Wednesday, 7 May 2025
Tuesday, 29 April 2025
Recensione: "REDEEMING 6. A UN PASSO DALLA META" di Chloe Walsh
Monday, 24 June 2024
Recensione: "YELLOWFACE" di R.F. Kuang
R.F. Kuang è una delle scrittrici di questa generazione. Tutti i suoi libri riescono a centrare perfettamente il messaggio che vogliono trasmettere e rimangono impressi in chi li legge e infatti Yellowface dimostra ancora una volta che la bravura della scrittrice. Tra le sue tre storie questa è quella più approcciabile. Messe da parte le guerre e le traduzioni passiamo al mondo editoriale, sempre parlando però del problema del razzismo in vari ambienti della vita di tutti i giorni.
Athena, anche se muore precocemente, è l’altra grande protagonista. Il suo fantasma e il suo ricordo assillano Juniper in scene che non si capisce fino all’ultimo se siano reali o meno. Non la conosciamo mai direttamente, ma solo attraverso i pensieri delle altre persone. Chi era veramente Athena? Non lo sapremo mai. Se quando a presentarci la sua persona è solo Juniper siamo propensi a darle quasi una santificazione, capendo che l’amica la vede solo attraverso lo sguardo verde dell’invidia, andando avanti e conoscendola attraverso gli occhi di altri personaggi Athena risultata un personaggio complesso e difficile da inquadrare.
Wednesday, 24 April 2024
Recensione: "BRIDE" di Ali Hazelwood
Ciao lettor*!
Finalmente riesco a portarvi una delle recensioni che avete chiesto nei mesi scorsi, riguardante un'autrice che negli ultimi anni sta scalando la classifica dei miei autori preferiti di romance: Ali Hazelwood, che lascia i suoi STEMnist romance per spostarsi nel fantasy con Bride. Prima di iniziare la recensione, che trovate di seguito, vi lascio le solite specifiche:
Recensione:
Voto: 5 stelle!⭐
Come ogni volta che provo un nuovo libro di un autore che ho amato, mi ci butto avendo giusto in testa a grandi linee la trama. Quindi ero ancora più incerta di come e se la Hazelwood mi avrebbe convinta in questo suo esordio nel genere fantasy (anzi, per usare una terminologia ormai ben diffusa a macchia d'olio, "romantasy"). Devo dire che, per quanto mi riguarda, la prova è stata superata alla grande e non vedo l'ora di avere un seguito, perchè per forza ci deve essere.
La problematica che questo genere ha intrinseca è che molto spesso ci si focalizza principalmente sull'aspetto romance, mentre la parte fantasy risulta debole e poco sviluppata, portando quindi, dal mio punto di vista, badate bene, ad avere più dei romance con un accenno di fantasy o scifi, che altro. Amando invece entrambi gli elementi, per me è sempre stato molto difficile trovare qualcosa che potesse soddisfarmi a pieno.Non è il caso di Bride. La Hazelwood ha saputo inserire una storia d'amore, che personalmente mi ha catturata fin da subito, in un intreccio ben più vasto e ancor più interessante, che ha saputo mantenere viva la mia attenzione anche al di fuori della coppia.
Il mondo della Hazelwood è moderno, intrigante e dalle grandi potenzialità, che può essere sfruttato per più di un solo romanzo per approfondirne i vari aspetti societari - cosa che spero accadrà -. Anche la spiegazione di base che giustifica la presenza di licantropi e vampiri mi è personalmente piaciuta, soprattutto perchè nelle caratteristiche comuni che possiamo ormai ritrovare in qualsiasi romanzo che parla di queste figure, di nuovo l'autrice è riuscita a dare quel piccolo dettaglio diverso da solito che la rende sicuramente originale. Mi è piaciuto anche il fatto che i conflitti di predominio si giochino più in maniera indiretta e politica, piuttosto che con guerre o altri scontri eccessivamente diretti. Tutto Bride infatti è pieno di intrecci, relazioni conosciute e non, minacce possibili che potrebbero capovolgere gli equilibri da un momento all'altro, creando così un'atmosfera precaria, sempre un po' incerta, che ben si abbina al mistero che aleggia durante tutto il libro. Perchè Misery ha una missione personale, e per quella è disposta anche a sottostare al matrimonio impostole dal padre, che fin da quando era piccola la "usa" come merce di scambio per mantenere la pace con le altre razze. E non importa quanto questo la porti a doversi trasferire in un ambiente che si potrebbe dire facilmente ostile, circondata da potenziali nemici, questa sua missione non vacilla mai per tutto il libro, nemmeno quando altre problematiche si aggiungono a complicare la situazione. Mi è piaciuta molto la coerenza di questa protagonista, che non si lascia distrarre dalla propria situazione sentimentale, ma rimane comunque lucida nelle decisioni che prende e soprattutto è sveglia nell'adeguarsi a ciò che la circonda ma soprattutto nel non farsi fregare.
Sotto un certo punto di vista credo sia una protagonista un po' atipica, sicuramente algida ma non per questo povera di sentimenti - piuttosto è guardinga rispetto al prossimo proprio per come ha vissuto la sua vita fino a questo momento - dotata di un sarcasmo che io personalmente ho adorato e che mi ha davvero intrattenuta durante il corso di tutta la lettura. Allo stesso tempo è un personaggio forte, spesso sottovalutato, e con un'inclinazione inusuale, visto che è un'hacker. Ammetto che tutto mi sarei aspettata tranne questo, ma come sempre la Hazelwood è riuscita a renderla credibile e non la solita macchietta stereotipata. In ultimo, ho anche apprezzato come, nonostante tutto quello che ho detto prima, sia proprio Misery a non avere paura di parlare dei propri sentimenti (nel momento in cui ne è certa), in contrasto con un Lowe che, se per tutto il resto risulta fermo e determinato, qui invece risulta l'elemento più "fragile".
Anche i personaggi secondari, sono stati caratterizzati in maniera chiara e variegata, come piace a me, senza eccessivi stereotipi o banalità da risultare facilmente dimenticabili, che si tratti di antagonisti o meno. Certo, vista la lunghezza del romanzo non ci si può aspettare chissà quale approfondimento, ma riescono sicuramente a ravvivare la storia, in particolare Ana, mio grandissimo amore. Questa bambina, nella sua ingenuità infantile, mostra per la prima volta a Misery un interesse e un affetto reali, spontanei, che riescono un po' a rompere quella barriera di ghiaccio che la contraddistingue, senza però snaturarla. Le loro interazioni risultano tenere e divertenti allo stesso tempo, quanto invece quelle con Lowe sono piene di tensione. Lettor*, preparatevi perchè questi due vi faranno penare ma ne varrà sicuramente la pena. Allo stesso tempo è di insegnamento che il posto in cui più Misery si sentirà a casa sarà proprio tra i lupi, piuttosto che tra i vampiri, dimostrando come spesso il nostro porto sicuro non è per forza quello da dove veniamo, ma quello dove ci sentiamo davvero apprezzati, protetti e amati. E a volte, perchè ciò accada, basta solamente essere se stessi e rompere gli stereotipi.
Insomma, Bride si dimostra un ottimo primo approccio al romantasy da parte della Hazelwood, adatto per chi ama le storie piene di colpi di scena, dal ritmo serrato, ma anche storie di found family e romance che ti tengono con gli occhi incollati al libro. Spero comunque che non sia un addio definitivo ad avere Misery e Lowe come protagonisti, perchè mi spiacerebbe perderli in toto, anche se sicuramente saranno parte del prossimo romanzo. E i "nuovi entrati in scena" credo proprio promettano scintille e una buona dose di divertimento nel seguirne le vicende.
Voi l'avete letto?
Se eravate indecisi spero di avervi aiutati nella scelta. Noi intanto ci rivediamo alla prossima recensione!
Chiara
Tuesday, 16 April 2024
Recensione: "COSE CHE ABBIAMO DIMENTICATO" di Lucy Score
Thursday, 28 December 2023
Recensione: "THE SEVEN YEAR SLIP" di Ashley Poston
Ciao lettor*!
Come state?
Intanto ancora Buon Natale! Spero abbiate passato delle buone giornate di festa insieme ai vostri cari.
Potevamo però lasciarvi senza almeno qualche ultima recensione prima della fine dell'anno? Direi di no.
Eccomi quindi a parlarvi di uno dei libri che più ho amato in questo 2023 (per gli altri, l'appuntamento è con i prossimi articoli del blog di fine anno!).
Titolo: The Seven Year Slip
Autrice: Ashley Poston
Data d'uscita: 27 giugno 2023
Editore: Berkley
Prezzo: 11,18 €
Trama: Sometimes, the worst day of your life happens, and you have to figure out how to live after it.
So
Clementine forms a plan to keep her heart safe: stay busy, work hard,
find someone decent to love, and try to remember to chase the moon. The
last one is silly and obviously metaphorical, but her aunt always told
her that you needed at least one big dream to keep going. And for the
last year, that plan has gone off without a hitch. Mostly. The love part
is hard because she doesn’t want to get too close to anyone—she isn’t
sure her heart can take it.
And then she finds a strange man
standing in the kitchen of her late aunt’s apartment. A man with kind
eyes and a Southern drawl and a taste for lemon pies. The kind of man
that, before it all, she would’ve fallen head-over-heels for. And she
might again.
Except, he exists in the past. Seven years ago, to be exact. And she, quite literally, lives seven years in his future.
Her
aunt always said the apartment was a pinch in time, a place where
moments blended together like watercolors. And Clementine knows that if
she lets her heart fall, she’ll be doomed.
After all, love is never a matter of time—but a matter of timing.
An
overworked book publicist with a perfectly planned future hits a snag
when she falls in love with her temporary roommate…only to discover he
lives seven years in the past, in this witty and wise new novel from the
New York Times bestselling author of The Dead Romantics.
Recensione:
Voto: 5 stelle!⭐
Credo che al mondo ci siano tanti libri di cui ci si può innamorare. Alcuni sono come delle meteore, che ci catturano nell'immediato ma che sfumano abbastanza in fretta, altri invece sono alberi, che in maniera più o meno improvvisa o consapevole ci colpiscono nel profondo e penetrano nel nostro animo fino a radicarvicisi dentro.
The Seven Year Slip appartiene sicuramente a questa categoria. Avevo già conosciuto e apprezzato Ashley Poston con The Dead Romantics, che rientra sicuramente nella lista dei miei contemporary romance preferiti, quindi ero già certa di voler leggere anche questo suo nuovo romanzo, ma non avrei mai immaginato di poterlo amare così tanto.
The Seven Year Slip è un romanzo complesso nella sua semplicità. Clementine riceve in eredità da sua zia (defunta sei mesi prima) un appartamento che inspiegabilmente la riporta indietro nel tempo di sette anni, cosa di cui la zia le aveva raccontato ma che la protagonista aveva catalogato come una delle tante storie della parente, nella sua affascinante eccentricità. Questi viaggi temporali non possono essere programmati e, soprattutto, non coinvolgono nulla al di fuori dell'appartamento in questione, ma soprattutto portano sempre Clementine in presenza di Iwan, un giovane che sogna di diventare cuoco anche in nome del nonno, che ha sempre amato cucinare ma non ha mai trasformato la sua passione in lavoro. Ed è proprio incontrando Iwan che Clementine ha modo di ritrovare la se stessa di una volta, schiacciata dalla donna di successo che è oggi ma che forse ha perso qualcosa di importante.
In questo incrocio di passato e futuro, stabilità, organizzazione e carriera si scontrano con sogni e libertà di vivere ma anche di permettersi di essere felici e di occupare le nostre giornate con qualcosa che amiamo davvero fare.
Quello che però mi è piaciuto di più è la riflessione sul fatto che non sempre una cosa debba per forza essere l'antitesi dell'altra. E' vero che servono certezze, e che la "normalità", la "stabilità" non devono essere per forza un elemento negativo, ma al contempo è anche vero che la vita, nel bene e nel male ci cambia, ci fa maturare, e forse ci fa perdere un po' di quella disillusione che si ha quando si è giovani, rendendoci più concret*. Questo non comporta che sia sbagliato sognare, desiderare un obiettivo diverso da quello che si è ricercato finora, cambiare idea o magari tentare qualcosa di nuovo, di sconosciuto. Cambiare non è per forza sinonimo di errare.
Benché diversi dai noi stessi di qualche anno fa, siamo sempre e solo noi, con le nostre lacrime, le delusioni, le cicatrici emotive o fisiche che ci portiamo dietro. Possiamo inciampare, perderci, ma andare avanti modificando il proprio tragitto non è sbagliato a prescindere. Sono le scelte che facciamo che fanno la differenza e ci aprono strade magari anche diverse rispetto a quelle a cui avevamo pensato, che forse però potranno risultare più soddisfacenti. D'altronde, la vita non è proprio fatta di piccole (o grandi, perchè no) imprevedibilità che vanno a colorare la nostra normalità? L'importante è non perdere la scintilla, quel qualcosa che ci fa stare bene e sentire vivi veramente.
Tutto questo pensiero è condito da una prosa che ho amato dall'inizio alla fine, capace di incantare, quasi stesse raccontando una fiaba, di far riflettere e soprattutto di essere leggera nei momenti divertenti quanto seria e profonda in quelli più delicati e intimi, soprattutto nel momento in cui si viene a toccare il lutto e la perdita di una persona amata (tematica già splendidamente affrontata in The Dead Romantics).
La Poston riesce a strappare più di un sorriso, senza cadere nel ridicolo, e i suoi personaggi, nella loro "normalità" condita di pregi e difetti, riescono a farti sentire a casa. Proprio per questo per me è stato impossibile non prendermi a cuore ognuno di loro: Clementine con la sua testardaggine, Iwan con la sua dolcezza, concretezza nei gesti e la capacità di leggere Clementine come nessun altro, zia Analea e il suo amore per la vita, Fiona e Drew, Miguel e Lisa... Sono tutte figure talmente umane che per forza finiscono per rubarti un pezzetto di cuore.
Dopodichè, il romance. Stavolta credo di avere un po' di difficoltà ad affrontare l'argomento, non tanto perchè non mi sia piaciuto, ma perchè vorrei poteste gustarvi questa storia fino in fondo, senza grandi spoiler che possano in qualche modo anticipare cosa succederà.
Quello che posso raccontarvi è che Iwan e Clementine sono la palese dimostrazione di una chimica scattata probabilmente da quasi subito, ma che viene gestita senza la fretta raffazzonata che spesso risulta più un deterrente che un motivo di interesse per continuare a leggere. Ho adorato i loro scambi non tanto nel flirtare, ma nel parlare di sé e discutere con l'altro in maniera semplice ma vera, che al contempo permette loro di guardarsi dentro e riflettere su se stessi.
Detto questo, a romanzo concluso, credo che farei di tutto per avere il punto di vista di Iwan - a cui sicuramente va il premio "Uomo più paziente dell'anno" - e per vedere alcune scene che vengono citate ma non mostrate del tutto a noi lettori (chissà che la Poston non pensi a qualche bonus chapter...? Sperare non fa mai male).
Infine, ho lasciato per ultimo l'argomento più spinoso: il lutto.
Come dicevo in precedenza, questa autrice non è nuova a questa tematica, che qui ha forse una sfumatura ancora più delicata che in The Dead Romantics. Di nuovo però non solo la Poston mantiene quel tatto che la contraddistingue, ma riesce a coinvolgere il lettore in maniera talmente emotiva da rendere la perdita "nostra". Personalmente credo non ci sia cosa più bella che riuscire a sentire ciò che provano i protagonisti di un libro, e in questo caso ne seguiamo le varie fasi del lutto: il dolore, la graduale accettazione di ciò che è successo e il riuscire ad andare avanti, non chiudendo una ferita che inevitabilmente continuerà a essere aperta, ma piuttosto concentrandosi su ciò che di bello chi non c'è più ci ha lasciato, celebrandolo e non dimenticando l'affetto che c'è stato.
Di sicuro questo è stato uno dei migliori libri letti nel 2023 e non vedo l'ora di avere un altro romanzo della Poston tra le mani anche solo per (spero) ritrovarmi un cameo di questi personaggi, come è successo per Benji e Florence.
Spero intanto di avervi incuriosit* e che avrete voglia di leggerlo sia in lingua che, eventualmente, in italiano se verrà pubblicato. Essendo però già arrivato The Dead Romantics in Italia, io ho grandissime speranze perchè presto compaia anche questo. Vi terrò aggiornat*!
Alla prossima recensione intanto e ancora Buone Feste!
Chiara
Wednesday, 18 October 2023
Recensione: "FOURTH WING" di Rebecca Yarros
Ciao lettor*
Oggi parliamo di come la Yarros abbia tutto il mio amore e affetto incondizionato per avermi fatto riprendere a leggere fantasy dopo mesi di tentativi e/o letture non eccessivamente entusiasmanti! Se ancora non la conoscete (ma ne dubito) si tratta di un'autrice che ha all'attivo un gran numero di romance, ma che per la prima volta si è cimentata -e ha fatto bene direi- con un fantasy!
Non so che rapporto avete voi con i libri eccessivamente pubblicizzati, ma di norma quando vedo un hype eccessivo io sono la prima a metterli da parte. Non che non mi fidi a priori, ma quante volte troviamo spammati libri come se fossero il Graal e poi nell'aprirli ci accorgiamo che forse chi li ha pubblicizzati o ha aspettative veramente basse o nemmeno li ha letti?
Personalmente, troppe.
Detto questo, Fourth Wing era ovunque. Perennemente. E la trama aveva quelle vibes da dark academia che amo tanto, oltre che i draghi. Insomma... sono una persona debole anche io. Perciò mi sono lanciata e contro ogni pronostico ho amato questo libro dalla prima all'ultima pagina.
Precisazione: la recensione è basata sulla lettura del romanzo in lingua originale, ma le informazioni di seguito riguardano la versione italiana del libro.
Autrice: Rebecca Yarros
Data d'uscita: in uscita in italiano il 7 novembre 2023
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: 19,90€
Serie: The Empyrean, #1
Trama: L'accademia militare di Basgiath è la famosissima scuola per diventare cavalieri di draghi più spietata ed elitaria che ci sia. Una volta entrati non si hanno altro che due possibilità: laurearsi o morire. Violet Sorrengail già si immaginava a passare i prossimi anni circondata dai suoi amati libri e immersa nel silenzio della biblioteca. Nulla di più lontano da ciò che le sta per accadere. Quella generalessa di sua madre le ha ordinato di unirsi alle centinaia di candidati disposti a qualunque sacrificio pur di diventare parte dell'élite di Navarra: i cavalieri di draghi. Ma Violet ha solo vent'anni e un corpo ancora poco allenato alla battaglia: la morte per lei potrebbe arrivare in un lampo. I draghi, infatti, non si legano agli umani «fragili», ma li inceneriscono. E la maggior parte degli studenti non si farebbe scrupoli nell'eliminare Violet pur di migliorare le proprie possibilità di successo. Senza contare che tutti gli altri la farebbero fuori volentieri pur di punire la temibile e potente madre, compreso Xaden Riorson, il cavaliere più forte e spietato del Quadrante. E così Violet ogni sera va a dormire con la sfida di riuscire a vedere l'alba del giorno dopo...
Serie:
1. Fourth Wing
2. Iron Flame (in uscita in inglese il 7 novembre)
... da continuare
Recensione:
Voto: 5 stelle!⭐
Era da tempo che un libro non mi prendeva così tanto dal primo capitolo, inchiodandomi tra le sue pagine. Con Fourth Wing veniamo immediatamente capultati nelle ultime ore prima che Violet faccia la sua scelta riguardo al proprio futuro... o meglio venga obbligata a farla. Quello a cui andrà a candidarsi non è infatti il Quadrante degli Scribi, al quale si è preparata da quando era piccola, ma quello dei Riders. Violento, pericoloso, e inadatto ai suoi limiti fisici - o almeno così le è sempre stato detto.
Questo discorso torna più volte lungo tutta la storia, dimostrando in più e più occasioni che non c'è un solo modo per superare le difficoltà, che ciò che per qualcuno può risultare scontato per altri invece è arduo. Anche se con dedizione, testa e impegno può esserci una via alternativa per potercela fare.
Ho adorato il fatto di avere un personaggio privo della spocchia di essere il migliore o il più bravo, probabilmente più conscio di fallire e stare per morire da un momento all'altro che di risultare trionfante, ma che al contempo usa tutte le proprie forze per rimanere in vita. Ed è proprio il modo in cui la Sorrengeil affronta la sua lotta per la sopravvivenza a fare la differenza: al posto di affogare nella disperazione o nella paura delle innumerevoli minacce di morte praticamente da ogni parte (compagni, prove, draghi..), Violet punta sui propri punti di forza per supplire alle mancanze fisiche, tentando comunque di spostare i propri limiti sempre un po' più in là.
Devo dire che ho apprezzato molto questa sua crescita, e spero che la Yarros eviti di farla diventare una stereotipata eroina senza più handicap, perchè credo che la bellezza di Violet sia proprio nelle sue imperfezioni. Leggerla è qualcosa che ti rinvigorisce, ti dà forza, e - parlando per me - sicuramente aiuta a provare empatia nei suoi confronti, seguendone le vicende con ancora più trasporto.
Il resto lo fa Basgiath, con il suo rigido addestramento, la rivalità interna e soprattutto l'assurda crudeltà presente tra gli stessi cadetti. Bullismo, invidia, vendetta condiscono un posto pericoloso quanto necessario per imparare a sopravvivere, rendendolo ancora più letale di quanto già non sia. E già dalle prime pagine veniamo svezzati dalla Yarros ad aspettarci di tutto. Non tutti i personaggi che impareremo ad apprezzare arriveranno alla fine e nulla viene lasciato impunito. Pertanto è sempre il caso di restare ben in allerta, perché non sai mai cosa può succedere. C'è infatti una tensione quasi continua dall'inizio alla fine, costellata di colpi di scena, che lascia il lettore (così come i personaggi di questo libro) con la sensazione che qualcosa possa stare per accedere da un momento all'altro, distruggendo il precario equilibrio raggiunto. E così si arriva alle ultime pagine, ritrovandosi alla deriva, col cuore spezzato, con una saccoccia di interrogativi per cui non si può fare altro che sperare in risposte future. Insomma, quel genere di disastro che ti fa solo venire voglia di avere il libro successivo tra le mani per poter sapere immediatamente come andrà avanti.
Ultimo punto: i draghi. Finalmente delle creature che hanno il loro spazio nel racconto ma soprattutto nella società, caratterizzati dalle loro dinamiche e regole che non vengono imbrigliate dagli uomini. Adoro il fatto che ci siano varie tipologie di draghi, differenziati in indole, caratteristiche fisiche e caratteriali, e anche il loro legame con i Riders. È un aspetto che vorrei tanto venisse ancora più ampliato, perché è davvero interessante, soprattutto tutta la parte del Threshing, dove di fatto sono i draghi stessi a decidere chi vive e chi no. Anche qui non mi spingo troppo oltre perché non voglio darvi spoiler di nessun tipo, ma credo che alcune delle mie scene preferite siano proprio con loro.
Insomma, io personalmente non saprei cosa volere di più. Forse non sono d'accordissimo sulla reazione finale di Violet a una determinata situazione (e non so se perdonerò la Yarros per una certa cosa), ma per il resto per me rimane uno dei fantasy più belli del mio 2023 e ringrazio che Iron Flame esca a breve.
Per chi non legge in inglese però non c'è da disperare, ormai lo saprete bene, perché Fourth Wing arriverà presto anche in Italia! Anzi, ormai direi che manca veramente poco. Io incrocio le dita per la resa nella traduzione, che so che sta già scatenando più di un dibattito, ma soprattutto spero davvero di avervi incuriosit* in merito e aspetterò poi le vostre opinioni!
Se invece l'avete già letto, raccontatemi cosa ne pensate.
Alla prossima recensione!
Chiara
Thursday, 8 December 2022
Recensione: "LOVE ON THE BRAIN" di Ali Hazelwood
Buon pomeriggio lettor*!
Ebbene sì, finalmente ce l'ho fatta a portarvi la recensione di agosto. Ho aspettato il momento giusto per aggiungerlo alla TBR ma devo dire che la mia attesa è stata ben ripagata. Perciò, eccomi qui a raccontarvi il mio parere suel secondo romanzo (novelle escluse) di un'autrice che l'anno scorso ha saputo conquistare largamente il pubblico con The Love Hypothesis (edito anche in Italia da Sperling&Kupfer).
Titolo: Love on the Brain
Autrice: Ali Hazelwood
Data d'uscita: 23 agosto 2022
Editore: Sphere
Pagine: 368
Prezzo: 15,95€
Trama: Bee Königswasser lives by a simple code: What would Marie Curie
do? If NASA offered her the lead on a neuroengineering project - a
literal dream come true - Marie would accept without hesitation. Duh.
But the mother of modern physics never had to co-lead with Levi Ward.
Sure, Levi is attractive in a tall, dark, and piercing-eyes kind of
way. But Levi made his feelings toward Bee very clear in grad school -
archenemies work best employed in their own galaxies far, far away.
But when her equipment starts to go missing and the staff ignore her,
Bee could swear she sees Levi softening into an ally, backing her plays,
seconding her ideas... devouring her with those eyes. The possibilities
have all her neurons firing.
But when it comes time to actually
make a move and put her heart on the line, there's only one question
that matters: What will Bee Königswasser do?
Recensione: 5 stelle!⭐
Che dire, non sapevo bene cosa aspettarmi da questo nuovo romanzo della Hazelwood. Quando il primo libro di un nuovo autore piace molto, ci si ritrova sempre in quel limbo di incertezza tra la sicurezza che anche il secondo dovrà essere per forza una bomba e il timore di una delusione (e ammetto che il fatto che le novelle, per quello che ho letto, non fossero sicuramente all'altezza di TLH non ha troppo aiutato). Ebbene, senza tirarla troppo per le lunghe, vi dirò che questa storia mi è piaciuta persino di più di The Love Hypothesis.
Anzi, come già capitato in The Love Hypothesis, anche Love on the Brain è un manifesto contro il sessismo e le discriminazioni presenti nell'ambito accademico-scientifico. Il lavoro di Bree viene ostacolato in più modi, sottovalutato perché portato avanti da una donna, non importa quanto brava possa essere. Resasi palesemente conto della situazione, piuttosto che abbandonare tutto e rinunciare, continua con coraggio a sgomitare in un mondo che più che accettarla pare volerla relegare in un angolo, andando anche a creare anonimamente un account (What would Marie Curie do?) che col tempo è andato a riunire e aiutare altre persone che condividono la sua stessa situazione, dando vita a una sorta di comunità compatta, solidale, basata sul dialogo e il confronto che può effettivamente gettare le basi per creare un cambiamento sociale. Credo sia un ottimo messaggio se pensiamo alla società in cui noi tutt* viviamo.
Ovviamente non manca il "colpo di scena" che fa precipitare la situazione, ma rispetto a The Love Hypothesis, devo dire che il dramma è stato dosato meglio e ha portato con sé una risoluzione che mi è piaciuta molto.
Cosa avrei voluto di più? Forse qualche capitolo aggiuntivo di chiusura, o magari mi sarebbe piaciuto rivedere anche Olive e Adam anche giusto per qualche capitolo, ma immagino sarebbe stato chiedere un po' troppo. Non mi dispiacerebbe però se ci fosse in futuro un romanzo che coinvolga tutti i vari protagonisti. Nel mentre, aspetto Love, Theoretically!
Spero che questa recensione vi sia piaciuta - aspetto anche i vostri pareri sul libro! - e state pronti anche per quella de Libro della Notte.
Alla prossima!
Chiara
Thursday, 28 July 2022
Recensione: "BABEL" di R.F. Kuang
Ciao a tutt*!
Come potrete intuire dal titolo ad aprile ho ricevuto una copia anticipata di Babel. Rebecca è una delle mie autrici preferite di sempre e quindi ero al settimo cielo. La ritengo una grande fortuna ma allo stesso tempo una grande disgrazia per tutte le lacrime che ci ho versato sopra.
Così ho pensato di scrivere una recensione per voi, non so quando uscirà ma cosa c'è di meglio di una recensione per buttare tutto fuori?
Babel merita tutto l'hype che lo circonda? La mia risposta non può essere che si.
Quando ho ricevuto la copia anticipata mi sono messa ad urlare e saltare in giro la stanza per una ventina di minuti: devo dire che non me ne pento.
Non siamo nemmeno a metà del 2022 ma so già che questa sarà il mio libro preferito dell'anno.
Oltre ad avere tutti gli elementi che io amo in un libro, credo sia scritto in modo magistrale. Chapeau ancora una volta a Rebecca.
Ma vediamo un po' cosa mi è piaciuto nello specifico.
Babel segue la storia di Robin, una ragazzo cinese, proveniente dalla provincia di Canton che viene portato da un professore di lingue in Inghilterra, nel 1800 circa.
Successivamente si sposterà ad Oxford e più precisamente nella torre di Babel dove risiedono i linguisti. i quali giocano un ruolo fondamentale all'interno dell'impero inglese.
Questa ambientazione pone le basi per un dark academia con i fiocchi: se prima siamo affascinati dal mondo accademico, più andiamo avanti con il romanzo e più ci rendiamo conto quanto corrotto e oscuro sia questo sistema. Vediamo queste nuove sfumature anche nel modo in cui cominciano ad agire i personaggi che arriveranno ad un punto di non ritorno.
Pur non trovandoci all'interno di un mondo fantastico possiamo imbatterci in alcuni elementi magici all'interno della nostra lettura.
Il sistema magico è originale e ben costruito: esso gira attorno al mondo della linguistica e dei cosiddetti "match pair".
Infatti l'Inghilterra in cui ci troviamo funziona grazie a queste barre d'argento su cui vengono incise due parole in due lingue diverse che servono poi a diversi e vari utilizzi: dal curare una persona ad evitare che un ponte crolli.
Ci si sofferma moltissimo sulla radice delle parole e su come spesso una traduzione è complessa e non sempre fedele alla parola originale, da qui l'incipit "Taduttore traditore".
Per me è risultato estremamente interessante immergermi e perdermi in queste riflessione, ma sono anche consapevole del fatto che non tutti potrebbero trovarle altrettanto accattivanti poiché rallentano il ritmo del libro. Nonostante questo Rebecca ha fatto un lavoro egregio e ha gestito queste parti molto bene dal mio punto di vista.
Ritornando ai personaggi, anche loro sono molto ben costruiti ed estremamente diversi fra di loro.
Abbiamo il cast principale composto da Robin, Ramy, Victoire e Letty attraverso cui viviamo esperienze ed emozioni. Un tema ricorrente e caro all'autrice è quello del razzismo e ci viene fatto riflettere su cosa provano gli stranieri in un paese dove non sono bene accolti.
Lo possiamo vedere con differenti prospettive grazie al cast così variegato: grazie a Victoire e Ramy, che ne soffrono anche di più rispetto a Robin essendo di colore, ma anche grazie a Letty, che invece è nata e cresciuta in Inghilterra ma che si ritrova a stretto contatto con loro.
Queste dinamiche saranno il punto cardine del libro oltre alla lingua e alla traduzione, e la trama girerà attorno ad queste.
Altri personaggi secondari molto interessanti e che aggiungono un valore aggiunto al libro sono il professore e Marshall. Non voglio dirvi troppo quindi mi fermerò qui.
Quindi in conclusione Babel è un libro complesso, originale, ricco di temi importanti, oscuro ma che secondo me non è per tutti. Se amate le storie rose e fiori statene bene alla larga perchè Babel vi regalerà solo una visita in psichiatria.
Se cercate un libro non troppo impegnativo non ve lo consiglio perchè necessita della vostra concentrazione.
Ma se avete voglia di perdervi nel mondo della linguistica vi aspetterà a braccia aperte.
Spero di avervi indirizzato e incuriosito,
Fatemi sapere se lo leggerete,
-Erika.