Tuesday, 29 October 2019

Recensione - "Il Regno Corrotto" di Leigh Bardugo

Ciao a tutti lettori!!
Oggi è un'altra meravigliosa giornata vista l'uscita di uno dei libri che più aspettavo arrivassero quest'anno in Italia. Di cosa sto parlando?
Del seguito di Sei di Corvi, ovviamente!

Titolo: Il Regno Corrotto
Autore: Leigh Bardugo
Data di uscita: 29 Ottobre 2019
Editore: Mondadori
Pagine: 480
Prezzo di copertina: 19,90€
Trama:
Jesper non smetteva un attimo di tamburellare le dita sulle cosce. «Qualcuno ha per caso notato che l'intera città ci cerca, ce l'ha con noi o vuole farci fuori?» «E allora?» disse Kaz. «Be', di solito è solo metà della città.» Kaz Brekker e la sua banda di disperati hanno appena portato a termine una missione dalla quale sembrava impossibile tornare sani e salvi. Ne avevano dubitato persino loro, a dirla proprio tutta. Ma rientrati a Ketterdam, non hanno il tempo di annoiarsi nemmeno un istante perché sono costretti a rimettere di nuovo tutto in discussione, e a giocarsi ogni cosa, vita compresa. Questa volta, però, traditi e indeboliti, dovranno prendere parte a una vera e propria guerra per le buie e tortuose strade della città contro un nemico potente, insidioso e dalle tante facce. A Ketterdam, infatti, si sono radunate vecchie e nuove conoscenze di Kaz e dei suoi, pronte a sfidare l'abilità di Manisporche e la lealtà dei compagni. Ma se i sei fuorilegge hanno una certezza è questa: dopo tutte le fughe rocambolesche, gli scampati pericoli, le sofferenze e le inevitabili batoste che hanno dovuto affrontare insieme, troveranno comunque il modo di rimanere in piedi. E forse di vincerla, in qualche modo, questa guerra, grazie alle rivoltelle di Jesper, al cervellone di Kaz, alla verve di Nina, all'abilità di Inej, al genio di Wylan e alla forza di Matthias. Una guerra che per loro significa una possibilità di vendetta e redenzione e che sarà decisiva per il destino del mondo Grisha.

Recensione: Voto 5/5
Per amor di trasparenza lo dirò subito: sto recensendo uno dei miei libri preferiti, uno di quelli che mi ha più massacrata, ammaliata, distrutta e tenuta col fiato sospeso così tante volte da esserne uscita emotivamente provata. Però ne vale la pena. Oh sì, miei cari lettori, ne vale proprio la pena.

Sei di Corvi catapultava prepotentemente il lettore in un'ambientazione concreta, complessa ed estremamente cupa, assolutamente coerente con il mondo già delineato nella trilogia Grisha (se non l'avete ancora letta in lingua, Mondadori, che da un pò di tempo pare star risollevando le sorti del fantasy italiano, ha intenzione di portarla nuovamente in Italia il prossimo anno) alla quale si legava in maniera perfetta sia nel presentarne gli strascichi degli avvenimenti già accaduti, sia nell'allargare il campo visivo del lettore a tutto ciò che sta al di fuori di Ravka, con un'attenzione particolare per Fjerda, dove si svolge la parte più importante del racconto. 

Ne Il Regno Corrotto, invece, è Ketterdam la protagonista indiscussa: un luogo di malaffare, di intrighi, di tradimenti che vengono svelati a colpi di incontri, scontri, agguati e ricatti che sembrano davvero non avere mai fine. Non si può essere mai certi di cosa potrà capitare in un posto come questo che ti lascia quel sentore di gotico, di decadente e nocivo, abbinato però a un'estrema vitalità e al progresso. Come Jesper probabilmente potrebbe confermare, molto sta nella fortuna. In questa città puoi ottenere il successo quanto cadere in una disastrosa rovina. La cito come primo punto di forza del romanzo perché la Bardugo è riuscita a creare una metropoli viva, pulsante, che accompagna i personaggi lungo il loro percorso senza rimanere eccessivamente di contorno. E' Ketterdam. Fascinosa e pericolosa assieme. E' un luogo che risulta facilmente riconoscibile e che rimane nella mente del lettore in maniera spontanea suscitandovi emozioni, teatro di storie ed orrori e di sfide che mettono in gioco la vita dei personaggi che vi prendono parte, ignari e non, come in questo caso.
“La paura è una fenice. Puoi vederla bruciare milioni di volte ma tornerà comunque”*Leigh Bardugo
 La trama risulta complessa, persino più di quanto già Sei di Corvi non sia stato. Non è possibile prevedere la totalità di tutto ciò che accade, nè soprattutto capire totalmente le macchinazioni di Kaz Brekker nella sua battaglia personale contro Pekka Rollins e soprattutto nel tentativo di recuperare la sua amata Inej (presa in ostaggio da Van Eck alla fine dello scorso libro) fin dopo la loro realizzazione. I capitoli vengono nuovamente divisi tra i punti di vista dei Dregs, tramite i quali seguiamo il racconto in un crescendo sempre più stretto e ansiogeno, che lascia trasparire come qualcosa stia per succedere, qualcosa di grande impatto, non lasciando però la possibilità al lettore di prepararsi a sufficienza. A ciò si aggiungono i flashback, stavolta ancora più cospicui che nel libro precedente, andando a mostrarci i principali eventi che hanno avuto un impatto sulla vita dei nostri protagonisti, permettendoci così di conoscerli meglio.


“Non c'è niente come il dolore. Vivici assieme abbastanza e ne riconoscerai il sapore.”*
Leigh Bardugo

Personalmente trovo tutta questa struttura geniale. 
Amo il multistrato di storie ed eventi che continuano a incrociarsi e diramarsi in maniera pressochè infinita, tanto che sarebbe facile il rischio di distrarsi dal fulcro del racconto, ma la bravura della Bardugo è proprio quella di donarci man mano le chiavi di lettura che ci servono per non perderci in questa moltitudine di voci e storie. Arrivano poco per volta, svelando, spiegando, permettendoci di addentrarci sempre di più in tutto ciò che è successo e sta succedendo.
Ciò non elimina colpi di scena positivi e negativi che mantengono viva l'attenzione e soprattutto fanno sì che staccarsi dalle pagine di questo libro sia sempre più difficile nonostante sia comunque un viaggio piuttosto macchinoso e alcuni punti risultino un pò lenti (d'altra parte la vendetta è un piatto che va servito freddo). E' come ritrovarsi sull'orlo di un precipizio, già sospinto in avanti: si teme il peggio, si crede di essere ormai condannati a cadere e poi.. ecco che succede qualcosa che ribalta totalmente la situazione, anche se i Dregs ormai ve l'avranno fatto capire che non si può mai essere certi di aver vinto se non alla fine.
“Qualcuno ha notato che l'intera città ci sta cercando, ce l'ha con noi o vuole ucciderci?"
"Quindi?" disse Kaz.
"Bè, di solito è solo metà città.”* Leigh Bardugo
Nonostante apprezzi palesemente questa scelta narrativa, credo che rispetto al primo libro questa volta non ci sia stato abbastanza spazio per tutti i personaggi. Alcuni avrebbero dovuto aver maggior voce all'interno della storia e sarebbe stato bello che alcune vicende fossero state approfondite di più. Certo è vero che se io sarei prontissima a leggermi altri 500 pagine della Bardugo, non tutti potrebbero pensarla così, quindi probabilmente questo è risultato un buon compromesso.
E giusto che si parla dei personaggi, cosa dire di loro? Credo che ognuno nel suo piccolo abbia avuto una crescita personale, chi più chi meno palese, e penso che il libro lasci effettivamente spazio a una possibilità di sviluppo ulteriore in futuro.
Kaz rimane sempre nel mio cuore come uno dei miei personaggi morally gray preferiti: furbo, senza scrupoli ma pur sempre con una linea di condotta che non va ad oltrepassare, ferito dal proprio passato e pieno di complessi che però non ci impediscono di vedere quel passo avanti che non dico potrebbe redimerlo, perchè non sarebbe il capo dei Dregs se così fosse, ma in qualche modo renderlo una persona migliore. 
“Tutto con te è una negoziazione, Brekker. Avrai probabilmente barattato anche la tua stessa uscita dall'utero.” *― Leigh Bardugo
Inej mi ha fatto stringere il cuore immense volte, ma credo sia un grandissimo esempio di forza femminile e determinazione, non solo per le sue capacità, ma per il suo essere una persona che dice quello che pensa e da' voce al proprio disaccordo quando crede ve ne sia bisogno. E' umana, è una persona che vuole bene, che ama e non lo nasconde e soprattutto è una sopravvissuta che piuttosto che soccombere all'odio, cerca di dare alla propria esistenza uno scopo per cui vale la pena vivere.
Nina, Matthias, Jesper Wayland.. potrei dire tanto su di loro ma andrei nello spoiler, quindi mi limiterò a ringraziare quest'autrice per i messaggi che ognuno ha portato con sé. Li ho amati tutti, anche quelli che nel primo libro mi interessavano già di meno, perché a loro modo creano una grande famiglia piena di persone diverse che però si sostengono e aiutano a vicenda, ed è meraviglioso vedere come ne prendano anche loro conoscenza durante questo libro.
E' una storia agrodolce, molto spesso amara, ma che mi ha lasciato tantissimo, sia a livello di tematiche che a livello di relazioni interpersonali. Il Regno Corrotto mi ha spezzato il cuore più e più volte, ma a parte una sola cosa che temo non perdonerò mai alla Bardugo, non cambierei nulla.


“Puoi solo affilare una lama fino a un certo punto. Alla fine tutto si riduce alla qualità del metallo.” *― Leigh Bardugo

E voi siete pronti per quest'ultima (per ora) avventura nella grigia e letale Ketterdam? 
Fatemi sapere se il libro vi è piaciuto e spero di avervi invogliati un pò a leggerlo!
Intanto vi mando un saluto e ricordate sempre

“Tra l'altro, perchè lo dite? Nessun rimpianto, nessun funerale? Perchè non dire semplicemente Buona fortuna o Stai attento?”
“Ci piace mantenere basse le nostre aspettative”* ― Leigh Bardugo


*Le citazioni sono state tradotte da noi dall’inglese, per questo possono non concordare con quelle presenti nella versione italiana del libro.


Chiara


 

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