Wednesday 1 December 2021

Recensione: "L'IMPERO DI ORO" di S.A. Chakraborty (Review Party)

Buongiorno amic* lettor*!
Oggi torno sul blog per parlarvi de 'L'impero di oro', l'ultimo libro nella trilogia Daevabad di S.A. Chakraborty. 

Ho avuto la possibilità di leggere il libro in anteprima per il review party organizzato da Maria Cristina di Chronicles of a Bookaholic, che ringrazio, con la Mondadori, per l'opportunità. 


Titolo:
L'impero di oro
Autore: S.A. Chakraborty
Data d'uscita: 30 novembre 2021
Editore: Mondadori
Pagine: 768
Prezzo: 26€

Trama: Daevabad è caduta. La città ha perso la sua magia e ora Banu Manizheh, capo dei daeva, e Dara, il suo comandante resuscitato, devono rappezzare la loro fragile alleanza e fare di tutto per restituire la pace a una popolazione agguerrita e disperata. Dara però è affranto dalla perdita dell'amata Nahri e tormentato dai demoni del suo oscuro passato. Per non soccombere, sa che deve affrontare scomode verità sulla sua storia e mettersi al servizio di quelli che ha sempre considerato nemici. Sfuggiti per un pelo alle loro famiglie assassine e alle letali politiche di Daevabad, Nahri e Ali ora sono al sicuro al Cairo. Ma anche loro devono affrontare scelte difficili. Nahri sembra ritrovare la serenità nei vecchi ritmi e nella quotidianità familiare della sua patria, ma la devasta sapere che le persone care che ha lasciato a Daevabad e il popolo che la considerava una salvatrice sono alla mercé di una nuova tiranna. Anche Ali non può fare a meno di guardarsi indietro, ed è deciso a tornare per salvare la sua città e ciò che rimane della sua famiglia. Quando va a cercare aiuto nella terra di sua madre, scopre che il suo legame con i marid, i misteriosi elementali dell'acqua, è molto più profondo di quanto credesse, e minaccia non solo il suo rapporto con Nahri, ma anche la sua stessa fede. Mentre la pace diventa sempre più sfuggente e vecchie conoscenze si rifanno vive, Nahri, Ali e Dara comprendono che, per ricostruire il loro mondo, dovranno forse combattere contro chi un tempo amavano, e difendere coloro che in passato hanno ferito.

Serie:
1. La città di ottone 
2. Il regno di rame 
3. L'impero di oro



Recensione:

Voto: 5 stelle!

Quando l'anno scorso ho iniziato a leggere il primo romanzo della trilogia, dopo averne letto un terzo volevo mollare perché non stavo capendo niente e la storia non mi prendeva. Una mia amica mi ha consigliato di continuare e non la ringrazierò mai abbastanza per questo. Ad oggi la Daevabad è una delle mie trilogie preferite di sempre e voglio davvero invitare chi come me ha pensato di mollare la serie all'inizio di darle un'altra possibilità perché la merita assolutamente. 

Questa è la seconda volta che concludo il romanzo e devo dirvi che ha fatto male come la prima volta. Chi dice che il tempo guarisce tutte le ferite mente, perché ho pianto l'anno scorso e ho pianto adesso. Sono pochi i libri che riescono a colpirti nello stesso modo più volte, ovviamente la prima è un attacco a sorpresa, ma la seconda dovresti essere pronta e invece no, fa davvero male come la precedente, se non di più.

"Dovevamo essere i salvatori di Daevabad"
La trama di questo ultimo volume è incentrata sulla guerra e sulle alleanze politiche. Daevabad è caduta in mano a Manizheh e Dara, mentre Nahri e Ali si trovano dall'altra parte del mondo in Egitto dopo essere fuggiti. Mentre i primi due libri si concentravano sulla politica, con poche e piccole battaglie solo alla fine, questo ultimo volume è un continuo muoversi di alleanze che si creano, si distruggono e si ricreano, e di battaglie per conquistare la città magica che portando ad avere una trama che non si sa mai dove porterà. 

"Volevo smetterla di avere paura di alzare la testa."
Uno dei punti che mi piace di più della trilogia è come non ci sia un gruppo totalmente buono e uno totalmente cattivo. Tutti hanno subito e hanno agito e facciamo davvero fatica a trovare un personaggio che non abbia le mani insanguinate. Di questo sono anche influenzate le fazioni dei daeva. Ognuno di questi gruppi è stato vittima e carnefice in un circolo vizioso che continua da secoli. 
Il lettore ovviamente riconosce in Manizheh il cattivo della vicenda, ma lo è davvero? Tutti i personaggi sono frutto delle loro esperienze passate, delle azioni che hanno subito e che hanno compiuto. Anche se so perfettamente che quello che Manizheh ha fatto è terribile e deplorevole non riesco ad odiarla. La scrittrice ti concede di dare uno sguardo alla sua vita e in un modo contorto capisci perché ha fatto quello che ha fatto. Credo che questo rendere tutti uguali sul livello della moralità, ma allo stesso tempo delimitare delle piccole differenze tra giusto e sbagliato, tra buono e cattivo, sia uno dei punti di forza della trilogia.

"Sono così stanca. Tutto quello che costruisco si distrugge. La mia vita al Cairo. I miei sogni per Daevabad. Do tutto, tutto quello che ho, poi arriva qualcuno e lo distrugge. E' tutto inutile."
I personaggi principali rimangono sempre Nahri, Ali e Dara, che sono anche i tre punti di vista da cui è narrata la vicenda. 
Nahri cerca fin dal primo libro un posto da chiamare casa, in cui appartenere e tutte le volte che pensa di aver trovato un po' di serenità questa viene distrutta. Non è mai stata completamente libera e avendo dovuto continuamente mentire e nascondere parti di sé non è ancora riuscita a capire chi lei sia davvero. Con il ritorno al Cairo le viene data la possibilità di ritornare alla vita di prima e di dimenticarsi della magica città e dei suoi cittadini che l'hanno ospitata negli ultimi anni, lasciandosi alle spalle gli orrori visti e subiti. Questa scelta che deve compiere mostra tutta la crescita che ha fatto nei tre libri. Nel secondo volume ci eravamo allontanati dalla ladruncola che abbiamo incontrato nel primo romanzo, però certe volte per sopravvivere non serve essere giusti, ma scaltri. 

"Che cosa significa essere distrutto per curiosità?"
Quando abbiamo incontrato Ali era un fervente politico poco scaltro, che veniva usato da tutti e sempre rilegato a una posizione che non desiderava avere. Durante la storia è riuscito a farsi valere e a trovare un suo posto, ma la distruzione di Daevabad rimette in gioco tutto quello che credeva e che ruolo deve avere nella storia. I problemi che ha avuto con la famiglia nei precedenti romanzi vengono accantonati perché non sono più importanti visto che se ne creano di nuovi con l'altra metà dei parenti, quelli materni. Questo ci permette ancora una volta di ampliare l'immenso e complesso mondo creato dalla Chakraborty che riesce sempre ad evolversi con la narrazione. 
Ali è molto cresciuto dal primo libro, ma mantiene sempre e comunque quel suo animo gentile e curioso, mostrando che si può cambiare rimanendo comunque se stessi.

"Ho sempre e solo cercato di servire la mia gente"
Dara è il mio personaggio preferito della trilogia e il più complesso tra i protagonisti. Anche se fa azioni terribili non riesco a considerarlo una persona cattiva. E' cresciuto con dei preconcetti e degli ideali che ne hanno plasmato la personalità, facendolo così essere la persona che incontriamo oggi. E' frutto della società in cui viveva e ancora una volta, come con Manizheh, non riesco a dargli completamente la colpa.  Durante tutta la lettura chi legge non viene mai portato a perdonarlo per quello che ha compiuto o a sminuire le sue azioni e il fatto che sia stato cresciuto così non lo giustifica assolutamente. Però sapendo questo e vedendo quanto tutta la sua vita sia stata condizionata da altri che lo hanno fatto diventare quello che è, non puoi non rattristarti e provare pietà nei suoi confronti. Il suo percorso di consapevolezza verso le azioni passate e presenti è la parte più commovente del romanzo, che porta ad una conclusione il cui percorso era già iniziato dal primo libro. 

La parte romance non ha mai avuto all'interno della trilogia il punto focale della narrazione, ma fin dal primo libro è una parte non da meno della storia. Il triangolo che si è creato fin da La Città di Ottone è uno dei migliori che abbia mai letto e arrivata alla fine posso dire che non c'era nessun altro modo in cui si poteva concludere. Non importa se sei team Ali o team Dara, sarai soddisfatto, perché il libro doveva finire così ed è giusto sia nei confronti dei personaggi che dei lettori.

«Canteranno mille canzoni su di te.»
«Canzoni tristi?»
«Sono le migliori.»
L'impero di oro è la degna conclusione di una delle migliori trilogie uscite negli ultimi anni, dove guerre, politica, amore e magia si incontrano per creare un capitolo finale che distruggerà il cuore ai suoi lettori.

- Camilla 

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