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Friday, 25 July 2025

Recensioni: "ROSE IN CHAINS" & "THE THRASHERS" - Julie Soto si cimenta in due nuovi generi

Buongiorno lettor*!
Oggi ho pensato di portarvi un post particolare legato a due letture che ho fatto a maggio, ovvero Rose in Chains, per cui ho ricevuto l'ARC digitale in anteprima - e ringrazio tantissimo la Forever - e The Thrashers. Uno è un romantasy, l'altro un mystery. Cosa potranno mai avere in comune due generi così diversi? L'autrice.

Ebbene sì, perchè Julie Soto, dopo aver pubblicato due romance che io personalmente vi consiglio di recuperare (ovvero, Forget Me Not e Not Another Love Song), è tornata con due nuove uscite a pochi mesi di distanza appartenenti a generi ben diversi tra loro. 
Non credo capiti molto spesso che un autore spazi in più generi e di certo si può definire un azzardo, perchè non è detto che una persona portata per scrivere un determinato tipo di narrativa abbia la stessa efficacia anche in altri. Dal mio punto di vista è sinonimo di grande coraggio (e anche inventiva), perchè di norma poche persone escono da quella che viene considerata la loro comfort zone. 
Per questo motivo ho deciso di provarli con grande curiosità, ma anche con aspettative non eccessivamente alte, cercando di vedere se la Soto potesse convincermi anche in questa nuova veste. Ci sarà riuscita? 

Per scoprirlo basta continuare a leggere l'articolo. 


Titolo:
 Rose in Chains
Autrice: Julie Soto
Data d'uscita: 8 luglio 2025
Editore: Forever (Hachette Book Group)
Pagine: 464 
Prezzo: 35,07€ (deluxe edition) / versione italiana della Newton Compton: 12,90€
Serie: The Evermore Trilogy #1

Trama (vi lascio quella italiana visto che ormai è già arrivato anche da noi): 

Una principessa in pericolo. E se fosse il cattivo a salvarla?
Non fidarti dell’apparenza
.
Quando il regno di Evermore viene conquistato dal nemico e lei viene catturata, Briony Rosewood si rende conto che il suo mondo è cambiato per sempre e che il luogo che chiamava casa non è più un rifugio sicuro. Dopo la vittoria delle forze del male, schiavitù, prigionia e morte sono il triste destino del suo popolo. Privata della magia e della libertà, Briony stessa viene scelta per essere venduta al miglior offerente e, in quanto principessa di Evermore, è il premio più ambito. Dopo un’asta accesissima, è Toven Hearst, l’erede di una famiglia nota per la sua crudeltà, ad aggiudicarsela. Tuttavia, nonostante gli orrori della nuova realtà che è costretta ad affrontare e del nuovo ruolo che deve imparare a ricoprire, Briony si accorge che non tutto è perduto. E che la speranza e un volto amico si possono trovare anche nei posti più impensabili...


Recensione: 

** per quanto abbia provato a stare sul neutro, avviso che potrebbero esserci spoiler. 

Voto: 4.5 ⭐

Rose in Chains mi ha letteralmente conquistata. Julie Soto non ha azzardato solo nel cambio genere, ma anche nelle tematiche presentate, gestendo con grande delicatezza una storia dalle tinte cupe con una trama tutt'altro che semplice.

Effettivamente parlare di questo romanzo è come destreggiarsi in un labirinto intricato di rovi, perchè ogni piccolo ramo è spesso intrecciato ad altri più spessi, creando un groviglio complesso in cui toccare qualcosa vuol dire spesso triggerare altro, rendendo ancora più difficoltosa l'avanzata su un percorso di cui credo si sia visto ancora poco. 
Sì, perchè nonostante questo primo libro sia pieno di avvenimenti, non riesco a non considerare Rose in Chains una sorta di preludio introduttivo in cui iniziamo a vedere composta la scacchiera d'azione con le sue varie pedine - ma non del tutto completa, a mio parere - e ricostruiamo non solo il rapporto tra Toven e Briony, intriso di pregiudizi, interesse e un disequilibrio di ruoli, ma anche gli avvenimenti chiave che hanno portato poi al concreto inizio di questa storia, che si apre in medias res: ci troviamo infatti alla fine di quella che doveva essere l'ultima battaglia tra Evermore e Bomard, dove Rory, fratello di Briony, identificato come quello che secondo una profezia di centinaia di anni prima sarebbe stato l'eroe che avrebbe salvato la nazione e riunito il continente, viene ucciso.

Insomma, oltre al dover cercare di capire qualcosa di tutto ciò che sta accadendo e perchè siamo arrivati fin qui, abbiamo anche l'impatto di un carico emotivo tutt'altro che leggero: oltre al vedere infranta la speranza della fine di un conflitto logorante e sotto shock per l'inaspettata morte del gemello, Briony e i supersistiti di Evermore non solo vengono catturati come prigionieri, ma vengono spogliati praticamente di qualsiasi diritto e subiscono abusi e violenze prima di venire venduti al miglior offerente. Il loro "valore" in questo caso non è dato tanto dalla loro forza fisica, ma da quella mentale, che è il fulcro del loro potere, e di fatto la loro condanna pare quella di sopravvivere (fino a quando i loro proprietari e aggressori non cambieranno idea, ovviamente) come mera fonte di energia a disposizione dei propri padroni, poichè Bomard utilizza la magia del sangue che sfrutta la tempra della persona o di terzi come punto d'origine. Non mi addentrerò troppo nella trama, perchè inciamperei facilmente in spoiler, ma posso dirvi che leggere alcune scene mi ha fatta fermare un momento la lettura, perchè non c'è niente di edulcorato in questa storia, nè di facilmente risolvibile.

Dove infatti spesso in altri libri si trova sempre il "colpo di fortuna inaspettato", qui dimenticatevene. Briony si trova a toccare il fondo e a confrontarsi con un odio fin troppo acceso nei confronti della propria nazione e con una noncuranza del valore della vita umana che non possono non colpire; sinceramente, il tutto risulta anche fin troppo attuale visto ciò che sta accadendo in questo momento nel mondo. A ciò si aggiunge anche una palese rappresentazione di una società patriarcale, di cui la stessa Briony, per quanto brillante e dotata, è stata vittima fin dall'infanzia. Condannata (ma ovviamente indottrinata a considerarlo come giusto) a essere l'ombra del fratello, la nostra protagonista è stata spinta dal padre a far sì che Rory emergesse e risultasse sempre il migliore, a discapito di se stessa, conscia che il proprio futuro si sarebbe con grande probabilità limitato a essere la sposa di chiunque potesse assicurare una buona alleanza politica con Evermore. Si può quindi immaginare come l'uscita di scena di Rory, ormai re di Evermore, sposti in un solo colpo tutta la responsabilità sulle spalle di Briory, che ora sente su di sé il peso della sorte di tutti i superstiti e questo, nel bene, nel male e nella sua testardaggine, la porterà a cercare di fare di tutto per aiutarli, rendendola un elemento attivo nella storia, piuttosto che totalmente focalizzata sulla propria di sopravvivenza. 
Ogni passo è rischioso, ogni errore costa caro in questo racconto... Eppure pian piano Briony diventa sempre più intenzionata a non rimanere una pedina passiva e fare la differenza. Certo, è un personaggio perfetto? Assolutamente no, ma d'altra parte non sarebbe così credibile, altrimenti. Nei suoi modi impacciati Briony risulta molto più umana ed empatica di tante altre eroine, anche se ho il timore che proprio il suo tentare di incontrare le aspettative del suo popolo possa poi risultare come un'arma a doppio taglio nei confronti dei rapporti che al momento sta costruendo. Su questo, purtroppo, non si potrà fare altro che aspettare i prossimi volumi.

In ogni caso, al momento l'unico aiuto concreto che può ricevere, per quanto possa risultare strano (ma in realtà per me tutto torna già dalle prime pagine, è solo Briony che non c'è ancora arrivata #mainagioia), è quello di  Toven. Lui, figlio di una famiglia appartenente agli alti ranghi della società di Bomard, il cui padre pare essere il più spietato dei generali, in realtà mostra un lato molto più umano di quanto facciano le persone attorno a sé. Credo che, assieme ai suoi familiari, sia il personaggio attualmente più interessante di tutto il libro perchè per quanto nella posizione "privilegiata" di essere parte dei vincitori, per quanto mi riguarda è evidente che Toven non ne condivida del tutto gli ideali e le azioni, ma comunque necessiti di mantenere una facciata tale che gli possa permettere poi di fare qualcosa di concreto contro chi al momento sta governando. Lo vedo un po' come un equilibrista su un filo teso di cui non si vede la fine, che deve destreggiarsi tra le varie relazioni politiche, le invidie contro di sé o la propria famiglia, e un piano che secondo me c'è e di cui non sappiamo ancora praticamente niente iniziato probabilmente da tempo.
E in tutto questo ci sono ovviamente i sentimenti per Briony che complicano tutto, e per quanto avessi voluto sbattere più volte la testa contro al muro nel vederlo lasciare che la Rosewood continuasse a inciampare in stupidi pregiudizi nei suoi confronti e non si decidesse a dichiararle i propri sentimenti, ho trovato assolutamente adorabile il suo cercare di proteggerla fino al limite delle proprie possibilità anche in situazioni in cui la scelta più facile sarebbe stata quella di cedere ad altro. Però ve lo dico, qui lo slow burn è proprio lento... Perciò bisogna solo sperare che ci siano soddisfazioni in futuro perchè sotto questo aspetto ne abbiamo ancora di strada da fare. Ciò non toglie che di scene interessanti ce ne siano e non faranno altro che farvi innamorare ancora di più di questi due zucconi. Speriamo solo in un minore tira e molla.

Dei personaggi secondari invece non posso dirvi molto, perchè nella situazione in cui si trova Briony i contatti non sono tanti, ma ci sono parecchie figure che compaiono ogni tanto tra scene nel presente e flashback su cui spero si possa approfondire in futuro; soprattutto, per quanto mi riguarda, vorrei ci fosse ancora più spazio per Serena e Orion Hearst, Finn, Larissa e Sammy, perchè credo possano avere storie interessanti da scoprire. Al contempo, temo tantissimo per il futuro di Cordelia, che credo forse sia stata un po' bistrattata immeritatamente da alcune scelte di trama per le quali sono curiosa di vedere come reagirà più avanti.
Abbiamo invece, al contrario, una bella dose di antagonisti interessanti da dover gestire (ve l'ho detto, non si può mai stare tranquilli) tra cui appunto Mallow, e devo dirvi che era da un po' che non trovavo un personaggio così crudele e al contempo non piatto. Di cattiveria ne si può mostrare a iosa, ma credo sia ben più difficile creare un villain che possa lasciare il segno nel lettore, tanto da odiarlo a propria volta e allo stesso tempo ammirarne l'ingegno o quantomeno chiedersi come possa sempre essere un passo avanti agli altri. 
Per di più è quasi un'inusuale antitesi il fatto che in una società patriarcale come quella presentata una donna sia riuscita non solo a ottenere il potere, ma anche obbedienza e timore nei propri confronti, inculcando una dottrina così feroce contro un'altra nazione senza che nessuno paia volerla mettere in discussione. Tra l'altro, da alcuni dettagli posti qua e là sono ormai convinta che ci siano delle motivazioni passate piuttosto profonde che muovano i gesti di Mallow, e sono davvero curiosa di sapere esattamente cosa le sia successo per renderla il "mostro" che di fatto è adesso. La sua ossessione per Briony e contro Evermore oltre all'essere palese ha un che di peculiare, tanto da farmi scalpitare per saperne di più. Certo, allo stesso tempo vorrei vederla sconfitta il più in fretta possibile e rinchiusa nella cella più buia al centro della terra, una cosa non esclude ovviamente l'altra! Ormai ogni volta che entra in scena mi vengono i brividi pensando a cosa potrà mai ancora capitare.

In ultimo, il sistema magico: al momento è rimasto abbastanza marginale, ma devo dire di trovarlo molto interessante. Anche qui spero che in futuro possa essere approfondito meglio, anche relativamente all'uso dei famigli o altre branchie di magia o pozionistica. 

Insomma, forse ora potete capirmi quando vi dicevo prima che siamo davvero ancora all'inizio, e forse questo è il primo difetto che mi viene in mente relativo a questo libro: avendo effettivamente tanti flashback da presentare, e sicuramente ce ne mancano ancora per capire meglio determinati eventi o dinamiche anche interne a Bomard stessa, sarebbe stato bene aggiungere un po' più di pagine per portare un attimo più in avanti il racconto anche solo dal punto di vista di altri personaggi che per diversi motivi non possono essere vicino a Briony.
Oltre a ciò, non ho apprezzato per nulla la relazione tra la protagonista e Didion, perchè pur capendone il perchè (altro momento in cui avrei voluto dare una capocciata a qualcosa) non posso non provare pena per quel poveretto, anche se penso avrebbe potuto capire l'antifona da un po'. Detto questo, ho il brutto sentore che questa faccenda ritornerà prima o poi indietro come un boomerang a creare problemi a Briony, ma sinceramente un po' se lo meriterebbe anche. Detto questo, chi lo sa che invece un faccia a faccia a cuore aperto non sia un modo per crescere nell'ammettere i propri sbagli. Chi lo sa, vedremo dove ci porterà il prossimo libro. In ogni caso al momento il libro per me è promosso a pieni voti. 
Però ora datemi il seguito, grazie.



Titolo:
 The Thrashers
Autrice: Julie Soto
Data d'uscita: 6 maggio 2025
Editore: Wednesday Books
Pagine: 464 
Prezzo: 24,28 €
Serie: Per il momento standalone

Trama:  Either you're in or you're out.

Welcome to the Thrashers, the elite friend group at New Helvetia High.
They’re everything everyone wants to be.
Jodi Dillon was never meant to be one of them. Julian, Lucy, Paige, and the infamous Zack Thrasher are rich, sophisticated, and love attention. Jodi feels out of place, but Zack’s her childhood best friend, so she’s in.
Then Emily Mills, who desperately wanted to be a Thrasher, dies—and the whispers about the Thrashers begin. As Emily’s journal surfaces, detectives close in, and Jodi faces an impossible choice: betray her friends or protect herself.

But as eerie messages and strange occurrences escalate, it becomes clear—Emily isn’t done with them yet.

Recensione: 

Voto: 3.75⭐!

Dopo aver amato così tanto Rose in Chains mi sono lanciata a leggere anche The Thrashers, che di certo non mi ha delusa. E che libro lettor*! E' come entrare in una centrifuga in cui non hai davvero idea di cosa stia davvero succedendo fino alla fine.
La storia in sè è piuttosto semplice, ma al contempo non fa che complicarsi e intrecciarsi più si va avanti col racconto in maniere a volte anche abbastanza sconvolgenti. Di fatto l'evento in sè non ha bisogno di tante spiegazioni sul come sia successo e su chi sia stato - almeno in apparenza - ma è il perchè, è il quello che c'è stato prima per arrivare al gesto di Emily che su cui si focalizza l'attenzione, portando alla luce più di una verità scomoda e una realtà tutt'altro che semplice.

Devo dire che Jodi mi ha fatto molta tenerezza ma in alcuni casi anche pena... Capisco benissimo il vedere in qualche modo i propri rapporti messi in discussione da nuove aggiunte nel gruppo, vivendo col timore di essere quella che prima o poi verrà lasciata fuori e per questo il cercare, in un modo o nell'altro, di barcamenarsi in nuove dinamiche risultando quella che è scontato che ci sia sempre a guardarti le spalle ma che forse, allo stesso tempo, non sa se può dire lo stesso dall'altra parte. E' chiaro anche perchè sia considerata "l'anello debole" da torchiare, e per questo ho altamente apprezzato il fatto che, pur confusa dai dubbi insinuatile da terze persone, non sia mai stata facilmente influenzabile in merito al proprio giudizio riguardo il resto dei Thrashers. Al contempo, proprio perchè secondo me è un personaggio caratterizzato da grande tenacia, avrei voluto che prendesse ancora più coraggio nell'affrontare i propri vari "amici" così da poter forse ripartire da capo nei propri rapporti in un'ottica più vera e sincera. Al contrario, invece, mi è parsa perdonare tanto, troppo, e forse nemmeno cercare in toto tutta la verità.
E se Lucy e Paige mi hanno più che altro irritata pur restando delle figure coerenti con loro stesse e ben delineate, anche se non del tutto cristalline, il mio preferito è Julian, che per quanto in molti casi esagerato nel suo essere tagliente e anche meschino, quantomeno è quello che tra tutti mi è parso il più onesto. In certe scene mi è piaciuto davvero molto (la chimica tra lui e Jodi poi in certi momenti era meravigliosa, anche se un po' ti chiedi esattamente da dove sia uscita fuori) e ho apprezzato come sia stato di fatto l'unico ad andare "contro" Zack e mettere un minimo in dubbio quell'aria di perfezione che sembrava in qualche modo renderlo intoccabile.

E proprio riguardo quest'ultimo, devo dire che sono stata tratta in inganno all'inizio anche io da quest'aria da golden boy/golden retriver un po' ingenuo, che invece è risultato molto più stratificato e con più ombre di quelle che si potrebbe pensare. Comprendo perfettamente il carisma che lo rende fulcro di attenzione, e ci sta, ma capisco meno questa sorta di fedeltà nei suoi confronti da parte di più di un personaggio, soprattutto da un certo punto della storia in poi.

Manipolazioni, gelosie, violenza, stalking... c'è davvero tanto in questo libro e purtroppo secondo me s'è toccata solo la superficie di un iceberg ben più profondo. Se poi pensiamo all'aggiunta dell'elemento soprannaturale, che rende il tutto non solo ancora più enigmatico e inquietante, ma anche aperto ancora ad altro, tutto The Thrashers mi fa pensare tranne l'essere uno standalone. 
Perosnalmente ho terminato la lettura pensando che il finale presentato fosse pieno di troppe ingiustizie e con troppe poche risposte per essere finito così. Lo sbilanciamento nelle sorti dei personaggi mi pare eccessivo e poco equo, soprattutto visti i colpi di scena mostrati all'ultimo secondo. Diciamo che se questa era l'idea della Soto, ovvero di anticiparci l'arrivo di un secondo libro prima ancora di annunciarlo, allora c'è riuscita molto bene, altrimenti credo davvero manchi qualcosa.

Lo promuovo, quindi? Sì, perchè comunque sa prenderti in maniera tale da non poterlo smettere di leggere, ma secondo me qui sono state fatte scelte un po' più arrabattate di quanto invece è stato creato con Rose in Chains. In questo caso sarebbe stato più utile o eliminare sottotrame evitabili, o al contrario lavorare meglio per creare un'opera che risultasse più coesa e corale, dando il giusto spazio a tutto quello che c'era da dire e forse osando di più. 

Che dire lettor*, credo che questa autrice abbia un grande potenziale che in alcuni casi riesce a esprimere al massimo, altri non troppo. Credo comunque che sia per il tipo di storia raccontata, che per le modalità di narrazione abbia sempre un che di peculiare che vale la pena provare.
Voi li leggerete? Aspetto anche un vostro parere!💙

Alla prossima recensione!
Chiara

 


 

 

Friday, 11 July 2025

Recensione: "THE BOOK OF AZRAEL" di Amber V. Nicole

Buongiorno amic* lettor*!
Dopo un mese di reading slump, torno su questi schermi per parlarvi, in super ritardo, di The Book of Azrael. 


Titolo:
The Book of Azrael. La profezia degli immortali
Autrice: Amber V. Nicole
Data d'uscita: 13 maggio 2025
Editore: DeAgostini
Pagine: 816
Prezzo: 19,90€

Trama: A volte l’unico a conoscere i tuoi demoni è il tuo peggior nemico. Secoli fa, Dianna ha stretto un patto disperato: per salvare sua sorella, ha ceduto la propria anima al Signore Oscuro Kaden, diventando la sua assassina immortale. Da allora, l’ha servito senza esitazione, trasformandosi in una leggenda di sangue e terrore. Ma ora Kaden vuole il Libro di Azrael, un artefatto in grado di riscrivere le leggi dell’universo, e di distruggerlo. Recuperarlo per Dianna è un ordine… e una condanna. Perché si narra che il libro sia nelle mani del Dio Samkiel, che oggi si fa chiamare Liam, ma che tutti ricordano come Sterminatore di Mondi. E che le creature demoniache al servizio di Kaden temono più di ogni altra cosa. Quando i due si affrontano, le fiamme della battaglia rischiano di distruggere tutto ciò che li circonda. Ma c’è un fuoco ancora più insidioso che li consuma: un’attrazione innegabile, pericolosa quanto il destino che incombe su di loro. Se obbedire a Kaden per Dianna significa restare schiava, tradirlo potrebbe invece costarle ogni cosa. In un gioco di inganni e desideri, dove il confine tra amore e odio è sottile come la lama di un pugnale, Dianna dovrà scegliere chi essere… prima che sia troppo tardi.


Serie:
1. The Book of Azrael
2. The Throne of Broken Gods (in uscita in italiano nel 2026)
3. The Dawn of the Cursed Queen
4. The Wrath of the Fallen
... da continuare





Recensione:

Voto: 4 stelle!

Credo che non ci sia testimonianza migliore nel dire che un libro ti è piaciuto quando anche nel bel mezzo della reading slump più lunga della tua vita non perdi mai interesse per la storia e anche se leggi una pagina al giorno alla fine sei riuscita a portare a termine la lettura. 

Fin dalle prime pagine del romanzo vieni immerso in un worldbuilding interessante, diverso dal solito, ma anche un pelino complesso. Il lettore viene riempito di informazioni, forse troppe tutte insieme e non sempre le principali che servono a orientarsi del tutto nella storia. Ma poi, pian piano vengono aggiunte qua e là anche altre informazioni, che rendono la storia più chiara. Ci sono comunque dei punti che avrei preferito venissero spiegati meglio, perché alcune domande arrivata alla fine della lettura mi sono rimaste. 

La trama principale del romanzo riguarda la ricerca del libro di Azrael, un oggetto magico che potrebbe portare alla distruzione del mondo. La premessa di questo viaggio permette ai protagonisti di avvicinarsi e anche se di solito questa tipologia di narrazioni mi annoiano, qui grazie al fatto che questa ricerca è principale, ma non predominante, non mi ha del tutto infastidita. 

Quello che mi è piaciuto di più del romanzo sono stati i protagonisti e il rapporto che si viene a creare tra di loro. 
Dianna è un personaggio forte, che secondo gli standard del bianco/nero dovrebbe essere reputata morally gray, ma non risulta mai così cattiva e crudele come le parole dell'autrice sembrano presentarla. Ci vengono mostrare, invece, le sue fragilità e come tutto quello che fa è allo scopo di proteggere la sorella. 
Liam è distrutto dopo quello che è successo al suo pianeta. Ha deciso di diventare un'eremita e adesso è costretto a lasciare la solitudine che tanto apprezza per ritornare a combattere una nuova minaccia. Il suo disturbo post traumatico è stato gestito molto bene e pian piano, grazie alla presenza di Dianna, riusciamo a conoscere il ragazzo che era prima che tutto andasse a rotoli. 
I due da nemici iniziano pian piano ad avvicinarsi, andando a creare un rapporto che è dolce, divertente e anche profondo. Ho molto apprezzato il tempo che l'autrice si è presa per svilupparli. È uno slow burn fatto come si deve, anche se devo ammettere che alcuni passaggi di sentimenti sono stati fatti in modo troppo netto, qualcosa di più graduale avrebbe reso il tutto più coeso e reale. 
La coppia creata dai due è dolcissima e il fiore all'occhiello del libro. Vi giuro che non sorridevo come un'ebete per due personaggi da molto tempo. Sono stati ADORABILI.

La storia è molto avvincente, ma certe volte necessitava delle spiegazioni in più. In più punti mi sono chiesta come mai i personaggi non avevano fatto determinate azioni che potevano sembrare più sensate o ho trovato i loro cambiamenti di idee troppo repentini. Questo non mi ha rovinato la lettura, ma mi ha lasciato qua e là con alcune domande. Se all'inizio tutte le informazioni sparse mi hanno un po' rallentato, una volta che sono riuscita a entrare nella giusta mentalità per immergermi nella storia il libro è diventato molto scorrevole.

Altro elemento che penso poteva essere sfruttato meglio sono i personaggi secondari. So che abbiamo altri sei libri per svilupparli meglio, ma penso che potevano essere un pelino più presenti in modo da cominciare meglio a costruire un legame con loro. 

Il finale è interessante e non ho la minima idea di come proseguirà la storia. Sono molto curiosa soprattutto perché mancano veramente tanti volumi alla parola fine, ma arrivati alla conclusione di questo libro mi sembrava di aver già raggiunto qualcosa di monumentale. 

The Book of Azrael è un libro interessante, che mi ha coinvolto per le storie dei protagonisti e il rapporto che l'autrice ha creato tra di loro. Alcuni dettagli potevano essere spiegati meglio, ma comunque un bel primo libro per una serie che si prospetta molto avvincente. 

- Camilla

Wednesday, 19 February 2025

Recensione: "ONYX STORM" di Rebecca Yarros

Buongiorno amic* lettor*!
Oggi vi porto la recensione del libro più atteso del 2025, Onyx Storm!


Titolo: Onyx Storm
Autrice: Rebecca Yarros
Data d'uscita: 21 gennaio 2025
Editore: Sperling & Kupfer 
Pagine: 640
Prezzo: 19,90€
Audiolibro: Si (sia Storytel che Audible)

Trama: Dopo aver trascorso quasi diciotto mesi nell’accademia militare di Basgiath, Violet Sorrengail sa che non c’è più tempo per le lezioni. O per l’incertezza. La guerra è davvero iniziata e, con i nemici in avvicinamento e ormai infiltrati all’interno dei loro ranghi, è impossibile sapere di chi fidarsi. Violet dovrà spingersi oltre le deboli difese di Aretia alla ricerca di alleati che possano schierarsi al fianco di Navarra. Il viaggio metterà a dura prova il suo spirito, la sua fortuna e la sua forza, ma è disposta a fare qualsiasi cosa per salvare ciò che ama – i suoi draghi, la sua famiglia, la casa che hanno ricostruito e lui. Anche se questo significa custodire un segreto così importante che potrebbe distruggere tutto. C’è bisogno di un esercito. Di Potere. Di Magia. E di una cosa che solo Violet è in grado di scovare… la verità. Ma una tempesta si sta preparando all’orizzonte e non tutti riusciranno a sopravvivere alla sua collera.



Serie:
1. Fourth Wing (recensione qui)
2. Iron Flame (recensione qui)
3. Onyx Storm
4. Ancora da annunciare
5. Ancora da annunciare





Recensione:

Voto: 4.5 stelle!

Con Onyx Storm abbiamo fatto ufficialmente il giro di boa dell'Empyrean series e anche se ci toccherà aspettare un pochino per sapere come continuerà la storia di Violet, possiamo assolutamente dire che la Yarros ci ha lasciato con tanti eventi da digerire e analizzare. 

Questo terzo volume è molto probabilmente il mio preferito della serie. La scrittrice ha finalmente lasciato andare la narrazione a blocchi argomentativi; che se nel primo volume andava bene, ha reso il secondo troppo rigido e poco fluido. In Onyx la storia risulta più appassionate e coinvolgente grazie alla presenza di capitoli brevi e momenti di pathos alla conclusione dei vari capitoli. 

La trama è molto equilibrata tra momenti politici, d'azione e quelli più romantici. La Yarros ha creato un buon mix che riesce ad accattivare chi legge e a rendere più o meno tutti i fan contenti. 
Il worldbuilding continua ad essere ampliato, come viene ampliata la conoscenza del mondo che ha Violet, la protagonista e voce narrante della storia. 
In alcuni punti c'è un po' di confusione per l'introduzione massiccia di informazioni e personaggi nuovi, legati soprattutto all'elemento politico del mondo. Tra duchi, nuovi popoli e usanze il mondo creato dalla Yarros si fa sempre più complesso, andando a inserire questo libro più nel genere high fantasy, che romantasy. 

Alcuni elementi che non mi hanno convinto del secondo libro vengono riproposti anche qui, ma fortunatamente non così spesso. Alcune volte Violet riesce a risolvere problemi o a creare piani tenendo nascoste molte informazioni a chi sta leggendo, cosa che non dovrebbe essere così possibile visto che noi siamo costantemente nella sua testa. Ma andando avanti e con l'introduzione di altri pov, è evidente che questo è un'espediente che la Yarros utilizza molto, dandoci così solo le informazioni che vuole lei per nascondere degli elementi che provocheranno poi vari colpi di scena. 

Punto focale della storia è la relazione tra Violet e Xaden. I due devono affrontare quello che è successo alla fine del volume precedente. Tutte le decisioni che la ragazza prende all'interno del romanzo sono in modo da poter aiutare Xaden. Lui, invece, passa il tempo a combattere e accettare il percorso che la sua vita ha intrapreso, mettendo sempre al primo posto Violet e la sua sicurezza. 
Personalmente trovo che questo sia il volume più romantico tra i tre. Meno passione, ma più gesti d'amore. Ogni singola azione che i due hanno compiuto in questo libro dimostra l'amore che provano l'uno per l'altra e come per loro al primo posto ci sia sempre la sicurezza dell'altra persona. 

Come sempre ho amato la relazione tra gli umani e i draghi. I loro rapporti sono meravigliosi ed è stato veramente interessante vedere anche altri cavalieri, oltre i due protagonisti, interagire con i loro draghi.
La piccola famiglia che hanno creato Violet, Tairn e Andarna mi riempie sempre il cuore di gioia (e qualche volta di disperazione, ma questo è un altro discorso).

Per me l'unico punto veramente dolente della serie è l'utilizzo dei personaggi secondari. A livello di struttura su questo versante la serie ricorda più un romance, essendo incentrata su Violet e Xaden e lasciando i personaggi secondari di contorno. Quest'ultimi vengono utilizzati quando sono necessari alla narrazione, ma poi ritornano ad essere delle macchiette. Sono poco sviluppati e nel caso accada loro qualcosa la scena non riesce ad essere emotiva come potrebbe essere, proprio per questa conoscenza superficiale che si ha. Continuo a pensare che una serie più corale, con più pov, sarebbe stata migliore.

Il libro si conclude nuovamente con un cliffhanger, che rimette tutte le carte in tavola e fa ritornare la storia al suo elemento principale: i segreti. Dopo un romanzo in cui Violet era a conoscenza della maggior parte dei segreti, la ragazza e con lei il lettore tornano all'oscuro di tante informazioni. La scrittrice ci lascia sul più bello, con molte domande in testa e tanti mesi in cui potremo analizzare tutti gli indizi che lei ci ha lasciato. 

Onyx Storm è un ottimo romanzo intermedio. Amplia alcuni argomenti e ne introduce di nuovi, per una narrazione scorrevole e accattivante. Tra scene d'azione e politiche, al cuore di tutto c'è ancora una volta la relazione tra Violet e Xaden e dei due con i loro draghi. 

- Camilla

Thursday, 30 January 2025

Recensione: "QUICKSILVER" di Callie Hart - Quando un libro ha del potenziale concreto che non viene sfruttato

Buon pomeriggio lettor*!

Eccomi qui a parlare di un libro che per quanto mi riguarda è spuntato dal nulla colonizzando qualche mese fa il mio bookstagram, venendo presentato come una sorta di nuovo fenomeno editoriale americano, con tanto di adattamento su Netflix già annunciato.
Ora, io di norma diffido di tutta questa "pubblicità improvvisa", ma la trama non mi sembrava male e quindi ho deciso di provarlo e fare da cavia, vista anche l'uscita italiana, e questa di fatto è stata la mia ultima lettura del 2024.

Sono rimasta soddisfatta? Se devo essere sincera, mi è scesa più di una lacrimuccia per i soldi buttati 😭 Sotto poi trovate la mia recensione, intanto vi lascio le solite informazioni generiche legate all'uscita italiana.



Titolo:
Quicksilver
Autore: Callie Hart
Data d'uscita: 28 gennaio 2025
Editore: Rizzoli
Pagine: 612
Prezzo: 18,00
Serie: Fae&Alchemy

Trama: Saeris Fane, ventiquattro anni, è bravissima a mantenere segreti. Nessuno sa dei suoi strani poteri, né del fatto che ha passato la vita a rubare dalle cisterne della Regina Immortale. Ma in una terra dominata da un deserto spietato, non c’è nulla che non si farebbe per un bicchiere d’acqua. Prima o poi, però, ogni segreto viene alla luce. Quando Saeris si trova faccia a faccia con la morte in persona, riapre involontariamente un passaggio tra i regni e viene trasportata in una terra di ghiaccio e neve. I Fae sono sempre stati considerati creature mitiche, leggende, incubi… ma lì Saeris scoprirà che sono reali, e si ritroverà nel mezzo di un conflitto secolare che potrebbe costarle la vita. Prima umana a calcare le montagne ghiacciate di Yvelia in oltre mille anni, Saeris stringe un patto con Kingfisher, un affascinante guerriero Fae disposto a tutto pur di proteggere il suo popolo, perfino usare la magia alchemica della ragazza, e contro la sua stessa volontà.




Recensione:

Voto: 2⭐

Io mi chiedo come si facciano a scrivere così tante pagine per poi lasciare così poco al lettore.
Questo libro mi ha enormemente irritata per tutto il potenziale sprecato che c'è, mixato a una serie di luoghi comuni e trope inutili di cui la storia avrebbe fatto volentieri a meno. L'idea di un personaggio femminile che sa lavorare i metalli, supportato da un background concreto e sensato, affinità peculiari a parte, mi è piaciuto davvero molto, anche perché non lo si vede spesso nei libri, quantomeno abbinato al personaggio principale. Ho apprezzato in maniera minore il carattere di Saeris, che fin troppo ricalca altre eroine spavalde e dalla lingua tagliente che ormai si ritrovano ogni tre per due, senza dare quel qualcosa in più per potersi in qualche modo distinguere. Certo, è quasi impossibile non provare un minimo di empatia o di dispiacere per quello che ha passato durante la sua vita, che tra l'altro ne giustifica pienamente la diffidenza verso gli altri, il suo voler mostrare il proprio valore senza piegarsi a insulti e pregiudizi e l'insistenza più che lecita di voler tornare dai propri cari o, al contrario, di farli venire lì da lei per saperli al sicuro. Per di più, non mi aspettavo il risvolto - in questo caso totalmente e piacevolmente inaspettato - che ciò ha portato e devo dire che ho riso davvero tanto.

Worldbuilding, sistema magico e lore risultano piacevoli e interessanti, anche se non propriamente spiegati in maniera chiarissima, magari anche volutamente; quindi su questi non mi soffermo più di tanto perché può essere se ne parli meglio nel prossimo volume. Altri elementi che per me rimangono positivi sono sicuramente tutta la questione del mercurio, dalle sue potenzialità alla sua pericolosità, oltre che al suo modo di comunicare con gli Alchimisti; la stoicità di Kingfisher nel gestire le conseguenze del proprio segreto e il suo spirito di sacrificio; altri personaggi secondari potenzialmente interessanti, tra cui Carrion, che probabilmente è stato molte volte la luce in fondo al tunnel che mi ha permesso di continuare a leggere nei momenti più noiosi.

Il problema è, appunto, tutto il resto.
Inizio con una premessa: su Waterstones ho trovato questo libro definito come deliciously dark. Ora, io non mi ritengo una lettrice di dark romance, né saprei definirne esattamente le caratteristiche, quindi mi scuso in anticipo con chiunque possa essere più espert* di me in questo senso, sperando però che si prenda le mie parole solo per quello che sono, ovvero un parere puramente personale che non vuole offendere i gusti di nessuno, ma che vi chiedo comunque di rispettare. Ciò detto, se il "dark" è quello che ho letto, non è che ne sia rimasta particolarmente colpita o entusiasta.
Non sono una persona che si inquieta per un linguaggio più colorito o forte del solito in determinate scene, ma sinceramente dover leggere insulti a una donna banalizzando delle sue reazioni o azioni relegandole all'essere "in calore" non è personalmente qualcosa che ho apprezzato, soprattutto tenendo conto che non troppe pagine dopo si è diventati nei suoi confronti quasi dei cuori di panna. Oltre alla incoerenza della cosa, possiamo volare un po' più alto nel 2025? Io personalmente dico di sì.
A parte ciò, il romance è pure godibile se preso così com'è, ma poteva essere gestito molto meglio. Prima di tutto partiamo dall'ormai conosciuto e amato enemies to lovers, che appunto, piace, ma come per qualsiasi elemento che si decide di inserire in un libro, bisogna lavorarci su per renderlo credibile.
Qui abbiamo un odio praticamente a priori da parte di una delle due figure principali che porta comprensibilmente a una situazione di conflitto (dove però c'è un'attrazione fisica straordinaria per cui ci si trova attratti anche dal sudore), che però poi quasi dal nulla passa allo stadio del "c'è qualcosa tra di noi". Com'è possibile? L'attrazione fisica non comporta la creazione a priori di un sentimento. Quello viene dal tempo e dalla conoscenza reciproca tra due persone, e per quello che viene descritto nel libro e per la situazione appunto di partenza che vi dicevo prima, mi pare davvero troppo poco per arrivare praticamente a un innamoramento. Con delle premesse del genere, non dico che non mi aspettassi nulla fino al secondo libro, però così mi pare un po' troppo e, al contempo, poco credibile.
Certo, gli amanti dello spicy non disdegneranno le scene di tensione e chimica tra i due protagonisti, però visto appunto tutta questa parte preliminare che risulta davvero ben fatta (e non lo dico in maniera ironica), il "dunque" m'è quasi parso sempre un po' troppo veloce 😂 Può essere che la Hart avesse alzato troppo le mie aspettative.

Insomma, riassumendo brevemente, al romance lascio un "ok" perché in un certo qual modo sa prenderti, ma chiudendo un occhio su moooolte cose, tra cui uno spoiler che non posso fare ma che mi è sembrato proprio uno sparare sulla Croce Rossa.

Altro punto che mi ha un po' uccisa dentro: i vampiri-fae. Perché. Non si poteva scegliere giusto una delle due cose, o lasciare queste benedette razze separate? Immagino di no. Ma qui mi rendo conto che dove io la vedo come un'assurdità, qualcun altro potrebbe vederci del genio, quindi alzo le mani. Il problema è che poi tutto ciò viene abbinato a un cast di villain che non colpisce per originalità e, a parte il sadismo e una crudeltà già viste, lasciano poco. Forse, invece di concentrarsi su entrate in scena sicuramente teatrali e anche ad effetto, si poteva lavorare di più per renderli più incisivi nella storia e nella mente del lettore. Non aiuta nemmeno il fatto che le scene d'azione o alcuni passaggi siano a volte poco chiari, per cui ci si ritrova un po' persi in balia degli eventi.

In ultimo, la found family presente, che è un elemento che io di norma amo in un libro, anche in questo caso risulta un'accozzaglia di personaggi che per quanto carini assieme non bastano per assicurarne la credibilità o, mi ripeto, per lasciare un segno.

Per concludere, la sensazione generale che mi ha lasciato questo libro è che la Hart abbia utilizzato elementi o trope che sicuramente hanno successo, non curandosi però di dar loro quel necessario contorno, spessore e definizione che servono all'interno di una storia perché la stessa abbia successo, sminuendo (indubbiamente in maniera involontaria) il proprio lavoro e le buone idee proposte nel mezzo.
Detto ciò, può anche essere semplicemente che
la CE che ha deciso di pubblicarlo e chi l'ha letto e amato siano riusciti ad apprezzare l'opera molto più di quanto io sia stata in grado di fare. Ammetto questo mio limite.

Andrò avanti dopo questa débâcle?
Una parte di me vorrebbe leggere il seguito per vedere dove si vuole davvero andare a parare, e per scoprire se le abilità di Alchimista di Saeris avranno uno sviluppo ancora più creativo e interessante... L'altra però mi ricorda che se la lunghezza del secondo sarà pari (o magari maggiore) a quella del primo, potrei non avere sinceramente la forza di farcela 😞 Vi aggiornerò. Intanto il mio consiglio è: se volete leggerlo, partite con aspettative basse, forse è meglio.

Alla prossima recensione!
Chiara

Thursday, 4 July 2024

Recensione: "POWERLESS" di Lauren Roberts

Buongiorno amic* lettor*!
Oggi vi porto la recensione dell'ultimo romantasy che ha conquistato il pubblico di BookTok, ma che sfortunatamente a me non ha convinto. 


Titolo:
Powerless. Potere e inganno
Autrice: Lauren Roberts
Data d'uscita: 28 maggio 2024
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 512
Prezzo: 9,90€

Trama: Preda e cacciatore. Uniti dal destino. Combattenti straordinari, eccezionali e forti, solo gli Eletti sono degni del reame di Ilya. Da decenni possiedono poteri inimmaginabili, che hanno acquisito dopo essere sopravvissuti alla Peste. Gli altri, gli Ordinari, sono solo un incomodo. Quando questi ultimi vengono messi al bando da un decreto reale che dichiara l'assenza di abilità prodigiose un crimine, Paedyn Gray si trasforma in una fuorilegge e in una ladra per necessità. Sopravvivere nei bassifondi da Ordinaria non è per nulla semplice, ma Paedyn sa il fatto suo: sin da bambina, è sempre stata una grande osservatrice, grazie agli insegnamenti del padre. Perciò si finge un'Eletta per sopravvivere e tenersi fuori dai guai. Più facile a dirsi che a farsi. Un giorno, per caso, Paedyn salva uno dei principi di Ilya ed è costretta a partecipare al Torneo di Epurazione: una competizione brutale nella quale gli Eletti sfoggiano le loro capacità, proprio ciò che manca a Paedyn. Qualora riuscisse a uscirne viva, come potrà celare la verità al principe di cui si è innamorata?

Serie:
1. Powerless. Potere e inganno
1.5 Powerful
2. Reckless
3. Fearless 


Recensione:

Voto: 2.5 stelle!

Questo libro mi ha creato veramente tanti sentimenti contrastanti, soprattutto per un tira e molla tra la voglia di abbandonarlo senza mai pensarci più e alcune scene sparse qua e là che devo dire mi hanno un po' fatto emozionare. 

La critica che viene fatte maggiormente alla storia è quella che riguarda la sua originalità. Personalmente credo che bisognerebbe parlare più di paragone che di originalità. Chi legge romance, come la sottoscritta, è meno incline a cercare nei romanzi la pura originalità, perché si è abituati a leggere storie che sono costruite su dei modelli. E questi modelli sono quelli che il mercato editoriale manda avanti pur di vendere. Quindi tra la storia originale mai vista prima (cosa veramente poco probabile) e il romanzo che sembra figlio illegittimo del miscuglio di altri dieci titoli, potete stare cert* che le case editrici sono più propense a pubblicare quest'ultimo. Per questo trovo che il concetto di originalità e della sua mancanza sia qualcosa di futile di cui parlare. Il vero problema che si pone davanti a libri del genere è quello del paragone. Vengono creati e venduti proprio per assomigliare a storie già apprezzate, ma questo può essere una lama a doppio taglio. Perché se da una parte questi libri possono piacere proprio per elementi in comune con altri preferiti, dall'altra parte se la storia non convince è quasi d'obbligo fare il costante paragone con qualcosa che ci è piaciuto di più. E questo è quello che è successo a me durante la lettura di Powerless. Soprattutto all'inizio la mia testa andava a romanzi con scene o punti di trama simili che mi sono piaciuti di più, portandomi a stancarmi presto del libro della Roberts. 

È stata la scrittrice stessa a dire che ha scritto questa storia riunendo in essa tutte le scene che adora leggere. Proprio per questa motivazione capisco perfettamente le persone che hanno apprezzato il libro, ma a me è sembrato che queste scene a volte fossero inserite quasi a forza all'interno di una trama poco sviluppata. Paragono le scene a pezzi di lego che vengono messi uno in parte all'altro. Va tutto bene, finché non si cerca di alzarli o si scuotono e non avendo una base tutto il lavoro viene distrutto. 
La Roberts si è concentrata tanto su queste scene, mi viene da dire che punta tutto su di esse, perché sono quelle che diventano virali sui social, quelle che ci emoziona leggere, lasciando così la trama vera e propria quasi a se stessa. Creando qualcosa di semplice, già visto, ma soprattutto già visto meglio. Tra i vari perché e i buchi presenti, la storia continua ad avanzare solo per inerzia, perché così doveva andare, senza grandi motivazioni. 

Ho trovato anche dei problemi nel delineare la personalità dei protagonisti. La scrittrice ha voluto mostrare in loro così tante caratteristiche che le piacciono da renderli copie di tanti altri, senza dare loro una loro unicità. Inoltre tante volte quello che viene detto su di loro attraverso i dialoghi non corrisponde a quello che viene mostrato. Per farvi un esempio a un certo punto la protagonista descrive il personaggio maschile come silenzioso e tormentato, in linea con la storia e il personaggio che la Roberts voleva creare, ma il problema è che Paedyn fino a quel momento ha visto Kai solo flirtare con lei o ridere con il fratello. Dov'è il personaggio silenzioso e tormentato? Da nessuna parte. 
Tantissime volte la scrittrice preferisce dire più che mostrare varie caratteristiche e motivazioni dei personaggi, rendendo il tutto abbastanza inconsistente.

Paedyn è un personaggio che rispetto a quello che ha subito si fida troppo alla svelta, è concentrata solo su se stessa e onestà totale più di una volta ho pensato che dovesse ringraziare la sua buona stella per essere ancora in vita. 
Kai mi è piaciuto un pelino di più rispetto a lei. Le caratteristiche del silenzioso e tormentato possono anche facilmente descriverlo, ma da parte nostra che siamo esterni alla storia e possiamo leggere i suoi pensieri, non da una persona che lo vede solo nei suoi momenti di calma. È interessante il suo ruolo all'interno del regno, ma è qualificato per il lavoro? Personalmente a volte l'ho paragonato a Criston Cole di HOTD. Good face, not so good for the job. 

La relazione tra i due è l'unica cosa che secondo me raggiunge la sufficienza nel romanzo e il motivo per cui a tanti piace. I due sono carini insieme, vengono cucite su di loro tantissime scene che per gli appassionati del genere sono un must. 
All'inizio ho trovato che il loro rapporto fosse un pelino troppo veloce. So che il libro viene descritto come slow burn e se da una parte ci sta definirlo tale, dall'altra i due sono attratti fin dal primo momento. Continuano a flirtare tra di loro, rimandando soltanto l'inevitabile bacio. Ma perché sono attratti l'una dall'altro? Penso che questo argomento poteva essere approfondito, anche se alla fine la scrittrice cerca di dare una motivazione che mi ha fatto letteralmente dire "come scusa?". 
Andando avanti alcune delle loro scene sono riuscite a fare breccia anche nel mio cuore e per un momento anch'io sono stata appassionata dalla loro relazione. 

Il momento, però, è finito con l'inizio dell'ultima sfida, dove il mio cervello ha ricominciato a porsi le semplici domande del "ma perché sta facendo questo?" "in che senso?" "ma perché?". Diciamo mille domande, mille soluzioni semplicistiche a degli eventi e altre mille domande. 
Quindi il mio momento di apprezzamento per la storia è stato giusto con contentino momentaneo, che non mi spingerà a continuare con la trilogia. 

Credo che Powerless sia un buon libro per chi dal romance vuole approcciarsi ai fantasy e per chi si appassioni a una serie anche solo per i personaggi, lasciando da parte i vari perché del caso. 
Al contrario, se cercate anche un aspetto fantasy sviluppato penso che il libro potrebbe non piacervi perché questo è decisamente il punto carente della storia. 

Powerless è il primo volume di una trilogia che punta tutto sul romance, non così tormentato, tra i suoi personaggi, con scene amate dai più che cercando di nascondere le pecche sul lato fantasy della narrazione.

- Camilla 

Wednesday, 24 April 2024

Recensione: "BRIDE" di Ali Hazelwood

Ciao lettor*!
Finalmente riesco a portarvi una delle recensioni che avete chiesto nei mesi scorsi, riguardante un'autrice che negli ultimi anni sta scalando la classifica dei miei autori preferiti di romance: Ali Hazelwood, che lascia i suoi STEMnist romance per spostarsi nel fantasy con Bride. Prima di iniziare la recensione, che trovate di seguito, vi lascio le solite specifiche:

 

Titolo:
Bride
Autrice: Ali Hazelwood
Data d'uscita: 13 febbraio 2024
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 384
Prezzo: 17,90€
Trama: Misery Lark, l'unica figlia del più potente Consigliere dei Vampiri del Sud-ovest, è ancora una volta un'emarginata. I suoi giorni nell'anonimato tra gli Umani sono finiti: è stata chiamata a sostenere una storica alleanza per mantenere la pace tra i Vampiri e i loro più acerrimi nemici, i Lupi, e non vede altra scelta che arrendersi allo scambio. I Lupi sono spietati e imprevedibili e il loro capo, Lowe Moreland, non fa eccezione. Governa il suo branco con severa autorità, ma non senza giustizia. E, a differenza del Consiglio dei Vampiri, non senza sentimento. È chiaro, dal modo in cui segue ogni movimento di Misery, che non si fida di lei. Se solo sapesse quanto ha ragione... Perché Misery ha i suoi motivi per accettare questo matrimonio di convenienza, motivi che non hanno nulla a che vedere con la politica o le alleanze, e tutto a che fare con l'unica cosa che le sia mai importata. Ed è disposta a qualsiasi cosa pur di riavere ciò che le appartiene, anche se questo significa una vita nel territorio nemico... da sola con il lupo.

Recensione:

Voto: 5 stelle!⭐

Come ogni volta che provo un nuovo libro di un autore che ho amato, mi ci butto avendo giusto in testa a grandi linee la trama. Quindi ero ancora più incerta di come e se la Hazelwood mi avrebbe convinta in questo suo esordio nel genere fantasy (anzi, per usare una terminologia ormai ben diffusa a macchia d'olio, "romantasy"). Devo dire che, per quanto mi riguarda, la prova è stata superata alla grande e non vedo l'ora di avere un seguito, perchè per forza ci deve essere. 

La problematica che questo genere ha intrinseca è che molto spesso ci si focalizza principalmente sull'aspetto romance, mentre la parte fantasy risulta debole e poco sviluppata, portando quindi, dal mio punto di vista, badate bene, ad avere più dei romance con un accenno di fantasy o scifi, che altro. Amando invece entrambi gli elementi, per me è sempre stato molto difficile trovare qualcosa che potesse soddisfarmi a pieno.
Non è il caso di Bride. La Hazelwood ha saputo inserire una storia d'amore, che personalmente mi ha catturata fin da subito, in un intreccio ben più vasto e ancor più interessante, che ha saputo mantenere viva la mia attenzione anche al di fuori della coppia.

Il mondo della Hazelwood è moderno, intrigante e dalle grandi potenzialità, che può essere sfruttato per più di un solo romanzo per approfondirne i vari aspetti societari - cosa che spero accadrà -. Anche la spiegazione di base che giustifica la presenza di licantropi e vampiri mi è personalmente piaciuta, soprattutto perchè nelle caratteristiche comuni che possiamo ormai ritrovare in qualsiasi romanzo che parla di queste figure, di nuovo l'autrice è riuscita a dare quel piccolo dettaglio diverso da solito che la rende sicuramente originale. Mi è piaciuto anche il fatto che i conflitti di predominio si giochino più in maniera indiretta e politica, piuttosto che con guerre o altri scontri eccessivamente diretti. Tutto Bride infatti è pieno di intrecci, relazioni conosciute e non, minacce possibili che potrebbero capovolgere gli equilibri da un momento all'altro, creando così un'atmosfera precaria, sempre un po' incerta, che ben si abbina al mistero che aleggia durante tutto il libro. Perchè Misery ha una missione personale, e per quella è disposta anche a sottostare al matrimonio impostole dal padre, che fin da quando era piccola la "usa" come merce di scambio per mantenere la pace con le altre razze. E non importa quanto questo la porti a doversi trasferire in un ambiente che si potrebbe dire facilmente ostile, circondata da potenziali nemici, questa sua missione non vacilla mai per tutto il libro, nemmeno quando altre problematiche si aggiungono a complicare la situazione. Mi è piaciuta molto la coerenza di questa protagonista, che non si lascia distrarre dalla propria situazione sentimentale, ma rimane comunque lucida nelle decisioni che prende e soprattutto è sveglia nell'adeguarsi a ciò che la circonda ma soprattutto nel non farsi fregare.
Sotto un certo punto di vista credo sia una protagonista un po' atipica, sicuramente algida ma non per questo povera di sentimenti - piuttosto è guardinga rispetto al prossimo proprio per come ha vissuto la sua vita fino a questo momento - dotata di un sarcasmo che io personalmente ho adorato e che mi ha davvero intrattenuta durante il corso di tutta la lettura. Allo stesso tempo è un personaggio forte, spesso sottovalutato, e con un'inclinazione inusuale, visto che è un'hacker. Ammetto che tutto mi sarei aspettata tranne questo, ma come sempre la Hazelwood è riuscita a renderla credibile e non la solita macchietta stereotipata. In ultimo, ho anche apprezzato come, nonostante tutto quello che ho detto prima, sia proprio Misery a non avere paura di parlare dei propri sentimenti (nel momento in cui ne è certa), in contrasto con un Lowe che, se per tutto il resto risulta fermo e determinato, qui invece risulta l'elemento più "fragile".

E proprio parlando del nostro protagonista maschile, anche in questo caso non posso che ammettere immediatamente che me ne sono innamorata praticamente da subito. Diretto, giusto ma allo stesso tempo inflessibile all'occorrenza, questo licantropo mi ha proprio conquistata probabilmente anche grazie a quelle piccole frasette a inizio capitolo per cui abbiamo finalmente anche il pov maschile. Certo, non è molto, ma sono quei minuscoli insight che ti fanno capire lo sviluppo della relazione con Misery, oltre che alcune volte anche dettagli sul suo passato. Il resto ci viene svelato nel corso della storia, dalla sua grande capacità di analisi della situazione e delle persone che ha davanti a sé, dal suo essere protettivo nei confronti delle persone che ama, il suo senso di responsabilità nel voler essere un buon capo e anche questo senso di inadeguatezza verso l'essere amato che non può non far stringere il cuore. Chiaramente avrei voluto ci fosse stato tempo per approfondire maggiormente questo personaggio, soffermarsi magari sul suo essere diventato Alpha, sul suo rapporto con la madre, i primi momenti da solo con sua sorella, ma almeno per il momento immagino ci si debba accontentare (almeno per ora).

Anche i personaggi secondari, sono stati caratterizzati in maniera chiara e variegata, come piace a me, senza eccessivi stereotipi o banalità da risultare facilmente dimenticabili, che si tratti di antagonisti o meno. Certo, vista la lunghezza del romanzo non ci si può aspettare chissà quale approfondimento, ma riescono sicuramente a ravvivare la storia, in particolare Ana, mio grandissimo amore. Questa bambina, nella sua ingenuità infantile, mostra per la prima volta a Misery un interesse e un affetto reali, spontanei, che riescono un po' a rompere quella barriera di ghiaccio che la contraddistingue, senza però snaturarla. Le loro interazioni risultano tenere e divertenti allo stesso tempo, quanto invece quelle con Lowe sono piene di tensione. Lettor*, preparatevi perchè questi due vi faranno penare ma ne varrà sicuramente la pena. Allo stesso tempo è di insegnamento che il posto in cui più Misery si sentirà a casa sarà proprio tra i lupi, piuttosto che tra i vampiri, dimostrando come spesso il nostro porto sicuro non è per forza quello da dove veniamo, ma quello dove ci sentiamo davvero apprezzati, protetti e amati. E a volte, perchè ciò accada, basta solamente essere se stessi e rompere gli stereotipi.

Insomma, Bride si dimostra un ottimo primo approccio al romantasy da parte della Hazelwood, adatto per chi ama le storie piene di colpi di scena, dal ritmo serrato, ma anche storie di found family e romance che ti tengono con gli occhi incollati al libro. Spero comunque che non sia un addio definitivo ad avere Misery e Lowe come protagonisti, perchè mi spiacerebbe perderli in toto, anche se sicuramente saranno parte del prossimo romanzo. E i "nuovi entrati in scena" credo proprio promettano scintille e una buona dose di divertimento nel seguirne le vicende.

Voi l'avete letto?
Se eravate indecisi spero di avervi aiutati nella scelta. Noi intanto ci rivediamo alla prossima recensione!

Chiara

Thursday, 11 April 2024

Recensione: "LA GUERRA DELLE DIECI REGINE" di Nisha J. Tuli

Buongiorno amic* lettor*!
Oggi vi parlo dell'ultimo romantasy pubblicato da Newton Compton, La guerra delle dieci regine, che devo ammettere dopo un inizio un po' burrascoso mi ha piacevolmente intrattenuto. 


Titolo:
La guerra delle dieci regine 
Autrice: Nisha J. Tuli
Data d'uscita: 5 marzo 2024
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 389
Prezzo: 9,90€

Trama: La prigione di Nostraza è un luogo terribile, in cui la speranza è un miraggio e i detenuti sono disposti a tutto per sopravvivere. Lo sa bene Lor, che vi è rinchiusa da dodici anni per volere dello spietato Re di Aurora ed è consapevole che potrebbe finire i suoi giorni tra quelle mura. Ma il fato per lei ha in serbo qualcosa di diverso: mai infatti avrebbe immaginato di riassaporare la libertà, eppure, durante una sanguinosa rivolta, Lor viene prelevata da Nostraza per essere trasferita alla corte del Sole, dove dovrà contendere il ruolo di Regina ad altri nove Tributi, ragazze che, come lei, parteciperanno a quattro prove potenzialmente letali per conquistare il cuore del Re Atlas.
In principio, Lor è spaventata e sopraffatta all’idea di cimentarsi in una competizione mortale, ma poi comprende che quella potrebbe essere la sua grande occasione per vendicarsi del Re di Aurora e di tutto il male che ha fatto a lei e alla sua famiglia. Tra intrighi, pericoli e mutevoli alleanze, riuscirà Lor a ottenere il titolo di Regina e ad attuare i suoi piani di vendetta?


Serie:
1. La guerra delle dieci regine 
2. Rule of the Aurora King
3. Fate od the Sun King
4. Tale of the Heart Queen 





Recensione:

Voto: 4 stelle!

The Selection e Red Queen si incontrano in questo primo volume della Urano Saga. Ma se America doveva competere per le attenzioni di Maxon attraverso prove di portamento, le sfide che deve affrontare Lor sono più fisiche e anche mortali. 

Non giriamoci attorno il libro è veramente poco originale. È sconvolgente solo per chi sta muovendo i primi passi nel genere, ma chi ci guazza anche solo da un annetto penso che avrà capito tutti i colpi di scena fin dall'inizio. Ma, ed è un grosso ma, anche la scrittrice è pienamente consapevole di questo ed è riuscita a sorprendermi con la decisione di mettere fin da subito tutte le carte in tavola. Grazie ai capitoli dal punto di vista di Nadir si può leggere passo per passo tutto quello che si cela dietro la competizione, avendo così un parere di chi osserva da fuori la situazione. La scrittrice si gioca così tutti i plot twist che siamo abituati a leggere in romanzi del genere, riuscendo in questo modo, secondo me, a sorprendere maggiormente * lettor*. 
L'unico dubbio che ho su questi capitoli è perché siano narrati in terza persona e al passato rispetto a quelli di Lor (narratrice principale) che sono in prima persona singolare anche se la storia avviene nello stesso momento, ma credo che questa era una domanda che doveva fare l'editor di Nisha e a cui io non avrò probabilmente mai una risposta esaustiva. 

Ho trovato questo romanzo molto introduttivo e credo che la scrittrice abbia usato l'escamotage della competizione solo per attrarre chi legge e che dal prossimo volume la storia si sposterà su qualcosa di più incentrato sull'aspetto fantasy. 
La parte riguardanti le sfide e la storia è stata interessante, ma quello che mi ha personalmente conquistato è stato proprio il vedere la stessa situazione dai due punti di vista. L'ho trovato veramente originale nella sua banalità ed è quello che mi ha reso la lettura piacevole. 

La caratterizzazione dei personaggi lascia a desiderare, tranne per quella di Lor. Penso, però, che molti dei personaggi secondari siano di passaggio e che quindi la scrittrice non si sia spremuta troppo le meningi per svilupparli al meglio. Lor, invece, grazie al fatto che siamo nella sua testa riusciamo a inquadrarla maggiormente. Devo ammettere che non è un personaggio che mi ha conquistato. In certi momenti mi è piaciuta, ma in altri l'ho trovata poco analitica riguardo la situazione in cui si trova. 
Non mi ha convinto neanche questo suo attaccamento istantaneo nei confronti di Atlas. È sicuramente insta qualcosa, ma non lo definirei né amore né lussuria. Non ho completamente detestato questa parte solo perché ho una teoria su quello che potrebbe essere successo, in base ad alcune frasi che sono state inserite nel romanzo, e quindi il mio giudizio definitivo è ancora in stand by. 
Al contrario mi è piaciuto il fatto che Lor voglia la corona non per diventare la compagna di Atlas, ma per il potere che il ruolo di regina le permetterebbe di avere. Questa motivazione, però, certe volte entra in contrasto con alcuni pensieri della protagonista e non sono riuscita a capire benissimo se è perché la scrittrice non abbia avuto le idee chiare o se ci sono motivazioni secondarie che verranno approfondite in seguito. 

Per quanto riguarda la parte romance tra Atlas e Lor non ho percepito nessuna scintilla. Ho capito l'interesse che avevano in base a quello che potevano fare l'uno per l'altra, ma devo anche ammettere che all'inizio pensavo che l'interesse amoroso della protagonista sarebbe stato qualcun altro. 

Il finale è abbastanza piatto, niente di sconvolgente, ma comunque interessante perché una parte di te è curiosa di sapere che cosa succederà in seguito. Ho trovato questo primo volume proprio un'introduzione, con tantissimi eventi e dettagli che verranno approfonditi in seguito o che spero che vengano ripresi e spiegati meglio successivamente.

La guerra delle dieci regine è un primo volume introduttivo di una serie che sono curiosa di sapere come continuerà. Non è originalissimo, ma la consapevolezza della scrittrice su questo fatto mi ha sorpreso, permettendomi di rimanere piacevolmente intrattenuta dalla lettura. 

- Camilla 


*Grazie mille a Newton Compton Editori per avermi gentilmente inviato una copia del romanzo.

Thursday, 15 February 2024

Recensione: "IRON FLAME" di Rebecca Yarros

Buongiorno amic* lettor*!
È giunto il momento di parlare del sequel più atteso dell'anno. Preparatevi perché si torna a Basgiath!

Grazie mille a Sperling & Kupfer per la copia del romanzo.


Titolo:
Iron Flame
Autrice: Rebecca Yarros
Data d'uscita: 30 gennaio 2024
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 672
Prezzo: 19,90€

Trama: Tutti si aspettavano che Violet Sorrengail morisse durante il suo primo anno all’accademia militare di Basgiath, compresa lei stessa. Ma la Trebbiatura è stata solo la prima, difficilissima prova per eliminare i candidati più insicuri, indegni e sfortunati. Ora inizia l’addestramento vero e proprio, e Violet già si chiede come farà a superarlo. Perché non sarà soltanto terribilmente estenuante, brutale e progettato per testare la capacità dei cavalieri di resistere al dolore oltre ogni limite. Il vero pericolo è il nuovo vicecomandante, che ha deciso di dimostrare a ogni costo quanto la ragazza sia inadatta al posto che si è guadagnata a fatica, a meno che non tradisca l’uomo che ama. Forse il corpo di Violet è più debole di quello degli altri, ma di certo non le mancano né l’ingegno, né una volontà di ferro. E soprattutto, il vicecomandante non tiene conto della lezione più importante di Basgiath: i cavalieri di draghi si fanno le regole da soli. Ma la determinazione a sopravvivere non sarà sufficiente quest’anno. Perché Violet conosce il vero segreto nascosto da secoli all’accademia militare di Basgiath e niente, nemmeno il fuoco dei draghi, potrebbe essere sufficiente a salvarli.

Serie:
1. Fourth Wing
2. Iron Flame 
3. Ancora da annunciare
4. Ancora da annunciare 
5. Ancora da annunciare



Recensione:

Voto: 3.75 stelle

Iron Flame inizia esattamente da dove avevamo lasciato Fouth Wing, facendoci immediatamente immergere nella storia. Ho trovato la prima parte del romanzo molto adrenalinica. Ho fatto fatica a staccarmi per le continue rivelazioni che venivano date a Violet e per l'ansia che avevo dovendo sapere cosa sarebbe successo ai personaggi. 

Personalmente prima di leggere il libro non mi aspettavo che Violet sarebbe tornata all'accademia dopo quello che era successo alla fine del volume precedente. Infatti quando ho letto la trama dove viene praticamente spoilerato questo suo ritorno ero abbastanza reticente, perché nella mia testa non c'era nessuna motivazione per cui avrebbero potuto tornare all'accademia come se niente fosse. E beh che dire, nella mia testa non c'era assolutamente nessuna idea, ma fortunatamente in quella della Yarros c'era. 
Durante questa parte sono stata in ansia con i personaggi, che camminano sul filo del rasoio e puntano tutto su un piano che potrebbe facilmente farli uccidere. 

Xaden, Violet e il resto del gruppo riescono a uscire vincitori da questo primo scontro con le forze interne dell'accademia e così la ragazza inizia il suo secondo anno a Basgiath. Xaden, invece, avendo concluso i tre anni viene mandato sul vero e proprio campo di battaglia. 

Da questo momento la narrazione rallenta. L'adrenalina che mi teneva in piedi ha iniziato a scemare e devo dire che pian piano ho cominciato un pochino ad annoiarmi. 
La scrittrice ci ripropone la struttura a blocchi argomentativi del libro precedente, ma se in Fourth Wing grazie alle varie prove funzionava e continuava a portare movimento nella storia, qui non è riuscita a ricreare lo stesso effetto. Capitoli lunghi dedicati interamente a ricerche di informazioni o di oggetti hanno reso la narrazione un po' statica. 
In questa parte ho trovato la storia lenta, ma anche pesante. Se da una parte bisogna dire che non è bello leggere qualcosa che ti sembra pesante, dall'altra questa sensazione per me è stata totalmente negativa, perché l'ho percepita come chiara trasposizione dello stato mentale di Violet. 

Quello che è successo alla fine del volume precedente ha particolarmente segnato la nostra protagonista che non riesce a superarlo. È bloccata in quel momento e per noi del mondo reale è chiaro che abbia un disturbo da stress post traumatico. La pesantezza che ho sentito nello stile della Yarros mi ha fatto immergere meglio nei pensieri della nostra unica narratrice, perché è la pesantezza che c'è anche nella testa di Violet. 

Andando avanti la narrazione si riprende in più punti dandoci scene meravigliose, che mi hanno fatto avere il batticuore e mi hanno particolarmente coinvolto, per poi quasi sempre tornare a quelle un po' più lente e meno incisive. Questo è dovuto anche al fatto che questo secondo volume è incentrato ad ampliare il mondo in cui è ambientata la storia. Nel primo libro l'interesse della protagonista e quindi quello del lettore che scopre le cose solo attraverso di lei è incentrato sulle sfide, adesso Violet viene inserita in un mondo che è letteralmente più grande e di cui deve praticamente spiegare tutto a chi sta leggendo. 

Ammetto che mi sarebbe piaciuto approfondire meglio i personaggi, soprattutto quelli secondari. Gli amici della protagonista riescono ad avere un ruolo più attivo in questo volume, però ancora una volta mi sembra di essere arrivata alla fine e di conoscerli veramente poco. Meno spazio ha anche Xaden, perché essendo costantemente sul campo di battaglia e non più parte integrante dell'accademia il suo ruolo è più marginale. 

Questo ovviamente incide anche sulla parte romance del libro. Dopo quello che è successo alla fine di Fourth Wing Violet e Xaden decidono di rallentare la loro relazione per concedersi il tempo di conoscersi meglio e creare delle basi più solide. Non avendoli pienamente amati nel volume precedente proprio per mancanza di questi elementi ho totalmente apprezzato la scelta della scrittrice, ma credo che non sia stata eseguita al massimo. La Yarros ha tentato di dare una vena più slow burn alla coppia, ma con la poca presenza di Xaden nella storia per me non è riuscita nel suo intento. 
I due hanno delle belle scene e sono sicura che se li avete amati precedentemente anche qui li apprezzerete, ma se come me non eravate convinti fino in fondo non credo che questo libro riuscirà a farvi cambiare idea.

La storia è piena di segreti e plot twist e devo dire che certe volte mi è sembrato che le soluzioni ai loro problemi sbucassero fuori dal nulla. Violet grazie al suo ingegno riesce a scoprire varie informazioni, ma essendo noi nella sua testa credo che avremmo dovuto vedere i semi di questi pensieri. Invece la maggior parte del tempo anche lei sembrava non saper niente, per poi nella scena successiva risolvere tutto. Questo fa sembrare sia i problemi che la loro risoluzione solo inseriti per portare avanti la narrazione. 

Anche questo volume finisce con un cliffhanger e a mio avviso molto più sconvolgente del precedente. Sinceramente devo ammettere che speravo che la serie prendesse una piega più corale, ma non credo che questa sia la direzione che intende dare la Yarros alla storia e dopo tutto quello che è successo non ho proprio idea di cosa la scrittrice abbia in servo per noi. 

Iron Flame è un secondo volume valido, ma meno interessante rispetto al primo. Centrale è la presenza della trama e lo sviluppo del world-building, lasciando i personaggi un pochino in secondo piano, anche se riescono a trovare il loro momento per brillare. 

- Camilla