Tuesday, 17 September 2019

Recensione: "Sei di Corvi" di Leigh Bardugo

Buongiorno amici lettori!
Oggi è il momento di una bella recensione, per parlare di uno dei libri più attesi di questo settembre dai lettori italiani, cioè Sei di Corvi.

Titolo: Sei di Corvi
Autore: Leigh Bardugo
Data di uscita: 24 Settembre 2019
Editore: Mondadori
Pagine: 440
Prezzo di copertina20€


Trama
A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c'è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare.
Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura - un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo "Spettro", una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l'ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l'uno dell'altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni...
La serie: 
1.    Sei di Corvi
2.    Il Regno Corrotto


Recensione

Voto: 5 stelle! 

Voglio iniziare questa recensione tranquillizzando tutte le persone che non hanno letto la trilogia di Shadow and Bone e confermandovi che potete benissimo leggere questo libro senza sapere niente della serie originale.
Shadow and Bone e Sei di Corvi sono due serie diverse, ambientate nello stesso universo, ma differenti e per questo possono essere lette in maniera autonoma.
Io ho letto prima Sei di Corvi e quindi vi posso assicurare che ho compreso tutto. Per fare questa recensione l’ho riletto e ad oggi ho recuperato anche la trilogia originale e ho potuto notare che ci sono dei piccoli riferimenti alla serie precedente, ma niente che non venga spiegato per la comprensione completa del nuovo lettore.

“Nessun lutto. Nessun funerale. Tra di loro, passa per ‘buona fortuna’”*

La vicenda si svolge a Kettredam, una cittadina pittoresca in cui si può trovare il peggio del peggio.

Una delle attrazioni principali è Manisporche, aka Kaz Brakker, criminale pericoloso di giorno e criminale tremendo di notte. Kaz è un personaggio che non ti piacerebbe incontrare neanche se tu fossi accompagnato da una milizia militare.

Al ragazzo viene proposto un affare che non può rifiutare: cioè andare alla Corte di Ghiaccio per salvare uno scienziato in grado di creare una droga che potrebbe essere un pericolo o un opportunità per tutto il mondo.
Per il suo buon cuore, all’inizio, Kaz non accetta e solo quando l’offerente gli propone così tanti soldi che si immagina già nella vasca con zio Paperone capisce che l’affare è indispensabile.

Così Kaz si trova a dover formare una banda di criminali in modo da eludere e riuscire ad entrare in una delle fortezze più impenetrabili del pianeta. 

Nella sua squadra possiamo trovare:
·     Inej, braccio destro e spia di Kaz, silenziosa come la notte e letale come la morte.

Inej è quasi come il grillo parlante di Pinocchio, se non consideriamo il fatto che Pinocchio nella nostra storia non è un bambino che vuole andare ad una festa, ma il bambino che vuole far esplodere la festa.  
La ragazza è stata costretta dalle vicende ad entrare ed immergersi totalmente in questo mondo, che non le piace e non approva, ma ormai la sopravvivenza è l’unica cosa che conosce.

·     Jasper, è il “cecchino” del gruppo. Le sue due passioni sono le pistole e le scommesse, con cui ha un problema di dipendenza.

Anche lui è stato costretto ad entrare in questo mondo dalle vicende, ma se per Inej il lettore riesce a provare compassione e apprensione, per Jasper sarà più dura. Perché se la ragazza è arrivata lì per scelte altrui, sono state le scelte del ragazzo a metterlo in questa posizione. Però, anche se il lettore è meno propenso all’empatia non potrà fare a meno di avvicinarsi a Jasper e a sostenerlo durante il suo percorso per le sue battute divertenti che riescono sempre ad alleggerire la situazione.

·     Wyland, ragazzo prodigio che proviene dal lato buono della città (e con buono si intende solo ricco, non nel senso gentile del termine, perché sono praticamente tutte persone terribili in questo posto).

Wyland simboleggia tranquillamente la parte innocente della nostra storia. È il piccolo orsetto di peluche che adori e a cui fai le moine, ma non preoccupatevi anche lui potrebbe benissimo impugnare un coltello (ed essere così diecimila volta più adorabile!).

·     Nina, è una Grisha. Precisamente è un Heartrender e per questo riesce a controllare il corpo delle persone. 

Sono sincera dicendo che Nina è il mio personaggio preferito scritto da Leigh Bardugo. Adoro il suo modo di pensare e di agire. 
Grazie alla sua magia riesce a sopravvivere nella nostra ben nota città pittoresca, anche se lei veramente vorrebbe solo tornare a casa per fare del bene per la sua nazione.

·     Matthias, è un ex-soldato di Fjerda, per vicende che sono sfuggite al suo controllo si è ritrovato a passare un anno in galera e viene liberato da Kaz solo per le informazioni che possiede.

Il ragazzo non è felice all’idea di tradire la sua nazione, ma quando Kaz gli fa una proposta che non può rifiutare anche lui si aggiunge alla nostra squadra. O forse ha un piano tutto suo?
Matthias si differenzia sempre dagli altri, traccia quasi un confine tra di loro ancora prima di conoscerli: lui è buono, loro sono cattivi. 
Il suo percorso simboleggia come tante volte le persone partono prevenuti e come non si rendano conto che possono esistere più versioni di una stessa storia.


Kaz si appoggiò allo schienale. “Qual è il modo più facile per rubare il portafoglio di un uomo?”
“Coltello alla gola?” chiese Inej.
“Pistola alla schiena?” disse Jesper.
“Veleno nella sua tazza?” suggerì Nina.
“Voi siete tutti terribili.” disse Matthias.*

  
Leigh Bardugo ha creato una storia che ricorda Ocean’s Eleven, dove non tutto è quello che sembra e bisogna sempre stare attenti all’asso nella manica. 
I personaggi sono stati strutturati in modo realistico, ognuno con i suoi pregi e i suoi difetti, riuscendo così a creare una squadra ben costruita che riesce a conquistare il cuore anche del lettore più gelido.

La scrittrice ha inserito anche molta diversità nel libro, senza osannarle. Non continua a 
ricordare al lettore che ha inserito personaggi differenti, calcando sulle loro differenze; infatti, al contrario, è la storia che porta avanti la narrazione e differenze come il colore della pelle, la fisicità o la disabilità vengono considerati come dettagli per la personificazione dei personaggi e non difetti su cui la storia si incentra.
La Bardugo in una sua intervista ha detto: “Nina è una ragazza robusta, a cui piace mangiare, correre sui tetti e sconfiggere i cattivi. Però niente di questo viene condizionato dal suo aspetto fisico”. Credo che con questa frase la scrittrice sia riuscita a mirare il centro della questione. Non dobbiamo trattare la diversità come se fosse il centro della vita di un personaggio per far vedere che è normale; ma trattarla normalmente perché lo è.

“Quando tutti sanno che sei un mostro, non devi perdere tempo a fare qualsiasi cosa mostruosa”*

Nel libro mancano, fortunatamente, anche tutti quei cliché che nell’anno di uscita del romanzo erano in pieno fermento. Infatti non si troveranno triangoli amorosi, delle ragazze che litigano tra di loro o bad boys con il cuore infranto che vogliono solo essere salvati. 
Proprio per questa mancanza il libro è stato acclamato dalla critica, quando è uscito, per la sua originalità e per i passi avanti che la scrittrice ha fatto rispetto al suo primo lavoro.







Con Sei di Corvi, la Bardugo ha raddrizzato il tiro incominciato con Shadow and Bone. Proponendo una storia più originale, strutturata meglio e con personaggi dalla dubbia moralità che non puoi non amare. 

“Non è naturale che le donne combattano”
“Non è naturale che qualcuno sia stupido quanto è alto, eppure eccoti qui”*

Sei di Corvi non è solo un libro d’azione, pieno di colpi di scena che lasciano il lettore con il fiato sospeso per tutto il libro, ma è anche una storia sull’amicizia, sull’amore e sulla lealtà. 
È una storia di sei ragazzi che cercano di sopravvivere. 
È una storia sulle debolezze che ci hanno segnato e che continuiamo a portarci dietro. 
È una storia su come la famiglia certe volte non è quella che ti capita, ma quella che ti scegli.

- Camilla

*Le citazioni sono state tradotte da noi dall’inglese, per questo possono non concordare con quelle presenti nella versione italiana del libro.








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