniziare solo alla fine, questo è praticamente un lungo prologo, quindi sono molto curiosa di sapere cosa succederà.
Ci tengo in oltre a fare un applauso alla scrittrice perché ha preso una scelta che poche altre avrebbero intrapreso, riportando indietro personaggi amati e facendoli vedere sotto una luce diversa non sempre positiva. È vero che tutto può essere aggiustato nel secondo volume, perché durante questo abbiamo solo appreso informazioni per vie terze, ma devo ammettere che il ricordo che avevo dei personaggi si è incrinato e non so se riuscirò più a leggere la trilogia originaria con gli stessi occhi.
- THE HOLLOW HEART - 4 stelle!
Era da tantissimo tempo che non mi capitava di finire un libro fantasy ed essere così coinvolta da voler immediatamente leggere il seguito, ma The Midnight Lie ci è riuscito e quindi mi sono subito buttata su The Hollow Heart.
Il romanzo è narrato dal punto di vista di Nirrim, Sid e un terzo personaggio che fa quasi da narratore esterno, collegando passato, presente e futuro e anche personaggi secondari che compiono azioni significative per la narrazione non essendo però protagonisti.
Nirrim deve affrontare quello che è successo alla fine del libro precedente, mentre Sid i suoi genitori.
Nirrim deve affrontare quello che è successo alla fine del libro precedente, mentre Sid i suoi genitori.
Come ho detto nella recensione del primo volume ho trovato coraggiosa la scelta della scrittrice di far tornare i personaggi della trilogia precedente e metterli in cattiva luce, ma come mi aspettavo quello che leggiamo in The Midnight Lie non è totalmente vero. Dobbiamo ricordarci che Sid, anche se un po’ grandicina, è comunque una ragazzina che si arrabbia e non sempre dosa correttamente l’intensità delle sue parole. Durante il primo libro sentiamo solo quello che dice, senza sapere cosa veramente pensa e solo adesso ne veniamo a conoscenza. Con questo non voglio dire che lei abbia dato una versione completamente diversa da chi sono in realtà i suoi genitori, ma diciamo che come tutti hanno compiuto degli errori, ma non sono del tutto snaturati come sembravano nel precedente romanzo.
Anche se le due protagoniste continuavano ad alternarsi e trovavo entrambi i filoni narrativi interessanti, non posso mentire e devo ammettere che quello di Sid è sicuramente quello che ha catturato di più il mio interesse.
Questo libro ha capitoli più lunghi rispetto al precedente, ma sono stata così coinvolta dalla storia che non me ne sono quasi mai resa conto. Il primo settanta percento è volato come se nulla fosse, ma una piccola vocina nella mia testa da metà continuava a ripetermi che la storia non sembrava andare verso la preparazione per una conclusione. Cosa che verso il settanta percento deve aver pensato anche l’autrice che da quel momento si è sbrigata per poter concludere tutte le vicende. Questa parte per me è stata un po’ troppo veloce. La scrittrice poteva benissimo tenere il primo settanta percento come secondo libro intermedio, con i cambiamenti e la crescita dei personaggi e l’ultimo trenta elaborarlo meglio, approfondendo il tutto per creare un terzo romanzo. Detto questo, quello che abbiamo avuto non è stato necessariamente un male. Mi sarebbero piaciute più attenzioni su certi momenti e alcune scelte non mi hanno convinto appieno, ma comunque approvo come il tutto è stato gestito.
Il finale è sia aperto, che una conclusione completa. Da una parte ti da quella sensazione di chiusura, ma dall’altra non sai che fine faranno i personaggi dopo quello che è successo. Anche se di solito non apprezzo del tutto questi finali, in questo caso mi ha convinto.
La dilogia di Fogotten Gods non è perfetta, ma in un anno di fantasy che mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca sono riuscita ad apprezzarla davvero tanto e per adesso si prende anche il titolo di serie fantasy dell’anno.
Spero che questo articolo vi sia stato utile!
A presto,
- Camilla
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