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Thursday, 18 November 2021

RECENSIONE: "Ilahara - The Last Myrassar" di C.M. Karys

Buongiorno lettor*!
Come state?
Finalmente riesco a portarvi un contenuto che avrei voluto postare già da un po' e a cui tengo molto. Avete già visto un'anteprima della sinossi sul nostro blog e un'intervista fatta alle autrici (nel caso ve la foste persa la trovate qui), ma mancava ancora la recensione vera e propria. Era quindi il momento di rimediare, non trovate? 

 

Titolo: Ilahara - The Last Myrassar
Autore: C.M. Karys
Casa editrice: Literary Wanderlust
Data di uscita:1 novembre 2021
Numero di pagine: 320

Trama: Princess Asharaya Myrassar lost everything on the night of the Coup of Fire when the usurper queen, Aerella Argarys, slaughtered the royal family and claimed the throne of the fae kingdom of Ilahara. After seeking refuge on the human continent and leaving her magical past behind, Asharaya takes on a new identity: Shara, an assassin blessed with dark powers.

Prince Derron Argarys owes his royal title to his mother's coup, and although he has all the status and power one could wish for, he cannot escape the memories of the brutal death of the former prince he once called friend. Now the heir to the throne, Derron must set aside his memories and learn to rule by the Argarys words: show your power, hide your heart.

But when a crone proclaims the last of the dragon-blessed rulers still lives and prophesizes Asharaya's return to Ilahara, friend and foe alike set out to find her, Derron among them. Yet he discovers in Asharaya not only a cold and beautiful assassin but also the princess he once knew. When the chance to rid his family of the Myrassar threat comes, Derron hesitates in dealing the killing blow, charting a new course that may see Asharaya's return to Ilahara to face her greatest enemy and her destiny as the last dragon-blessed queen.


Recensione:

Voto: 4 stelle!

E' davvero una sensazione strana quella di parlare di un libro che ho atteso per anni partendo giusto da delle (stupende) art viste su Instagram. Le immagini  sono diventate poi piccoli aneddoti di Chiara e Maria sulle loro pagine e/o storie relativi personaggi che man mano facevano capolino qua e là, fino a quando non è arrivata la prima sinossi. In un certo senso ho visto la storia crescere, ovviamente dal limitato punto di vista che può avere uno spettatore, e in qualche modo questo me l'ha resa più familiare e ha aumentato la mia curiosità in merito al poterla realmente leggere. Vi lascio quindi immaginare la gioia quando mi è stato inviato il romanzo in anteprima (grazie ragazze!) e sono davvero contenta di potervene parlare.

Ilahara-The Last Myrassar
colpisce immediatamente per un dettaglio fondamentale: un worldbuilding complesso, stratificato e profondamente intrecciato alla trama. L'impatto è forte, perchè si viene catapultati direttamente nel mezzo di questo nuovo mondo caratterizzato da popolazioni con caratteristiche, credenze e religioni differenti, e serve un attimo per assestarsi e riuscire a tenere bene a mente chi sia chi e ad acclimatarsi con la terminologia creata. Non è tuttavia una critica visto che una volta rotto il ghiaccio si è perfettamente inglobati nel mondo di Ilahara, così da potersi godere la trama e i suoi personaggi, il tutto è confezionato da una scrittura godibilissima che non si direbbe sia stata concepita da quattro mani. Lo stile di Chiara e Maria è coinvolgente, vivido ma soprattutto molto fluido, senza mai far sentire al lettore il cambio di "narratore". E' come se, nella scrittura, questo duo diventasse un perfetto unicum indissolubile con alle spalle più anni di esperienza letteraria di quelli che al momento ha.

Per un romanzo che contiene comunque un discreto numero di pagine e che ritengo un'introduzione alla vera parte centrale della storia, succede davvero tanto. Ogni capitolo è pieno di avvenimenti e azione, plot-twist e imprevisti che cambiano completamente le carte in tavola di minuto in minuto e lasciano il lettore senza parole, spingendolo a voler continuare per sapere cosa potrà mai succedere dopo e cosa, soprattutto, faranno i personaggi. Non vi è molto respiro nè grande gioia per i protagonisti, i cui punti di vista si alternano tra i capitoli con una certa regolarità, lasciando ovviamente maggior spazio a Shara e Derron. Questa scelta stilistica risulta buona sia per poter effettivamente avere un approfondimento psicologico sui personaggi presentati, sia per poter seguire vicende che avvengono in luoghi differenti, anche contemporaneamente, che introducono figure al momento secondarie, che probabilmente prenderanno più spazio in futuro.
E' una storia cupa, in cui le autrici non fanno sconti a nessuno e riescono a descrivere le scene con una vividezza che immerge sempre di più il lettore nelle pagine del libro. La storyline è articolata in svariate trame e sottotrame che derivano da eventi passati e si sviluppano e intrecciano in più e più modi, e pronte per essere stravolte ancora da quelli futuri. E' come se non vi fosse un solo effetto domino, ma molteplici, e non vedo proprio l'ora di poter seguire tutti i vari fili del destino che si stanno via via delineando.

Altro punto interessante sono i personaggi.
E' vero che non esulano da tropes ormai consolidati, ma se devo considerarli nell'insieme c'è comunque un mix eterogeneo di caratteri e inclinazioni che non risulta noioso e che sicuramente, anche se si spera con meno bisticci, avrà dinamiche interessanti anche in futuro. A sorpresa, poi, troviamo inseriti anche personaggi con handicap rilevanti che non suscitano pena quanto piuttosto rispetto, anche se avrei preferito avessero un ruolo più consistente all'interno della trama.
Altro punto degno di nota è la presenza di creature magiche quali i draghi, dotati di una loro coscienza e voce oltre che un legame speciale con gli umani che scelgono come loro compagni. Anche di questo aspetto non si è ancora approfondito molto, ma spero diventino una presenza ancora più prominente nei prossimi libri.
Allo stesso tempo, perchè c'è tanto, tutta questa pienezza di personaggi, elementi di trama ed eventi risulta in qualche modo troppo compattata. Questo comporta la sensazione di andare troppo veloci senza potersi soffermare abbastanza o gustarsi maggiormente determinati punti che forse avrebbero avuto bisogno di qualche pagina in più. In questo modo, oltre alla storia finiscono per venire sacrificate le relazioni tra i personaggi, chiare ma che in qualche modo rimangono in superficie, senza venire eccessivamente approfondite. Questo fa sì che non si riesca ad affezionarsi del tutto alle figure del racconto, quasi ci fosse un vetro, sottile, che divide ancora le figure dal lettore, impedendogli un'empatia maggiore. Eppure ciò non vuol dire che non si senta niente. Al contrario, la lettura risulta piena di sensazioni forti, che probabilmente risulterebbero appunto ancora più coinvolgenti se si riuscisse a rompere quell'ultima parete di distacco tra la scrittura e il lettore. E io sono sicura che queste autrici ne siano in grado, proprio perchè, leggendo, è palese quanto abbiano interiorizzato e conoscano intimamente questi personaggi. Si sente che c'è di più e si sente che chi sta alla guida della narrazione lo sa. Il passo ulteriore da fare è proprio riuscire a farlo arrivare, in pieno, al lettore, travolgendolo come un fiume in piena.
Forse anche per questo non riesco a comprendere del tutto il modo in cui s'è andato a sviluppare il rapporto tra Shara e Derron, caratterizzato, almeno in apparenza, da una ciclicità di avvicinamenti, errori e allontanamenti che non è mai riuscita ad interrompersi nonostante ci siano stati man mano dei passi avanti che, almeno in apparenza, potevano aiutare entrambi a superare almeno in parte i problemi che li portano a risultare nemici. Ovviamente non parlo di un banalissimo "cancelliamo tutto e andiamo avanti", perchè sarebbe stato eccessivo, ma appunto avrei voluto vedere quel passo in più, anche solo da parte di Derron, le cui scelte, soprattutto verso la fine, mi hanno lasciata abbastanza interdetta. Sarà troppo presto? Immagino sarà il prossimo libro a donarmi una chiave di lettura maggiore e non vedo l'ora.
Infine, altro punto su cui mi sono soffermata a riflettere, sono le morti presenti. Sarà forse perchè le ho già viste usate in più di un'occasione con la stessa modalità, sarà perchè effettivamente in modi diversi mi sembrano seguire un pattern similare, ma non mi hanno convinto fino in fondo (su almeno una poi non sono affatto d'accordo, crudelissime! 😭).

Ciò nonostante, questo non toglie che siamo solo all'inizio, la storia sarà ancora lunga e ho proprio intenzione di godermela tutta e soprattutto vedere fin dove potrà arrivare questo giovanissimo duo di scrittrici che, per quello che ho visto, è tutto tranne che privo di potenzialità e ha tanto da dare e raccontare - perciò io direi che se pure il prossimo viene il doppio delle pagine, va più che bene.
Non mi lancio nelle cinque stelle proprio perchè se questo è quello che riescono a fare ora, credo che in futuro possano fare ancora meglio e non vedo l'ora di vederle crescere ulteriormente.


Voi l'avete letto? Vi è piaciuto? Qualcosa non vi ha convinto? Sperate (io sì) che possa essere pubblicato anche qui da noi? Fatemi sapere!

Nel frattempo, ci vediamo alla prossima recensione 💓

 

credit art: la meravigliosa @gabriella.bujdoso


-Chiara






Thursday, 11 November 2021

LIBRI ORIGINALI E DOVE TROVARLI: For The Wolf di Hannah Whitten

Ciao a tutt* lettor*!
Negli ultimi anni il panorama fantasy internazionale si è ben che riempito di proposte, con serie e stand-alone che sono volati in vetta alle classifiche e hanno sicuramente guadagnato grande visibilità, chi per un aspetto, chi per un altro. Bisogna ammettere che anche nelle pubblicazioni italiane si è dato più spazio al genere, scelta che da una parte non può che farmi piacere, dall'altra, sarebbe il caso che si iniziasse a lavorare maggiormente sulla qualità delle traduzioni visti i risultati oltremodo imbarazzanti proposti per alcuni titoli (cosa di cui, lavorando nello stesso settore, mi vergogno molto).

C'è un "ma", però. Proprio per questa vastità di titoli proposti risulta sempre più difficile scovare quella lettura originale che possa effettivamente donare qualcosa di diverso e soprattutto rimanere impressa nella memoria anche dopo un certo periodo di tempo. Non so se capita anche a voi, ma l'impressione è quella di leggere in buona parte titoli godibili ma facilmente dimenticabili, dove né la trama né i personaggi riescono in qualche modo a lasciare un'impronta riconoscibile e unica rispetto a tutti i trope e il "già visto" che caratterizzano il fantasy (non che altri generi ne siano immuni, ovviamente).
Il risultato è quello di guardare un giorno la propria libreria e trovarsi davanti un sacco di libri che sì, ci sono piaciuti, ma che alla fine possono venire tranquillamente dati via per fare posto ad altri senza grandi rimorsi, se non forse quello di averli effettivamente comprati a discapito di altro.

Come fare, quindi, a trovare qualcosa di innovativo?

La domanda non ha ovviamente una risposta univoca, il più spesso è andare oltre i titoli più spammati che troviamo sui social e fare delle ricerche per conto nostro, poi seguire l'istinto. A volte faremo cilecca, ma altre, invece, "andare a naso" può portare a delle scoperte decisamente interessanti. Ed è proprio su questo che verte la nuova rubrica che parte con oggi: presentarvi dei titoli che ho scoperto spulciando qua e là che secondo me, in qualche modo, hanno degli elementi che li distinguono dal resto della massa! 

Iniziamo con una lettura fatta nel mese di giugno:


Titolo: For the Wolf (The Wilderwood #1)
Autore: Hannah Whitten
Casa editrice: Orbit Books
Data di uscita:1 giugno 2021
Numero di pagine: 437
Trama: The first daughter is for the Throne.
The second daughter is for the Wolf.


For fans of Uprooted and The Bear and the Nightingale comes a dark fantasy novel about a young woman who must be sacrificed to the legendary Wolf of the Wood to save her kingdom. But not all legends are true, and the Wolf isn't the only danger lurking in the Wilderwood.

As the only Second Daughter born in centuries, Red has one purpose-to be sacrificed to the Wolf in the Wood in the hope he'll return the world's captured gods.

Red is almost relieved to go. Plagued by a dangerous power she can't control, at least she knows that in the Wilderwood, she can't hurt those she loves. Again.

But the legends lie. The Wolf is a man, not a monster. Her magic is a calling, not a curse. And if she doesn't learn how to use it, the monsters the gods have become will swallow the Wilderwood-and her world-whole.

Commento:
*avviso, leggera presenza di spoiler*

«I'm for the Wolf.»
«I'm for you.»

Con un palese retelling di Cappuccetto Rosso e anche forse de La Bella e La Bestia, la Whitten ci mostra un libro dai tratti inaspettatamente molto cupi e spietati, in cui viene seguito sia il percorso di Red che di Neve, chi nella scoperta della verità sul Wilderwood, chi invece nella propria personale discesa verso l'oscurità, sebbene nata per buoni propositi. Segreti, manipolazioni, intrighi e più di un colpo di scena mi hanno tenuta incollata a questa lettura, nonostante il cambio di punto di vista tra le due sorelle sia comunque sbilanciato a favore di Red (reale protagonista della storia), lasciando così parecchi punti d'ombra su tutto ciò che accade invece a Neve e alla corte, potendo vederne solo qualche sprazzo qua e là nel tempo.
Non risulta però totalmente uno svantaggio - anche se forse sarebbe stato dovuto strutturare meglio, visto che rispetto al resto dei capitoli quelli di Neve risultano sempre più veloci e meno descritti -, perché si riesce in ogni caso a seguire a grandi linee lo svolgersi della storia secondaria, ottenendo così  informazioni su quello che il nemico sta facendo o progettando, legato, tra l'altro, all'aspetto tossico del fanatismo religioso che ammetto di aver trovato descritto (inquietantemente) benissimo.
L'avere un occhio puntato su ciò che accade in luoghi diversi da quello in cui si trova la protagonista, oltre ad essere sicuramente interessante porta anche il lettore in una posizione scomoda, visto che si ritrova spesso a sapere o intuire in anticipo quali pericoli potranno incombere sulla ignara Red. Questo aumentato stare sulle spine risulta vincente, perché amplia ancora di più quella cupezza piena di cattivi presagi che si genera all'inizio del libro e continua praticamente fino alla fine, inglobando tutti i personaggi e il lettore con loro. Potremmo definirla in questo senso una fiaba gotica, decadente, in cui non vi è un facile lieto fine e forse nemmeno lo si trova in toto, con figure che sono lontane dall'essere perfette ma nei loro pregi, desideri e spigolature risultano assolutamente umane. Ed è proprio in queste crepe e speranze che si insinua subdolamente il male, circuendo, ingannando e tirando a sé persone che altri non sono che pedine da utilizzare per poter compiere i propri scopi, lasciando anche in questo caso il lettore a poter solo vedere, impotente, il degenerare della situazione, conscio, più si avanza nella storia, che nel momento in cui Red e Neve si incontreranno di nuovo, si ritroveranno probabilmente sui due lati opposti della scacchiera.

Oltre a ciò, quello che mi ha colpito molto è stato il ruolo prominente della natura all'interno di questo libro, così come il tema dell'autolesionismo. Il Wilderwood è un essere vivo, in qualche modo crudele, contorto, che per sopravvivere e proteggere non bada a uccidere. Se all'inizio viene presentato come una sorta di essere malefico da distruggere, porta in sé e nella sua creazione una storia ben diversa, ma soprattutto spicca per risultare una sorta di personaggio a sé stante durante tutta la narrazione. E' come se lo si sentisse respirare, vivere, insinuarsi in ogni dove e interagire con i personaggi su più livelli, in una relazione che in ogni modo si fa sempre più fitta.
E poi, l'autolesionismo, legato alla figura di Eammon. Temi così delicati purtroppo vengono spesso trattati con superficialità, mentre invece la Whitten è stata brava a donargli profondità e senso coerenti con la storia, che non fanno altro che meglio delineare (e far amare) l'uomo che corrisponde all'appellativo di Lupo. Avendo assistito alla morte delle persone a cui più amava e incolpandosi di essere stato impotente, Eammon ha deciso di prendere sulle spalle da solo la salvaguardia del Wilderwood, nonostante questo comporti che per guarirlo e risanarne gli alberi "malati" lui debba versare il proprio stesso sangue. 
E' un processo doloroso e in qualche modo invasivo, visto che c'è sempre il rischio che il bosco voglia di più e ti renda un tutt'uno con lui, eppure il protagonista maschile non vacilla mai nel suo compito quasi fosse una punizione da scontare fino alla fine, precludendosi qualsiasi gioia e autoconvincendosi si tratti di un sacrificio necessario a cui deve pensare da solo, come se vedesse nel farsi del male la giusta chiave per espiare un peccato che in realtà nemmeno ha commesso.
Per fortuna l'arrivo di Red cambierà le cose. Il loro rapporto è lento, fatto da iniziali pregiudizi e volontà di mantenere le distanze, evolvendosi in amicizia e poi in qualcosa di più - e dopo tutti gli insta-love presenti nell'ultimo periodo, direi che anche questo è stata una gran boccata di aria fresca.

 

Non vi dico altro per non spoilerarvi troppo, ma sicuramente For the Wolf è un libro che consiglio, a meno che non siate troppo sensibili per determinate tematiche (che già l'autrice cita, giustamente, nei Content Warning).
Come avrete ormai capito non vedo l'ora di continuare la serie e scoprire se la scrittura di quest'autrice, già decisamente promettente, si evolverà ancora con altre (funeste) sorprese! Tra l'altro il prossimo libro avrà come protagonista principale Neve, chissà se mi convincerà di più che nel primo libro!


Questo primo appuntamento con la Rubrica finisce qui.
Voi l'avete già letto? Vorreste venisse tradotto in italiano?
Io spero di avervi incuriositi almeno un pochino.
Alle prossime puntate, lettor*!

-Chiara

 

credit art:

https://lesyablackbird.tumblr.com

Thursday, 5 August 2021

[INTERVISTA] Una chiacchierata con C.M. Karys

 Ciao lettor*! Come state?
L'articolo di oggi è leggermente diverso dal solito. Normalmente su Spill the Book ormai lo sapete, trovate recensioni, liste o argomenti bookish, wrap-up, nuove uscite e anche cover reveal. Stavolta abbiamo pensato di aggiungere qualcosa di nuovo che spero riusciremo a portare ancora sul blog.
Di cosa sto parlando?


Come sapete abbiamo già pubblicato la cover reveal assieme alla trama del primo libro di C.M. Karys, pseudonimo due sorelle italiane, Maria Elena e Chiara, ovvero Ilahara - The Last Myrassar (se l'avete persa potete trovarla qui). Per questo ho pensato che sarebbe stato carino aggiungere qualcosina in più, andando a fare una chiacchierata con entrambe e loro sono state davvero disponibili nel dirmi immediatamente di sì.
Spero che questa piccola intervista possa piacervi quanto lo è stato per me farla.💓

 

Questa meravigliosa cover è stata creata da Gabriella Bujdoso (@gabriella.bujdoso su Instagram)

Ciao ragazze!
Prima di tutto congratulazioni per l’imminente uscita di Ilahara – the Last Myrassar, vostro primo romanzo. Ora che finalmente abbiamo una data ufficiale, come vi sentite? Siete emozionate?

Grazie! Sì, siamo molto emozionate. Anche se la data è così vicina sembra ancora surreale. Cerchiamo di affrontare tutto con serenità e di non badare molto agli aspetti più ansiogeni, del tipo come sarà recepito il libro una volta uscito e cose varie. L’affetto della comunità di Bookstagram c’è di grande aiuto!

 

Da dove vi è venuta l’ispirazione per Ilahara?

Tutto è partito da un flash di Chiara. Ha avuto una sorta di visione di questa ragazza che saltava da un’ombra con un pugnale in mano. Pian piano da lì è nato tutto il resto. 

 

Scrivere un romanzo dall’inizio alla fine non è certo semplice. Voi siete in due. Com’è stato lavorare insieme? Quali sono i pro e i contro?

 

Effettivamente Ilahara è stato il nostro primo romanzo completato, quindi questo lo rende ancora più speciale. Sono undici anni ormai che scriviamo insieme e non lo vorremo altrimenti. Inizialmente Maria scriveva da sola e Chiara si divertiva a darle dei consigli fin quando abbiamo deciso che era più bello scrivere insieme. Innanzitutto ci divertiamo di più. Quelle volte che capitano che stiamo scrivendo capitoli separati sono sempre una tortura. A noi piace scrivere le battute dei personaggi come una sorta di role play, passandoci il computer avanti e indietro come se stessimo avendo una conversazione. Inoltre costruire quel minimo di trama e i personaggi è molto più divertente in due. Altri autori cercano writing buddies su internet per avere quel rapporto che noi abbiamo già. Leggiamo gli stessi libri, abbiamo gli stessi interessi, quindi siamo sempre in sintonia sul tipo di storie che vogliamo scrivere. L’unico problema è quando non siamo d’accordo su come procedere in una storia. Per il momento è successo solo una volta. No, non per Ilahara. Quella fu una settimana difficile. Nostro fratello non ci sopportava più.

 

Cosa vi ha messo più in difficoltà nella stesura del romanzo?

Alcune parti dell’editing sono state complicate, soprattutto il primo round dove per aggiustare dei dettagli all’inizio abbiamo finito col dover riscrivere metà libro per far quadrare il tutto. Non ce ne pentiamo perché la nostra editor ci ha dato delle dritte davvero buone che hanno reso il libro più bello, ma fare il tutto entro il limite stabilito dalla casa editrice è stata dura. Ma ci siamo riuscite! E poi c’è stata la famigerata fase dei Copy Edits, dove in pratica abbiamo dovuto spulciare il libro parola per parola alla ricerca di espressioni usate troppo, e di parole come “that”, “was”, “and” o terminanti in “-ly” che erano superflue. E’ necessario perché alleggerisce di tanto (ma veramente tanto) il conteggio finale delle parole e rende la lettura più scorrevole, ma è anche la parte più noiosa.

 

Qual è stato invece l’aspetto che avete amato di più?

Amiamo il plotting iniziale, e amiamo tanto scrivere soprattutto le scene tra i personaggi. Anche durante la prima fase degli edits ci siamo divertite sotto un certo punto di vista perché una volta che abbiamo dovuto riscrivere alcune parti del libro era come scriverlo per la prima volta, anche se questa volta con più coscienza riguardo le cose tecniche suggerite dalla nostra editor.

 

Siete italiane ma avete optato per scrivere in inglese, cosa che sicuramente incuriosirà molti.
C’è un motivo particolare dietro questa scelta?
So che avete vissuto per un periodo in America, quindi immagino che l’inglese sia un po’ una seconda madrelingua.

L’amore per la lettura e la scrittura è nata grazie alle nostre maestre in America. Lì si dà molta importanza alla lettura, o almeno lo si faceva alla nostra scuola. Avevamo un’ora di “Reading Class”, cioè di classe di lettura, e dopo mangiato ci facevano leggere mezz’ora un libro a nostro piacere. Alcune lezioni diventavano un’occasione di scrittura creativa. Quando siamo tornate in Italia non abbiamo smesso di scrivere in inglese. Ma non nascondiamo che il motivo più grande che ci ha spinte lontane dall’editoria italiana è la percezione che abbiamo del Fantasy nel nostro Paese. Nell’ultimo periodo sembra ci sia una rinascita del Fantasy, ma comunque se entriamo in una libreria la maggior parte dei libri sono traduzioni dei libri scritti originariamente in lingua inglese. Di italiano c’è ancora poco, e questo perché sembra essere un genere molto snobbato nel nostro paese da chi si crede di essere grande intenditore.

 

Com’è stato lavorare con una casa editrice? (Ilahara - The Last Myrassar verrà pubblicato dalla casa editrice Literary Wanderlust - @literary__wanderlust su Instagram)

E’ stato bello. Loro hanno proveduto a offrirci un editor, una copertina stupenda e la stampa dei libri che non avremmo potuto permetterci da sole. 

 

Tornando a Ilahara, cosa possiamo aspettarci da questo romanzo in 4 parole?


Azione, stabstabstab, intrigo politico (contatecelo come una sola parola, please!), divertimento.
Chiara vuole essere seria, ma Maria vuole aggiungere una quinta parola al pari di supercalifragilistichespiralidoso: slowburnenemiestoloversEcco.

 

Il vostro personaggio preferito?

Mykal Todrak.

 


E quello di cui avete amato di più scrivere?

Ve ne diciamo due, uno scritto da Chiara e l’altro da Maria, ma non vi diciamo chi scrive chi perché siamo cattive: Shara e Cassia. Sono state le più difficili per motivi differenti e sono anche due donne molto forti ma diverse tra di loro.

 

In ultimo, ho letto ci saranno degli incentivi per il pre-order, ehehe.

Sì, ci sono. Condivideremo più informazioni appena abbiamo definito i dettagli ma diciamo che i nostri follower hanno già avuto abbondanti sneak peek su cosa possono aspettarsi


E questo è quanto car* lettor*! Devo dire che quest'intervista, seppur breve, è stata davvero molto interessante e credo lasci anche più di uno spunto di riflessione su cui poter discutere, tanto che (piccolo spoiler), gli appuntamenti con Ilahara non sono terminati
qui, quindi se non volete perdervi i prossimi vi consiglio di rimanere aggiornati sulle uscite del blog! 😏
Ringrazio ancora Chiara e Maria per la loro disponibilità nel rispondermi e anche le mie partner in crime Erika e Camilla perchè assecondano e supportano ogni mia idea improvvisa su nuovi progetti.  Devo dire di essermi divertita molto e credo che questa intervista, nelle sue risposte, lasci trasparire le persone adorabili che sono queste due ragazze, sempre pronte a supportare gli altri nella comunità bookstagram, indipendentemente dalla quantità di follower del proprio account - e anche questo, dobbiamo dirlo, non è proprio da tutti.

In ogni caso, per rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità relative a Ilahara (oltre che futuri progetti, su cui le ragazze stanno già lavorando) e a questo duo tutto al femminile, vi ricordiamo i link dei loro social media:


 
 

Alla prossima intervista!💓
-Chiara